Dopo 42 anni incontrano il bimbo che salvarono: “Gli angeli del terremoto di Irpinia”

42 anni fa una squadra composta da 8 vigili del fuoco salvò Toni, bambino di 11 anni, dalle macerie del terremoto d'Irpinia. A distanza di quasi mezzo secolo si sono riabbracciati.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Era il 23 novembre 1980 quando si verificò una fra le più grandi tragedie vissute dal nostro Paese, il terremoto di Irpinia. Da quel giorno, sono trascorsi 42 anni. 4.259 vigili del fuoco partirono verso le aree colpite dal sisma, con oltre 1.100 mezzi, per salvare vite.

Tra questi, una squadra di 8 vigili da Verona si mobilitò alla volta dell’Irpinia, salvando un bimbo di 11 anni. Ieri, alla vigilia del ricordo della ricorrenza, la stessa squadra si è riunita per scattare una foto nella stessa posa di 42 anni fa, insieme al bambino salvato, ormai diventato un uomo.

Il terremoto di Irpinia

Quarantun’anni fa ebbe luogo il terremoto dell’Irpinia, uno degli eventi sismici più gravi della storia italiana. La terrà iniziò a tremare alle 19.34 del 23 novembre 1980, quando una scossa di magnitudo 6.9 colpì un’area compresa tra Basilicata e Campania. Il sisma ebbe una durata di 90 secondi.

Il bilancio fu gravissimo: 3000 vittime, 9000 feriti e circa 280 mila sfollati. Nonostante l’epicentro fosse situato tra Basilicata e Campania, la scossa venne avvertita in mezza Italia, dalla Sicilia orientale alla Pianura Padana.

Il bambino salvato dalle macerie

Tra le squadre partite dai tanti comandi di tutta Italia verso le zone colpite dal terremoto di Irpinia c’era anche quella composta da otto vigili provenienti da Verona: Luigi, il capo reparto, Giovanni R., il capo squadra, Remo, Giovanni S., Fabrizio, Marco, Ettore e Roberto. Partita nella tarda sera del 23 novembre alla volta di Padova per unirsi alla colonna mobile regionale, la squadra giunse ad Avellino, per essere subito dirottata a Lioni, un paesino a pochi chilometri di distanza.

Nell’area in cui furono assegnati, dove era presente una delle numerose palazzine crollate, si temeva potessero esserci delle persone sepolte tra le macerie, ma dopo 24 ore ininterrotte di ricerche non ci fu nessun ritrovamento. Solo il mattino del 26 novembre, in un momento di silenzio assoluto con strumenti e ruspe spente, la squadra sentì il lamento di un bambino. Così, con non poche difficoltà e rischi, anche dovuti alle frequenti scosse sismiche, rimasero sempre in contatto vocale con lui, scavando per 4 ore con martelli, scalpelli, dischi da taglio, le stesse mani. Dopo un tempo che parve infinito, finalmente raggiunsero il piccolo, a tre metri di profondità.

Toni, il bambino salvato dal terremoto di Irpinia

Toni è il nome del bambino di 11 anni: dopo aver passato tre giorni intrappolato dalle macerie, era salvo. Il capo reparto, Luigi, sulla sua relazione d’intervento il 2 marzo del 1981 scrisse a proposito di quei momenti durante il terremoto di Irpinia:

Penso che sia stato il momento più toccante che ci ha ripagato di tutto il lavoro svolto durante il periodo di permanenza a Lioni.

Un’altra foto dopo 42 anni

Prima di partire dalla caserma di Verona verso il sud Italia colpito dal terremoto di Irpinia, la squadra formata da 8 vigili del fuoco scattò una foto tutti assieme. Gli stessi eroi che salvarono Toni si sono rincontrati dopo 42 anni e hanno riproposto lo stesso scatto con la stessa posa che avevano quel giorno. L’unica differenza è che tra loro c’è anche un uomo accovacciato, il secondo da destra. È lui quel bambino che deve loro la vita, ormai diventato un uomo.

Una storia, questa, di grande eroismo e di affetto tra colleghi durata più di 40 anni e cominciata con il terremoto di Irpinia. Di quella squadra di salvataggio nel 2001 è venuto a mancare Giovanni. Ma nella nuova foto il suo posto non è rimasto vuoto: è stato sostituito da suo figlio Andrea, anche lui vigile del fuoco.

Leggi anche: Terremoto Marche: è davvero collegato alle trivellazioni in Adriatico

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Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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