Elisabetta, la madre di Lorenzo Casini, il 22enne trovato senza vita dal coinquilino nella casa che condividevano nella notte del 3 gennaio 2019, non si arrende. Instancabilmente ogni giorno la si può trovare con il suo banchetto a raccogliere firme per chiedere che si indaghi sulla morte del figlio. Fino ad oggi è arrivata a mille ma conta di raggiungere cinquemila firme, anche grazie alla petizione attivata online.
“Solo verità e giustizia su una morte tremenda e sospetta”, chiede Elisabetta. La donna non si dà pace anche se la Procura nei mesi scorsi ha chiesto l’archiviazione per i tre amici del giovane. Il 17 novembre è stata presentata dall’avvocato Antonio Guglielmelli e dall’agenzia investigativa EmmeTeam la richiesta di opposizione all’archiviazione. Il giudice si è riservato la decisione tra nuove indagini o accoglimento della richiesta del pm.
Lorenzo Casini: i dubbi “vivi” sulle cause della sua morte
Elisabetta Casini vive a Garda, ma è originaria di Pisa. La donna desidera si faccia luce sulle cause della morte del figlio. Il giovane è scomparso giovanissimo, portando con sé tutti i sogni non realizzati. La notte in cui è stato ritrovato dal coinquilino nell’abitazione ad Albaré di Costermano, era appeso per il collo, con il guinzaglio del cane, vicino alla scala a chiocciola.
Il medico ha subito dichiarato che il ragazzo si fosse suicidato e anche gli inquirenti hanno dato per buona questa ipotesi, senza approfondire con ulteriori indagini. La madre di Lorenzo Casini però i dubbi ce li ha. Ecco quanto ha dichiarato la donna, come riportato dal quotidiano La Nazione:
Il caso venne chiuso in fretta e furia, neanche autopsia venne fatta. Ma io ho denunciato per omissione di soccorso la migliore amica, il coinquilino e l’ex fidanzato di mio figlio.
Quella notte Lorenzo prese una forte dose di un farmaco per dormire. A dargliela sarebbe stato il coinquilino. Ma lui era allergico ai medicinali. E dopo aver assunto il farmaco, si sentì male.
Ma chiese aiuto. Inviò via Whatsapp dei messaggi all’amica del cuore dicendole che stava male e implorandola di raggiungerlo a casa. Lei però doveva andare al bar e avvertì l’ex fidanzato.
Per la donna la morte del figlio si poteva evitare, se si fossero mossi subito i soccorsi: “Nessuno si mosse. Anche il collega di lavoro che poi lo trovò cadavere all’1,30, sapeva che stava male. Nessuno andò da lui, e nessuno chiamò i soccorsi o mi avvertì. Mio figlio è morto per una telefonata non fatta”.
Lorenzo Casini: chi era il giovane scomparso a 22 anni
Lorenzo Casini lavorava come cameriere in un ristorante ad Affi, in provincia di Verona. Il coinquilino e collega che lo ha trovato senza vita lo ricorda così, in un’intervista rilasciata per il Corriere del Veneto:
Lorenzo amava la vita, aveva tanti progetti, era un ragazzo solare altruista, lavorava, studiava, andava in palestra, era un soccorritore volontario della Croce Rossa, aveva molti amici che gli volevano bene.
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