Verona, 89 neonati morti o malati per batterio killer: 7 indagati. Una mamma: “Un primo passo”

La Procura di Verona ha iscritto 7 persone al registro degli indagati per l'inchiesta portata avanti all'Ospedale della Mamma e del Bambino sull'infezione da Citrobacter, il "batterio killer” che ha colpito 89 neonati uccidendoli o scatenando in loro gravi conseguenze fisiche.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
spot_img

Ci sono novità ruguardo l’inchiesta portata avanti all’Ospedale della Mamma e del Bambino di Verona sull’infezione da Citrobacter, il “batterio killer” che ha colpito 89 neonati uccidendoli o scatenando in loro gravi conseguenze fisiche. La Procura di Verona ha iscritto sette persone al registro degli indagati, con le ipotesi di reato di omicidio colposo e di lesioni colpose gravi e gravissime in ambito sanitario.

Stando a quanto riportato dal Corriere di Verona, ad essere indagati sarebbero ex vertici e alcuni medici della struttura ospedaliera, già oggetto di provvedimenti amministrativi da parte dell’azienda Ulss scaligera. Si tratta dell’ex direttore generale Francesco Cobello, che attualmente dirige la Fondazione Scuola Sanità Pubblica, di Chiara Bovo, ex direttrice sanitaria e ora a capo della funzione ospedaliera a Schiavonia, di Giovanna Ghirlanda, direttrice medica della struttura, di Paolo Biban, primario di pediatria, Evelina Tacconelli, direttrice di Malattie Infettive, Giuliana Lo Cascio, ex primario facente funzioni di Microbiologia e Virologia e, infine, di Stefano Tardivo, risk manager dell’Ospedale.

Infezione da Citrobacter già attiva dal 2018: il rubinetto contaminato e le regole di igiene non seguite

Infezione da Citrobacter già attiva dal 2018: il rubinetto contaminato e le regole di igiene non seguite

Infezione da Citrobacter, 7 indagati. Già il 5 settembre 2020, l’ex direttore generale Francesco Cobello aveva sospeso temporaneamente Biban, Bovo, Ghirlanda e Lo Cascio, i quali, poi, erano potuti rientrare a lavoro. Oggi al centro delle accuse ci sono elementi nuovi, evidenziati nella relazione degli ispettori della Regione Veneto. Nello specifico, sarebbe emerso che il focolaio epidemico di Citrobacter era attivo fin dal 2018, soprattutto a causa dell’utilizzo dell’acqua di un rubinetto contaminato per la preparazione del latte in polvere.

Poi, è stato messo in luce lo scarso rispetto delle regole di igiene nell’Ospedale. In uno dei filmati a disposizione della Procura, risalente al 2019, si vede chiaramente un medico che entra in reparto senza mascherina, con in bocca un lecca-lecca. Poco dopo, compare un fattorino senza sovracamice, calzari o guanti sterili, ma con scarponcini visibilmente sporchi, ben inquadrati da chi stava filmando tutto clandestinamente. Il 12 giugno 2020, quando i casi di infezione aumenteranno, i genitori delle piccole vittime faranno partire le proteste. Solo in quel momento il punto nascite verrà chiuso e sanificato.

L’inchiesta penale è stata svolta con grande cautela. La procuratrice Angela Barbaglio ha spiegato che “il coinvolgimento dei medici è dovuto al fatto che, nei rispettivi ruoli che ricoprivano all’epoca, nel momento in cui comparvero le prime avvisaglie, i primi segnali di allarme sulla possibile presenza del Citrobacter, a nostro avviso avrebbero omesso di adottare quei provvedimenti che avrebbero potuto evitare il peggio.

Infezione da Citrobacter, parla la mamma di una delle vittime: “Oggi provo un senso di giustizia”

Infezione da Citrobacter, parla la mamma di una delle vittime: "Oggi provo un senso di giustizia"
Francesca Frezza, mamma della piccola Nina

Infezione da Citrobacter a Verona: oggi per i genitori che hanno perso i loro piccoli a causa del “batterio killer” sembra essere stata fatta giustizia. Francesca Frezza è la mamma di Nina, uno dei tre neonati uccisi dal Citrobacter nel reparto nascite dell’ospedale Borgo Trento di Verona. La piccola aveva perso la vita dopo aver subito gravissime lesioni al cervello per un’infezione contratta nel reparto di neonatologia, a seguito di una lunga agonia. Così come accaduto ai neonati Alice e Tommaso, anche loro uccisi dal “batterio killer”. Moltissimi altri bambini, invece, sono sopravvissuti all’infezione, ma dovranno trascorrere la loro vita accompagnati da gravi menomazioni psichiche. Francesca Frezza, la mamma di Nina, ha detto:

Quello che provo oggi è un senso di giustizia. Ho sempre pensato che sarebbe andata così, non per una fiducia generica nella giustizia, ma perché non ho mai nutrito il dubbio che la Procura non lavorasse seriamente.

Questo è un primo punto importante, che dimostra come la struttura sanitaria di uno dei più importanti ospedali del Veneto abbia vacillato. Non si sono accorti di quello che stava accadendo, del focolaio infettivo in atto. E questo è avvenuto per un periodo lunghissimo.

Leggi anche: Chloe Guglielmino, 11 mesi, è morta per malasanità: “Si poteva intervenire”

spot_img

Correlati

Perché il primo maggio è la data ufficiale della festa dei lavoratori? Ecco l’origine

Il primo maggio è il giorno in cui si celebra la Festa dei lavoratori,...

Concerto del primo maggio, scaletta, i cantanti sul palco e a che ora va in onda

Manca poco al Concerto del Primo Maggio che quest'anno non avrà luogo nella solita...

Vittorio Sgarbi: “Mi candido alle Europee con FdI. Ne ho parlato con Meloni”

Vittorio Sgarbi ha confermato a "Repubblica": si candida nella lista di Fratelli d'Italia alle...
Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
spot_img