Il primo anno da Premier di Giorgia Meloni: quale bilancio?

Tra accise, crisi migratoria e ritardi sul Pnrr, possiamo dire tranquillamente che il primo anno di Governo Meloni si sia rivelato piuttosto deludente.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Il 25 settembre di un anno fa assistevamo a un evento storico: per la prima volta in Italia a diventare presidente del Consiglio era una donna, Giorgia Meloni. Leader del partito conservatore Fratelli d’Italia, Meloni è salita a Palazzo Chigi sbaragliando gli alleati di Centrodestra, con un convincente 25,98%.

A premiarla – tra le altre cose – è stata pure la coerenza delle sue posizioni, come la scelta di non sostenere il Governo Draghi, rimanendo di fatto l’unico partito all’opposizione. Ma di quella coerenza e convinzione, ormai, sembra esser rimasto pochissimo.

Il primo anno di Governo Meloni, tra Mes e Pnrr. La sfida della nuova Manovra

Possiamo dire tranquillamente che il primo anno di Governo Meloni si sia rivelato piuttosto deludente. Molte delle ruggenti promesse fatte in campagna elettorale sono rimaste, appunto, solo promesse. E su molti altri fronti, invece, sembra ci si sia bloccati, come nel caso del Mes, il meccanismo europeo di stabilità che l’Italia continua a non voler ratificare, solleticando così l’insofferenza di Bruxelles.

Altro nodo che sembra non sciogliersi mai è quello del Pnrr, la cui gestione è costellata di ritardi e profonde difficoltà. L’Italia si è vista costretta a presentare una revisione, il che però potrebbe significare perdere preziosi finanziamenti ed entrare in contrasto con la Commissione europea.

Poi, c’è pure il caldissimo tema delle accise: la promessa era di ridurle, per rispondere all’aumento dei prezzi che ha portato il carburante a superare i 2 euro al litro. Ma l’unica vera risposta è stata un bonus, riservato solo ai meno abbienti. Una soluzione che sembra di certo insoddisfacente e poco incisiva.

Tra l’altro, all’orizzonte c’è la nuova legge di Bilancio, che si preannuncia già piuttosto deludente: le risorse a disposizione sono molto limitate e quella riforma strutturale del sistema previdenziale con definitivo abbandono della Legge Fornero non è più qualcosa di immediatamente realizzabile.

Per trovare fondi maggiori in vista della Manovra, Meloni ha tassato gli extraprofitti delle banche e dato un colpo di spugna al reddito di cittadinanza: ma la prima decisione ha fatto storcere Forza Italia e gli Istituti di credito, la seconda – invece – ha maldisposto una fetta consistente della società civile.

Un anno di Governo Meloni: il flop sull’immigrazione

Meloni, il primo anno da Premier è un bilancio deludente

In questo bilancio annuale, non può non essere citata la questione immigrazione, da sempre cavallo di battaglia di Meloni e – più in generale – di tutto il Centrodestra. In campagna elettorale, tra slogan roboanti come “chiudiamo i porti” e “aiutiamoli a casa loro”, sembrava che la questione avrebbe trovato la sua soluzione immediata in un approccio securitario, dal pugno duro.

Ma, nonostante questa retorica e le numerose visite di Meloni in Tunisia dal presidente Kais Saied, l’Italia ha registrato il doppio degli sbarchi dell’anno scorso, con Lampedusa che sta vivendo da giorni un’emergenza insostenibile, a cui il Governo a fatica sta tentando di rispondere.

In un’intervista al Tg1, la Premier ha ammesso la delusione per i risultati: dopo un anno, sono più di 160mila le persone sbarcate, di cui 132mila nel 2023, a fronte dei 69mila migranti approdati nello stesso periodo dell’anno scorso. “Abbiamo lavorato tantissimo, i risultati non sono quelli che speravamo di vedere. E’ un problema molto complesso, ma sono certa che ne verremo a capo”, la promessa di Meloni. Che però si è già data un’altra opportunità: “Questo tema merita una seconda fase”.

A un anno dalle elezioni Meloni perde consensi

Ma a parlare più chiaro degli obiettivi mancati, sono i sondaggi. A un anno di distanza dalla sua elezione, il governo di Giorgia Meloni ha registrato il suo peggior gradimento, 46%, il valore più basso dal 2019 verso un esecutivo. È questo il responso del sondaggio di Demos per l’Atlante politico.

In ultimo, la Premier si trova oggi di fronte a un’altra sfida, quella delle Europee di giugno 2024, dove si giocherà un tutti contro tutti che potrebbe mettere a dura prova la tenuta dell’Esecutivo. Sarà Meloni a dover dimostrare la solidità e la compattezza del suo Governo, malgrado tutte le difficoltà.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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