Covid, lo studio irlandese: “Irrisoria la percentuale di contagi all’aperto”

Uno studio irlandese conferma che il rischio di contagi Covid nei luoghi all'aperto è veramente basso, ancor di più se si usano mascherine e si rispettano le distanze di sicurezza.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Secondo un recente studio irlandese soltanto lo 0,1% dei casi registrati in Irlanda da inizio pandemia ad oggi può essere ricondotto a contagi Covid presi fuori dai luoghi chiusi.

Anche altri studi confermano quello che la scorsa estate è parso evidente a tutti. Stando maggiormente all’aperto la curva dei contagi si era abbassata notevolmente.

Contagi Covid, cosa dice lo studio irlandese?

contagi covid_all'aperto

A rendere noto lo studio ci ha pensato il Centro di sorveglianza per la protezione della salute irlandese, noto come l’Health Protection Surveillance Center (HPSC), che ha forniti i dati al quotidiano The Irish Times.

I cercatori fanno sapere quali sono i luoghi su cui è basato lo studio:

I luoghi che sono principalmente associati ad attività all’aperto, ovvero sport all’aria aperta e cantieri edili, o focolai che menzionano specificamente nei commenti che un luogo o un’attività all’aperto era coinvolta.

Lo studio irlandese ha dimostrato con i numeri l’evidenza di quanto sia difficile contrarre il Covid all’aperto.

Su 232.164 casi registrati in Irlanda da inizio pandemia fino al 24 marzo di quest’anno solo 262 fanno riferimento a trasmissioni avvenute all’aperto, che in percentuale rappresenta lo 0,1% del totale.

Nello specifico si tratta di 42 focolai associati a raduni all’aperto di cui uno rappresenta un focolaio comunitario che ha registrato 7 casi, 21 sono stati registrati nei cantieri edili con 124 casi e altri 20 sono legati ad attività sportive e fitness in cui si sono verificati 131 casi.

Inoltre l’Ente ha precisato che “non è possibile determinare dove è avvenuta la trasmissione” facendo riferimento al momento preciso in cui può essere avvenuto il contagio.

Contagi Covid, altre ricerche confermano studio irlandese

Gli irlandesi non detengono il primato delle ricerche sui contagi Covid in ambienti all’aperto.

Uno studio realizzato in Cina che ha coinvolto 1.245 contagi ha dimostrato che solo tre casi erano attribuibili ad attività all’aperto, presumendo si tratti sempre di situazioni in cui non si rispetta la distanza di sicurezza.

L’80% dei contagi sarebbe avvenuto all’interno delle mura domestiche mentre il 34% sui mezzi pubblici.

Altri dati interessanti provengono dal ricercatore Swinkels, K, il quale basandosi solo su articoli di giornali, sta compilando un database con gli eventi superspreading, ossia super diffusori, del Covid-19.

Su 33.741 casi segnalati solo 11 sono avvenuti in ambienti all’aperto.

Anche uno studio della California, che ha raccolto cinque ricerche internazionali sulla diffusione del Coronavirus, conferma la tesi dei ricercatori irlandesi. E afferma che la possibilità di contrarre il Covid in un ambiente chiuso è 19 volte più probabile rispetto all’aria aperta.

Dello stesso avviso, come riporta l’Irish Times, è il professor Mike Weed dell’Università di Canterbury, il quale revisionando 27.00 casi di Covid-19 su 6.000 differenti archivi di dati ha concluso che il numero di casi associati alla trasmissione all’aperto era “così basso da essere statisticamente insignificante”.

Leggi anche: San Pa, 50% di positivi Covid tra gli ospiti, nessuno grave, Boschini: “Studieremo la comunità”

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