Lo stile di Michela Murgia, dal rosso fuoco al bianco di Dior: «Good save the queer»

La moda come manifesto di idee ha il nome della scrittrice sarda. Attraverso i suoi vestiti lanciava messaggi di forza e inclusione.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Lo stile di Michela Murgia: dagli scialli della sua Sardegna, neri e pesanti. E poi il colore. Fino al suo matrimonio nel nome di Dior. Una salita verso l’alta moda e le sfilate di haute couture parigine, solo ai primi di luglio scorso. Ma tutto condito da una missione: fare dei vestiti un veicoli di valori belli. Quelli in cui Murgia credeva fermamente.

E c’è anche un’amicizia che si intreccia allo stile di Michela Murgia: quella con Maria Grazia Chiuri, la direttrice creativa di Dior, stratega del disegno del vestito da sposa «queer» della scrittrice.

Lo stile di Michela Murgia nel suo matrimonio queer: “Il colore dell’inclusione è il bianco”

Il suo matrimonio, in articulo mortis, si è celebrato poche settimane fa. Proprio non si voleva sposare, lei. Ma lo ha fatto, e quasi per dovere. Denunciando il tutto sui suoi social e raccontando la storia delle sue nozze:

Quando Maria Grazia Chiuri mi ha detto “voglio disegnarti l’abito da sposa” ho provato imbarazzo: non mi considero una sposa. Il fatto che tutt3 continuino a romanticizzare la questione e farci le congratulazioni non cambia la realtà: io e Lorenzo abbiamo firmato un contratto con lo Stato per avere diritti che non c’era altro modo per ottenere così rapidamente.

E, allora, è proprio dall’abito da sposa (e quindi dalla moda) che la sua rivendicazione è partita. Per le sue nozze la sua era una collezione «completamente bianca per tutti», per «desacralizzare il colore nuziale, che cambia significato: il bianco è inclusivo, sintesi additiva di tutti i colori dello spettro»:

Nella collezione di cui ci ha fatto dono, realizzata ad hoc, ci sono solo pezzi intercambiabili, no gender, tra i quali ciascunə ha scelto la combinazione che meglio esprimeva la sua identità. Sul mio vestito c’è un ricamo prezioso di perline: “God save the queer”, la stessa frase che appare sulla t-shirt personalizzata.

Lo stile di Michela Murgia tra le pagine di giornale: “Ci hai insegnato la forza”

Lo stile di Michela Murgia è evidente anche tra la pagina scritta. La scrittrice ha firmato il numero e il fondo per il pride issue del magazine Vanity Fair. In copertina lei col turbante e l’abito d’alta moda di seta di Valentino, al dito un anello nuziale a forma di rana, un animale ibrido come la sua famiglia queer.

Poco dopo la scomparsa di Murgia, anche Sabato De Sarno, nuovo direttore creativo di Gucci che ha conosciuto Murgia nell’atelier di Valentino, la ricorda scrivendo su Instagram: “Michela, ci hai fatto sentire meno soli, e ci hai insegnato cos’è la forza”.

Leggi anche: Tomatocore: “Torna il vento anni ‘50 della moda al pomodoro”

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