Lavoro agile: tutto ciò che c’è da sapere

Lavoro agile, perché è importaaffidarsi a professionisti del settore in grado di rappresentare il lavoratore nelle opportune sedi giudiziarie.

Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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È importante consultare un professionista con una notevole esperienza, per gestire nel modo migliore determinati problemi correlati ad esempio alla cessazione del rapporto lavorativo o all’attività lavorativa in smart working.

In riferimento a quest’ultima, un aspetto da sottolineare è che quello che viene definito anche come lavoro agile, che è stato introdotto nel 2017. Ma è da quando è iniziata l’emergenza dovuta dalla pandemia che questa tipologia di lavoro si è diffusa in una maniera capillare.

Per questo sono tanti i motivi per cui le persone decidono di rivolgersi a un avvocato diritto del lavoro Roma.

Il lavoro agile e la subordinazione

Il lavoro agile non è un tipo diverso di rapporto lavorativo, ma una particolare procedura che regolamenta la prestazione del lavoratore.

Dall’altra parte il lavoro agile ha una natura basata sulla subordinazione e rappresenta un modo di attuazione del rapporto lavorativo subordinato, organizzata attraverso un accordo tra le due parti.

Pertanto, il datore lavorativo potrà solo stabilire delle limitazioni di esercizio.

L’accordo preso mediante il lavoro agile si può effettuare tramite il contratto di lavoro subordinato nella sua versione standard.

Nel lavoro agile c’è l’obbligo di trovare le modalità esecutive della prestazione e le forme di esercizio riguardanti il potere direttivo. Tale obbligo è utile per rendere più forte la forma autonoma del lavoratore durante l’esecuzione del rapporto.

Dunque nel lavoro agile non vi sono particolari condizioni associate all’orario e al posto lavorativo, ma comunque bisogna sempre attenersi ai limiti corrispondenti alla massima durata dell’orario lavorativo sia giornaliero che settimanale.

La differenza tra il lavoro agile e le collaborazioni stabilite dal committente

L’eventualità attinente il fatto di poter effettuare il lavoro agile senza dover rispettare degli specifici orari lavorativi vale soltanto se risulta delineato in forma scritta.

Lavorare senza obblighi di orari significa esattamente che il lavoratore, proprio basandosi su una propria autonomia, ha la capacità di saper gestire il proprio tempo tra il lavoro e la vita privata. In ogni caso il lavoratore deve rimanere a disposizione del datore di lavoro. Mentre per quanto concerne la collaborazione stabilita dal committente, il dipendente è soggetto all’etero-organizzazione, ma è libero di decidere se accettare o meno la chiamata lavorativa.

La durata massima giornaliera e settimanale e il diritto alla disconnessione

Al lavoratore bisogna assicurare la tutela della sua salute, nonché la sua sicurezza.

Questo è un diritto imprescindibile anche per il lavoro agile, in quanto il lavoratore ha diritto a un tempo di riposo minimo quotidiano ininterrotto corrispondente a 11 ore.

Esiste inoltre un collegamento tra il diritto alla disconnessione e lo strumento adoperato per la misurazione dell’orario di lavoro.

Infatti, i lavoratori hanno il diritto di richiedere il registro concernente il loro orario lavorativo.

In definitiva il datore di lavoro deve effettuare un controllo della durata delle funzioni lavorative e garantire il diritto alla disconnessione.

Ma contemporaneamente deve pure rispettare le tempistiche di riposo, garantendo altresì una soddisfacente vita personale e familiare del lavoratore.

L’iter del lavoro agile

I fattori che caratterizzano il lavoro agile sono diversi. Prima di tutto c’è una notevole forma di autonomia, flessibilità e libertà del lavoratore.

Poi si aggiunge la mancanza di particolari vincoli di orario a garanzia dell’essere autonomo e libero, in riferimento al lavoratore stesso.

Ne consegue che l’aspetto dell’autonomia per il lavoratore risulta indispensabile.

Il lavoro agile applicato durante l’emergenza dovuta dalla pandemia, si è accostato parecchio al lavoro vero e proprio svolto in ufficio. Ciò per via di una forma lavorativa imposta a organizzazioni che non erano preparate a sostenere tale cambiamento nel modo più adeguato. Ma il lavoro agile idealmente nasce quando le organizzazioni correlate a esso lasciano una piena autonomia e flessibilità al lavoratore.

A questo punto spetta al legislatore tutelare maggiormente i diritti dei lavoratori in modo tale da evitare possibili anomalie di applicazione delle norme, che possano incrementare contenziosi in Tribunale per far accertare il rispetto della normativa vigente in tema di lavoro agile a tutela dei prestatori di lavoro.

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