venerdì, 26 Dicembre 2025
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L’IA rivoluzionerà il lavoro: quali saranno le 3 figure più richieste in futuro?

Dall'esplicatore al pulitore di dati, il mondo del lavoro si trasforma in vista del futuro e premia chi ha le competenze giuste per governare e interpretare l'IA.

Alessio Petrocco
Alessio Petrocco
Estremamente determinato e attento al mondo dell’attualità. Il giornalismo è per lui la voce che trasforma i fatti in storie e le storie in conoscenza.

Entro il 2030 assisteremo a una vera e propria rivoluzione positiva del mondo del lavoro grazie all’AI. Secondo il Future Of Jobs Report 2025 pubblicato dal World Economic Forum, l’innovazione tecnologica non porterà a un deserto occupazionale, ma creerà un terreno fertile per costruire nuove opportunità.

Secondo il Rapporto 92 milioni di ruoli potrebbero essere trasferiti o automatizzati, ma in compenso ne nasceranno 170 milioni nuovi. Il risultato vede un saldo netto positivo di 78 milioni di ulteriori posti di lavoro. Non si tratta però di un passaggio indolore o automatico, il mercato subirà infatti una “job disruption” del 22%. Saranno sempre meno richieste figure tradizionali che svolgono compiti ripetitivi per lasciare spazio a competenze e ruoli inediti.

Le aziende sono già a caccia di profili innovativi, capaci di dialogare con le macchine, gestirle, e soprattutto comprenderle. Nel prossimo futuro ruoli ibridi di questo tipo saranno indispensabili per tradurre la complessità tecnologica in valore reale e garantire che l’automazione resti sempre al servizio dell’uomo.

I 3 lavori del futuro grazie all’AI

IA

Ma quali saranno, nel concreto, questi nuovi mestieri? In un articolo pubblicato sul prestigioso “The Wall Street Journal” l’esperto Robert Seamans ipotizza la nascita di alcune figure professionali altamente specializzate, necessarie per gestire la complessità crescente dei sistemi intelligenti. Ecco i 3 profili che diventeranno presto indispensabili per le aziende di tutto il mondo.

L’Esperto Esplicatore

La prima figura identificata da Robert Seamans è quella dell’esplicatore. Secondo l’autore dell’articolo, i sistemi di AI sono spesso delle “scatole nere”: imperscrutabili, capaci di fornire risposte inaspettate o addirittura di inventarsi nozioni. Quando un algoritmo negherà un prestito, raccomanderà una cura medica o selezionerà un curriculum, sarà necessario qualcuno capace di tradurre il linguaggio della macchina in termini comprensibili per manager, giudici e regolatori.

Seamans porta l’ipotesi concreta di un incidente tra un autobus autonomo e un’auto privata a guida autonoma:

il software di entrambi i veicoli era aggiornato?

Se uno dei due non lo era, è colpa del proprietario, o forse del produttore dell’autobus, o del fornitore del software?

In tribunale, l’esplicatore sarà la figura chiave per fornire testimonianze e interpretare i fatti digitali per la giuria, aiutando a stabilire con certezza se l’errore sia imputabile alla macchina, al software o all’essere umano che l’ha programmata.

Revisori e Pulitori

La seconda categoria introdotta riguarda revisori e pulitori, figure che si occuperebbero di un problema già esistente, come afferma Seamans:

Oggi vediamo le aziende lottare per gestire problemi come i pregiudizi nelle decisioni sull’AI.

Revisori e pulitori lavorerebbero insieme per individuare e risolvere questo tipo di problemi.

Il Revisore avrà il compito di effettuare controlli regolari, anche quotidiani, per verificare se i sistemi producono risultati distorti o discriminatori. Una volta individuato il problema, interverrà il Pulitore, che avrà il compito di ‘aggiustare il sistema’, ad esempio addestrandolo con nuovi set di dati più equilibrati ed inclusivi.

Il selezionatore di AI

Con il proliferare di tecnologie differenti, le aziende rischiano di perdersi nel caos, e qui entrerebbe in gioco il selezionatore di AI, che avrà dunque il compito di guidarle nell’acquisto e nell’installazione della tecnologia più adatta alle loro specifiche esigenze.

Ad esempio, come riporta il “Wall Street Journal”, un’azienda di vendita al dettaglio potrebbe aver bisogno di un’AI predittiva per analizzare la cronologia acquisti dei clienti, o magari di un’AI generativa per creare materiali di marketing.

Inoltre, l’integrazione dell’intelligenza artificiale richiederà un aggiornamento massiccio della forza lavoro. Nascerà quindi un nuovo tipo di formatore che, a differenza dei corsi tradizionali, sfrutterà l’AI stessa per insegnare ai lavoratori.

E dunque, mentre i mestieri ripetitivi declinano, si apre un vasto orizzonte per chi saprà diventare interprete, guida e controllore delle nuove tecnologie. L’integrazione dell’intelligenza artificiale in questo modo non segnerà la fine del lavoro dell’uomo e l’inizio di quello delle macchine, ma l’avvio di una collaborazione più complessa e potenzialmente più ricca tra i due.

Leggi anche: Nel 2029 salto epocale per l’AI: risultati fuori controllo con il primo computer quantistico

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Alessio Petrocco
Alessio Petrocco
Estremamente determinato e attento al mondo dell’attualità. Il giornalismo è per lui la voce che trasforma i fatti in storie e le storie in conoscenza.

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