Tragedia Marmolada: 5 punti oscuri da chiarire, le macchine e i dispersi

Si cercano ancora dispersi sulla Marmolada, dopo la tragedia che si è verificata il 3 luglio in seguito alla caduta di un seracco dalla sommità della montagna. Vediamo quali sono gli aspetti da chiarire.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Domenica 3 luglio un enorme blocco di ghiaccio si è staccato dalla cima della Marmolada, a oltre 3mila metri di altezza, travolgendo diverse cordate di escursionisti che tentavano di risalire la montagna.

Il bilancio ufficiale, ma ancora parziale, è di 7 morti, 8 feriti e 5 dispersi. Le vittime riconosciute sono quattro, tutte di nazionalità italiana, mentre due corpi sono ancora in fase di riconoscimento.

Per gli altri, visto lo stato di alcuni corpi completamente tranciati dal ghiaccio, per l’identificazione sarà necessario l’esame del DNA, affidata dalla Procura di Trento al Ris di Parma.

Marmolada, quali aspetti da chiarire

marmolada
  • Le auto parcheggiate: il numero di auto rimaste ferme al parcheggio all’imbocco dei sentieri che portano al ghiacciaio sulla Marmolada è uno dei punti da chiarire. Se si considera che ogni auto può portare almeno 4 persone, il bilancio potrebbe essere molto peggiore. Ecco cosa ha spiegato al riguardo il procuratore, Sandro Raimondi: “Temo che le vittime aumentino almeno del doppio se non del triplo, visto il numero dei dispersi e il fatto che siano rimaste parcheggiate 16 auto. La prima cosa da fare in questo momento è l’identificazione delle vittime che non sarà facile, servirà l’esame del dna. L’apertura del fascicolo è un atto dovuto”. Per il momento, attraverso opportune verifiche, sono stati individuati i proprietari delle autovetture parcheggiate e tutti risultano negli elenchi in possesso delle forze dell’ordine.
  • I dispersi, delle tredici persone che si temevano disperse sulla Marmolada sono state rintracciate otto dalla compagnia dei carabinieri di Cavalese. Scende a cinque il numero delle persone di cui non si hanno notizie dal pomeriggio del 3 luglio. Alcuni dispersi potrebbero essere precipitati nei crepacci mentre per le vittime della parte inferiore, tra ghiaccio e detriti, dovrebbe essere più semplice il recupero.
  • Perché nessuno li ha fermati, a sostenerlo è la sorella di Erica Campagnaro, la donna di Tezze sul Brenta (Vicenza), dispersa sulla Marmolada assieme al marito Davide Miotti. “Perché nessuno ha fatto un avviso sabato che c’era l’acqua che scorreva sotto il ghiacciaio? Perché non hanno fermato le persone? Perché le hanno lasciate andare?”, avrebbe poi proseguito. Si tratta di una delle prime accuse da parte di un familiare di un disperso. “Era una bella giornata di sole, sì, per carità ma se sotto scorre l’acqua… se c’è una responsabilità, andremo fino in fondo” avrebbe concluso.
  • Difficile recupero delle salme. Walter Cainelli, presidente del Soccorso Alpino del Trentino, credeva inizialmente che si trattasse di un intervento ordinario, una valanga come molte altre sulla Marmolada. Ecco cosa ha raccontato al riguardo: “Immaginavo a un paio di persone travolte. Quando siamo arrivati però lo scenario aveva ben poco della valanga perché ci siamo trovati di fronte a un fiume di ghiaccio, sassi e rocce. Era evidente lo stacco del ghiacciaio sommitale che rendeva molto rischiose le nostre operazioni di soccorso”. Sullo stato dei corpi ha specificato: “Le persone sembravano essere uscite da un tritacarne. Pensate alla pressione con cui scendono dei blocchi ghiacciati e alla loro dimensione. Gli escursionisti sono entrati in un tritacarne. Col mio cane ho trovato resti umani”.
  • Ipotesi di far saltare il resto del seracco, per evitare nuove crolli. Questa operazione però, pur facendo ripartire le ricerche velocemente renderebbe quasi impossibile il recupero dei corpi. Si tratterebbe di una valanga sopra un’altra valanga. D’altra parte anche attendere il movimento naturale del ghiaccio allungherebbe di un tempo non definito le ricerche.

Leggi anche: Marmolada, parla sopravvissuto: “La valanga mi ha travolto, ecco come mi sono salvato”

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