Il vino fa male sì o no?

Questa la domanda del momento. Ma qual è la verità?

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Il vino fa male? Questa è la domanda degli ultimi giorni. Il dubbio espresso nel quesito è stato rimarcato dall’immunologa Antonella Viola che, una volta per tutte, ha messo un punto all’adagio secondo cui un bicchiere di vino a tavola ogni giorno fa bene al sangue e allo spirito.

Il commento della ricercatrice riguardo all’equiparazione in Irlanda dell’alcol alle sigarette, con il via libera da parte dell’Ue, ha fatto scalpore: “Chi beve ha il cervello più piccolo”, ha dichiarato, tra le altre cose, la docente dell’Università di Padova, scatenando le reazioni sul web e tra gli stessi colleghi della comunità scientifica. Ma è vero o no che il vino fa male?

Il vino fa male: il parere di Antonella Viola

Il vino fa male: questo è quello che, a chiare lettere, ha espresso la ricercatrice Antonella Viola. Così ha appoggiato l’introduzione da parte del governo di Dublino delle etichette con le avvertenze sui danni alla salute anche sulle bottiglie di alcolici, come per le sigarette.

Questa decisione è definita “giustissima” dalla professoressa Viola, che al Corriere della Sera ha detto:

Bisogna far sapere che l’alcol è incluso nella lista delle sostanze cancerogene di tipo 1, come amianto e benzene. È chiaro il legame tra il consumo di alcol, e non solo l’abuso, e i tumori al seno, del colon-retto, al fegato, all’esofago, a bocca e gola“.

La risposta della comunità scientifica

Il vino fa male. Questa è la conclusione, al di là delle polemiche, condivisa dalla comunità scientifica. Ma è l’approccio a questo tema che cambia, essendo l’Italia un Paese democratico. Gilberto Corbellini, professore ordinario di storia della medicina e docente di bioetica alla Sapienza Università di Roma, ha dichiarato all’HuffPost:

La professoressa Viola non riporta dati sbagliati. È l’agenzia dell’OMS che classifica i carcinogeni, ad equiparare l’alcool all’amianto. Anche lo studio che mettere in relazione il consumo di alcool con la riduzione delle dimensioni del cervello è consultabile su una rivista di tutto rispetto come Nature Communition.

In linea di principio non sarei contrario ad avvisare, scrivendolo sulle bottiglie, le persone circa i rischi legati al consumo di alcool. Quello che eviterei è di discutere questioni e fatti scientifico/sanitari in termini moralistici e paternalistici, scatenando cioè una polarizzazione, uno scontro pubblico irrazionale tra chi è pro e chi contro. A vantaggio della confusione tra i cittadini. Perché questo ha effetti devastanti per la credibilità della scienza. E naturalmente sul piano informativo ed educativo. Lo abbiamo pesantemente vissuto durante la pandemia.

Il vino fa male: la scelta del Canada

Nel frattempo, fuori dai confini italiani ed europei, molti paesi prendono decisioni molto più drastiche. Limitarsi a soli due drink a settimana, puntando a ridurre del tutto l’alcol. Sono le regole contenute nelle nuove linee guida in Canada sull’uso dell’alcol. 

Le raccomandazioni rappresentano un drastico cambiamento rispetto alle precedenti del 2011, dove il livello di “basso rischio” veniva identificato in non più di 10 drink a settimana per le donne e 15 drink a settimana per gli uomini.

Pareri contrapposti in Canada

Mentre alcuni, come Taryn Grieder, professore di psicologia all’Università di Toronto, credono che “le persone abbiano preso l’idea che l’alcol potesse avere benefici per la salute e l’abbiano davvero accettata”. Atri credono che davvero, in tal modo, alcuni benefici dell’alcol vengano messi a tacere. A tal proposito, Dan Malleck, professore di scienze della salute presso la Brock University, ha detto:

Questo tipo di ricerca spesso non considera altri parametri riferiti alla salute generale di un individuo e il benessere che può derivare da un uso consapevole dell’alcol. Con il loro lavoro come Centro canadese per l’abuso di sostanze e le dipendenze, non c’è spazio per considerare che potrebbero esserci benefici. Il loro compito è trovare danni. La ricerca che stanno utilizzando ignora anche il divertimento, il piacere, il sollievo dallo stress e la collegialità associati all’alcol.

Malleck ha descritto le linee guida come “irresponsabili” e ha affermato che rischiano di creare “ansia e stress” tra i canadesi che una volta si consideravano bevitori moderati, ma ora occupano una categoria “ad alto rischio”.

Etichette per illustrare i rischi

La CCSA ha anche suggerito che potrebbero esserci vantaggi nell’etichettatura obbligatoria delle bevande alcoliche, avvertendo di possibili rischi per la salute e includendo indicazioni sugli standard di consumo. Grieder ha detto:

Potrebbe aiutare a cambiare la percezione delle persone, con etichette che mostrano la cirrosi epatica e i possibili effetti a lungo termine che il bere può avere. Queste linee sono per la persona media e la speranza è che le persone riconoscano i rischi associati all’uso, e in particolare all’uso a lungo termine.

Il valore della trasparenza

Educare i giovani, far circolare le informazioni, spiegarle in modo corretto e con il supporto scientifico, evitando toni moralistici, rimane probabilmente il modo più efficace di ottenere risultati, educando alla consapevolezza. Questo porterebbe, inoltre, a evitare lo sterile bipolarismo della domanda: “il vino fa male?

È per questo motivo che la scelta delle etichette sulle bottiglie di alcolici potrebbe correre in questa direzione.

Codice Europe contro il cancro

A proposito di trasparenza, è possibile consultare il Codice europeo contro il cancro, che racchiude 12 avvertimenti.

Tra questi, oltre al consiglio di non fumare (numero 1), rendere casa e luogo di lavoro spazi liberi dal fumo (numero 2), mantenere un peso sano (numero 3), svolgere attività fisica (numero 4) e seguire una dieta sana (numero 5), il sesto monito è:

Se bevi alcolici di qualsiasi tipo, limitane il consumo. Per prevenire il cancro è meglio evitare di bere alcolici.

Leggi anche: “Non ci sono farmaci”: il Governo promuove i preparati galenici, cosa sono e come agiscono

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