L’influencer Elena Huelva muore a 20 anni per sarcoma di Ewing: “La mia vita non è stata vana”

Dopo quattro anni di lotta, l'influncer di Siviglia Elena Huelva, 20 anni, è morta. La giovanissima è stata uccisa dal sarcoma di Ewing.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Aveva raccontato la sua malattia sui social, lanciando messaggi di speranza alle centinaia di migliaia di followers che la seguivano e che le sono stati accanto fino all’ultimo. Ma, dopo quattro anni di lotta, l’influncer di Siviglia Elena Huelva, 20 anni, è morta. La giovanissima è stata uccisa dal sarcoma di Ewing, un raro tipo di tumore che si manifesta nelle ossa o nei tessuti molli che le circondano.

Un mese fa, la 20enne diceva sulla sua malattia: “Alla fine, la vita è rappresentata dai ricordi che portiamo con noi, le persone, l’amore, e io ho già vinto. Per l’amore, per la mia lotta, per le persone, per sempre”. D’altronde, la parola d’ordine di Elena Huelva era “la mia volontà vince” (#MisGanasGanan), un motto che l’aveva resa un chiaro esempio di forza, resilienza e amore per la vita.

Poi, negli ultimi tempi, il peggioramento delle sue condizioni di salute, del quale aveva aggiornato i suoi followers in un video su Instagram: “Qualunque cosa accada – aveva detto la giovane – so che la mia vita non è stata vana, perché ho combattuto e ho ottenuto ciò che volevo”.

L’influencer Elena Huelva muore a 20 anni per sarcoma di Ewing: la sua lotta iniziata nel 2018

La lotta di Elena Huelva contro il sarcoma di Ewing è iniziata nel 2018. Da quel momento la giovane ha cominciato a condividere sul proprio profilo contenuti relativi alla sua malattia e al modo in cui la stava affrontando, acquisendo così sempre più followers pronti ad offrirle il loro supporto. La 20enne, tra l’altro, si è pure spesa in numerose occasioni per sensibilizzare sulla necessità di finalizzare maggiori risorse alla ricerca sul cancro.

L’impegno e la tenacia dimostrati da Elena hanno conquistato il cuore di molte persone, come dimostra il fiume di affetto, ammirazione, dolore e gratitudine che si è riversato sul profilo della 20enne quando la famiglia ne ha annunciato la morte. “Da stamattina Elena vi guarda dalla sua stella. Grazie di tutto”, questo il messaggio comparso sulla pagina social della giovane, seguita da oltre 900mila followers.

Molte anche le personalità politiche e del mondo dello spettacolo che hanno espresso il proprio cordoglio alla notizia della morte di Elena Huelva, tra cui spiccano Aitana, Alejandro Sanz, la conduttrice Ana Obrégon (che ha perso il figlio sempre a causa del sarcoma di Ewing) e il presidente della Junta de Andalucia Juanma Moreno.

Cos’è il tumore di Ewing, la malattia di Elena Huelva

Come riporta Airc, con l’espressione “tumore di Ewing” si indica una famiglia di forme tumorali che possono essere localizzate in aree diverse del corpo, ma che hanno un’origine comune e caratteristiche simili dal punto di vista istologico e genetico. Queste forme tumorali provengono da cellule staminali indifferenziate di origine mesenchimale o neuroectodermica, cioè da quei tessuti che, nell’embrione, danno origine al sistema muscoloscheletrico e nervoso.

Il sintomo principale del tumore di Ewing è il dolore nel punto corrispondente alla presenza della malattia (soprattutto nel caso dei sarcomi localizzati alle ossa). Molti sarcomi ossei di Ewing e quasi tutti quelli extra ossei causano anche gonfiore o masse visibili soprattutto quando il tumore si sviluppa a livello di braccia e gambe.

I tumori di Ewing sono piuttosto rari: per il sarcoma, per esempio, si registrano in Italia meno di 100 nuovi casi ogni anno. Le cause che portano allo sviluppo dei tumori di Ewing non sono ancora state identificate con certezza, ma è noto che il rischio di andare incontro a queste malattie è più elevato nei bambini e negli adolescenti ed è una volta e mezza più elevato nei maschi rispetto alle femmine. Sono state anche individuate alcune mutazioni genetiche nelle persone con tumori di Ewing e nell’85 per cento dei casi si tratta di modificazioni che coinvolgono i cromosomi 11 e 22.

Per avere una diagnosi, però, è necessario rivolgersi a uno specialista ed effettuare una radiografia. Dopo la diagnosi, è importante stabilire subito lo stadio della malattia per poter procedere con la terapia più adeguata. In alcuni casi, il tumore viene contrastato con chemioterapia, radioterapia o con la chirurgia, oppure con una combinazione delle tre, ma è possibile utilizzare anche alte dosi di chemioterapia seguite dal trapianto di cellule staminali che sostituiscono le cellule del midollo distrutte dai farmaci chemioterapici.

La sopravvivenza varia molto a seconda della natura metastatica o meno del tumore: nei giovani con tumore localizzato alle estremità non metastatico la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 70%, mentre cala bruscamente al di sotto del 40% se all’esordio sono presenti metastasi.

Leggi anche: Chi è Aleksander Mateusz Chomiak, l’aggressore della ragazza israeliana alla stazione Termini

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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