Nel 2029 dovrebbe essere realizzato il primo computer quantistico fault tolerant. Questo è l’obiettivo dei laboratori di ricerca IBM, azienda informatica statunitense che si pone come apripista per la rivoluzione nel modo di usare l’intelligenza artificiale.
A farlo sapere è Wired, che spiega anche cosa sia la fault tolerance. Essa indica la capacità dei computer quantistici di continuare a funzionare nonostante i suoi altri componenti commettano errori, data la fragilità dei qubit.
Secondo Alessandro Curioni, direttore dell’IBM Research di Zurigo, si tratta di una rivoluzione nel mondo quantistico: “L’uso di modelli di AI, calcolo tradizionale e calcolo quantistico consente di arrivare a risultati che al momento è anche difficile riuscire a immaginare“.
Il nuovo computer quantistico
L’azienda statunitense IBM si è posta l’obiettivo di creare, entro il 2029, il primo computer quantistico fault tolerant, in grado di continuare a lavorare nonostante gli errori commessi dai suoi altri componenti. Ciò accade perché i qubit sono fragili e possono perdere informazioni, cambiare stato o essere disturbati dall’ambiente.
Eliminare tali errori, quindi, è una delle principali sfide dei ricercatori. Con l’obiettivo che si è posto IBM ci si allontana così dal semplice studio del quantum computering, per avvicinarsi di più all’applicazione pratica delle ricerche condotte.
Alessandro Curioni, direttore dell’IBM Research di Zurigo, durante un incontro con la stampa europea, ha spiegato quale sarà l’impatto dello studio a livello pratico. Ecco le sue dichiarazioni, riportate da Wired:
Gli attuali computer quantistici sono in grado di compiere 5.000 operazioni con un buon livello di affidabilità.
Raggiungere la fault tolerance consentirà di eseguirne 100 milioni.
Per la prima volta ci troviamo di fronte a uno scenario in cui hanno fatto la loro comparsa due profonde innovazioni tecnologiche contemporaneamente.
L’impatto dei nuovi modelli di AI e della disponibilità di computer quantistici apre degli scenari completamente nuovi.
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L’importanza dell’intelligenza artificiale

Secondo Alessandro Curioni, quindi, è rilevante lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, in contemporanea con lo studio sul computer quantistico fault tolerant. Il direttore dell’IBM Research di Zurigo ha, infatti, proseguito:
Fino a oggi il modo di operare prevedeva l’analisi di un problema “fisico”, farne un’astrazione sotto forma di un’equazione e ottenere la soluzione, tutto in maniera estremamente lineare.
Con l’AI, tutto questo è cambiato.
Oggi è possibile creare grandi modelli di intelligenza artificiale dai quali è possibile derivare ulteriori modelli specializzati, che sono in grado di risolvere problemi che prima erano fuori dalla nostra portata.
In questo modo, il quantum computering riesce a rappresentare infinite possibili probabilità contemporaneamente, anche se, riporta Wired, non sono garantite migliori prestazioni in tutti gli ambiti. A tal proposito, Curioni ha affermato:
Il vero salto di qualità arriverà combinando tra loro i tre elementi.
L’uso di modelli di AI, calcolo tradizionale e calcolo quantistico consente di arrivare a risultati che al momento è anche difficile riuscire a immaginare.
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Una nuova era del computer quantistico
L’aspetto sul quale bisogna porre l’attenzione riguarda anche il modo in cui riuscire a utilizzare le potenzialità offerte dallo studio di IBM. Alessandro Curioni, riporta Wired, sostiene che l’Europa può inserirsi senza problemi in un ambiente che appare dominato dagli Stati Uniti:
Se si guarda allo scenario legato allo sviluppo hardware, nel settore del quantum computing l’Europa non ha grandi chance.
Le realtà che hanno raggiunto un livello di maturità sufficiente sono società private statunitensi e la Chinese Academy of Sciences.
La vera partita, però, si gioca sulle applicazioni e qui c’è spazio per investire sulle implementazioni pratiche.
Chi riuscirà a lavorare bene in questa prospettiva potrà creare la nuova Silicon Valley e l’Europa può tranquillamente inserirsi in questa partita.
Bisogna sottolineare, inoltre, che gli studi condotti finora sui computer quantistici fault tolerant sono stati basati su simulazioni o ambienti limitati. Quindi, sarà possibile capire in che modo cambierà il settore solo dopo lo sviluppo di una piattaforma hardware realmente affidabile. Aggiunge Curioni:
Ci aspettiamo i maggiori progressi nell’ambito delle simulazioni e delle ottimizzazioni.
Sono ambiti in cui il connubio tra AI e quantum computing possono fare realmente la differenza e serve un approccio che consenta di massimizzare questo processo.
L’approccio migliore, fa sapere Wired, prevede l’apertura dei sistemi, la collaborazione tra realtà accademiche e soggetti privati, il rigore scientifico, l’attenzione a problemi sociali, sicurezza e diritti.

