Cos’è il plogging: quando lo sport incontra il rispetto per l’ambiente

Correre, camminare e raccogliere: il plogging unisce salute e rispetto per la natura, trasformando un semplice allenamento in un gesto concreto di cura verso sé stessi e verso il pianeta.

Gloria Caruso
Gloria Caruso
La scrittura è una strada di cui seguire la rotta, per muoversi con determinazione tra fatti e parole. L’informazione vale solo se è fatta bene: con gli occhi attenti e la mente aperta.
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Un nuovo modo di allenarsi conquista il mondo: il “plogging”. Dalla Svezia si è diffuso ovunque, portando con sé un messaggio semplice ma potente, chiarito anche dall’IGI Global in Plogging, Running Towards Sustainability: An Alternative Practice to Improve Planetary Health (2024): prendersi cura del proprio corpo e del pianeta allo stesso tempo. I protagonisti di questo fenomeno sono i “ploggers”, persone comuni che, con guanti e sacchetti, trasformano un gesto quotidiano in un’azione collettiva di responsabilità ambientale.

Il plogging è molto più di una moda sportiva. È la dimostrazione concreta che salute personale e salute del pianeta possono andare di pari passo. Ogni corsa diventa una missione, ogni gesto di raccolta un messaggio. In un’epoca in cui i problemi ambientali sembrano immensi, il plogging ricorda che il cambiamento parte dalle azioni quotidiane. Diventare ploggers significa regalare al mondo un po’ più di bellezza e a sé stessi un allenamento che nutre corpo e spirito.

Cos’è il plogging e come iniziare a praticarlo

Il termine “plogging” nasce dalla fusione di due parole: l’inglese jogging (correre) e lo svedese plocka upp (raccogliere). L’idea è semplice e geniale allo stesso tempo: mentre si corre o si cammina, ci si piega per raccogliere i rifiuti che si incontrano lungo il percorso. In questo modo, un’attività sportiva diventa anche un contributo concreto alla tutela dell’ambiente.

Questa pratica è stata ideata in Svezia attorno al 2016, grazie all’intuizione di un gruppo di runner attenti all’ecologia. Da allora ha fatto il giro del mondo, conquistando sportivi, ambientalisti e cittadini desiderosi di sentirsi parte di un cambiamento positivo.

Non servono grandi strumenti per diventare un plogger. Bastano un paio di scarpe da ginnastica, un sacchetto resistente e dei guanti. Il resto lo fa la buona volontà. Molti preferiscono allenarsi in gruppo perché la dimensione collettiva motiva e diverte, ma anche da soli si può contribuire.

È importante ricordare di raccogliere solo ciò che si riesce a trasportare in sicurezza e smaltire correttamente i rifiuti nei contenitori adeguati. Con il tempo, chi pratica plogging sviluppa anche una sensibilità particolare nella scelta dei percorsi: boschi, spiagge e quartieri cittadini diventano spazi da riscoprire e valorizzare.

Il numero dell’Australian Journal of Environmental Education di febbraio 2025 mostra che il plogging unisce prendersi cura della propria salute e vivere in un ambiente pulito. Dal punto di vista fisico, i ploggers ottengono un allenamento completo. Correre o camminare a passo sostenuto migliora la resistenza, mentre i movimenti di piegamento e sollevamento necessari per raccogliere i rifiuti aggiungono un elemento di tonificazione muscolare. Ma il vero valore aggiunto è psicologico: ogni sacchetto riempito lascia una sensazione di soddisfazione e appartenenza a una comunità più grande.

Una comunità in crescita

Comunità di ploggers.

In molte città sono nati gruppi organizzati di ploggers. Si danno appuntamento nei parchi, lungo le spiagge o nei sentieri di montagna e uniscono le forze. Queste iniziative si trasformano spesso in eventi sociali, capaci di coinvolgere famiglie, scuole e associazioni sportive.

Il plogging si è trasformato in un vero e proprio movimento collettivo, con esperienze che spaziano dalle realtà italiane agli eventi internazionali. A Grosseto, ad esempio, l’associazione The Ploggers ha collaborato con il Consorzio di Bonifica per ripulire le sponde del fiume Bruna e del lago dell’Accesa, raccogliendo in una sola giornata oltre quindici sacchi di rifiuti (Grosseto Notizie, 2023).

Accanto a queste iniziative territoriali, si colloca il World Plogging Championship, competizione internazionale che ogni anno raduna ploggers da tutto il mondo, come si legge sul sito Plogging.org. Corridori e camminatori si sfidano non solo sul tempo e sulla resistenza, ma anche sulla quantità e tipologia di rifiuti raccolti, trasformando l’attività sportiva in un grande evento globale di sostenibilità.

Inoltre, grazie ai social media, il movimento ha trovato un’eco potente. Foto e video di sacchetti pieni, paesaggi ripuliti e sorrisi sudati raccontano una storia di impegno collettivo che contagia altri a partecipare. In questo modo il plogging diventa non solo un’attività, ma un vero stile di vita.

Può sembrare che raccogliere qualche lattina o bottiglietta non faccia la differenza, ma la forza del plogging sta nella somma dei gesti. Migliaia di persone in tutto il mondo che ogni giorno raccolgono rifiuti equivalgono a tonnellate di plastica e materiali tolti dall’ambiente.

Leggi anche: Slow living, vivere più lentamente aiuta davvero il Pianeta?

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