La casa è diritto di tutti: l’accesso al credito immobiliare sarà garantito?

Aldo Torchiaro
Aldo Torchiaro
Aldo Torchiaro, giornalista da quando si usavano le macchine da scrivere, si occupa oggi di innovazione digitale, nuovi media, e-democracy.
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Nel momento in cui lo spread si impenna e fa correre al rialzo il tasso variabile dei mutui ipotecari, il governo non predispone le misure necessarie a rendere possibile l’accesso al credito di milioni di italiani: anche il ricorso alle piattaforme di social lending per l’acquisto della abitazione è per il momento escluso. Erano stati eletti contro la casta, non contro la casa. E invece la manovra di bilancio del governo Conte avrà come primo esito un esodo: quello dei giovani e dei lavoratori aticipi dall’accesso al credito immobiliare.

Cosa cambia per chi cerca casa

Viene infatti meno il Fondo Consap, stanziato da anni a favore di precari, partite Iva, giovani coppie con reddito variabile. Una dotazione che serviva a garantire da parte dello Stato la solidità della richiesta ed ha reso possibile nell’ultimo trienno l’acquisto di oltre quarantamila abitazioni, generando un volume d’affari e di indotto, se teniamo conto delle ristrutturazioni, prossimo allo 0,5 % del Pil. Una voce importante e anche strategica ai fini del consenso, se valutiamo l’impatto negativo che la scelta del governo giallo-verde avrà sulla platea del milione e quattrocentomila potenziali interessati.

La corsa agli ultimi mutui

Il 2018 si chiude non a caso con una corsa disperata agli ultimi sgoccioli dei mutui erogati con il fondo Consap. Si registra a novembre la crescita sia delle richieste di mutui e di surroghe sia l’importo medio. Secondo il Barometro Crif relativo all’andamento delle richieste di mutui da parte delle famiglie italiane, a novembre si conferma un trend di netta impennata (+3,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) delle interrogazioni registrate sul sistema di informazioni creditizie di Crif relative alle richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane. Un indicatore che rivela quale sia la paura dei richiedenti: quella di non usufruire più dell’accesso al credito immobiliare nel futuro.

L’allarme inascoltato dei consumatori

Adiconsum ha lanciato l’allarme sulla imminente fine delle risorse del Fondo mutui prima casa, gestito da Consap, Concessionaria servizi assicurativi Pubblici S.p.A.. Da quando è diventato operativo e cioè dal 2015 fino ad oggi, i mutui ipotecari accesi sono stati 40.432 per un valore di 4,5 miliardi di euro. Ai consumatori si sono unite le associazioni del credito, prima tra tutte l’Abi guidata da Giovanni Sabatini, che due settimane fa davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato ha sottolineato il duplice risultato finora ottenuto:

Il mutuo Consap ha favorito l’acquisto della prima casa per molte famiglie, soprattutto composte da giovani di età inferiore ai 35 anni, senza che siano richieste ulteriori garanzie oltre all’ipoteca sull’immobile da adibire ad abitazione principale e sostenere il mercato immobiliare residenziale.

Il social lending sta a guardare

Le piattaforme finanziarie online, malgrado l’attenzione di politica e mercato al tema del Fin-tech, non riescono ad essere protagoniste della stagione di intervenuta necessità del credito immobiliare. Nonostante i proclami, Lega e M5S non hanno ad oggi attribuito al social-landing, ovvero alle piattaforme in cui i cittadini si prestano denaro reciprocamente, sulla base della fiducia e al di fuori del protocollo bancario, alcuna valenza operativa sul mercato del credito immobiliare. Lo spread sale, scoraggiando i mutui tradizionali e provocando un vertiginoso aumento dei tassi variabili. Il fondo Consap non è ripristinato. Il social lending è precluso. Gli italiani saranno padroni a casa loro, ripete il Governo. Sì, ma quale casa?   di Aldo Torchiaro

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