Un nuovo modo di allenarsi conquista il mondo: il “plogging”. Dalla Svezia si è diffuso ovunque, portando con sé un messaggio semplice ma potente: prendersi cura del proprio corpo e del pianeta allo stesso tempo.
I protagonisti di questo fenomeno sono i “ploggers”, persone comuni che, con guanti e sacchetti, trasformano un gesto quotidiano in un’azione collettiva di responsabilità ambientale.
Cos’è il plogging
Il termine “plogging” nasce dalla fusione di due parole: l’inglese jogging (correre) e lo svedese plocka upp (raccogliere). L’idea è semplice e geniale allo stesso tempo: mentre si corre o si cammina, ci si piega per raccogliere i rifiuti che si incontrano lungo il percorso. In questo modo, un’attività sportiva diventa anche un contributo concreto alla tutela dell’ambiente.
Questa pratica è stata ideata in Svezia attorno al 2016, grazie all’intuizione di un gruppo di runner attenti all’ecologia. Da allora ha fatto il giro del mondo, conquistando sportivi, ambientalisti e cittadini desiderosi di sentirsi parte di un cambiamento positivo.
Il doppio beneficio: salute e ambiente
Il plogging ha un pregio unico: unisce due bisogni universali, quello di prendersi cura della propria salute e quello di vivere in un ambiente pulito.
Dal punto di vista fisico, i ploggers ottengono un allenamento completo. Correre o camminare a passo sostenuto migliora la resistenza, mentre i movimenti di piegamento e sollevamento necessari per raccogliere i rifiuti aggiungono un elemento di tonificazione muscolare. È un po’ come trasformare il jogging in un circuito di “functional training” naturale.
Ma il vero valore aggiunto è psicologico: ogni sacchetto riempito diventa un piccolo gesto di altruismo che lascia una sensazione di soddisfazione e appartenenza a una comunità più grande.
Una comunità in crescita

In molte città italiane e internazionali sono nati gruppi organizzati di ploggers. Si danno appuntamento nei parchi, lungo le spiagge o nei sentieri di montagna e uniscono le forze.
Queste iniziative si trasformano spesso in eventi sociali, capaci di coinvolgere famiglie, scuole e associazioni sportive.
Grazie ai social media, il movimento ha trovato un’eco potente. Foto e video di sacchetti pieni, paesaggi ripuliti e sorrisi sudati raccontano una storia di impegno collettivo che contagia altri a partecipare. In questo modo il plogging diventa non solo un’attività, ma un vero stile di vita.
L’impatto ambientale dei piccoli gesti
Può sembrare che raccogliere qualche lattina o bottiglietta non faccia la differenza, ma la forza del plogging sta nella somma dei gesti. Migliaia di persone in tutto il mondo che ogni giorno raccolgono rifiuti equivalgono a tonnellate di plastica e materiali tolti dall’ambiente.
Inoltre, questa pratica ha un effetto educativo. Chi inizia a guardare il suolo con occhi diversi, attento a ciò che gettano gli altri, sviluppa una maggiore consapevolezza ecologica che poi si riflette anche nella vita quotidiana: dal riciclo domestico all’uso ridotto della plastica.
Come iniziare a fare plogging
Non servono grandi strumenti per diventare un plogger. Bastano un paio di scarpe da ginnastica, un sacchetto resistente e dei guanti. Il resto lo fa la buona volontà.
Molti preferiscono allenarsi in gruppo perché la dimensione collettiva motiva e diverte, ma anche da soli si può contribuire. È importante ricordare di raccogliere solo ciò che si riesce a trasportare in sicurezza e smaltire correttamente i rifiuti nei contenitori adeguati.
Con il tempo, chi pratica plogging sviluppa anche una sensibilità particolare nella scelta dei percorsi: boschi, spiagge e quartieri cittadini diventano spazi da riscoprire e valorizzare.
Piccoli passi per un mondo migliore
Il plogging è molto più di una moda sportiva. È la dimostrazione concreta che salute personale e salute del pianeta possono andare di pari passo. Ogni corsa diventa una missione, ogni gesto di raccolta un messaggio.
In un’epoca in cui i problemi ambientali sembrano immensi, il plogging ricorda che il cambiamento parte dalle azioni quotidiane. Diventare ploggers significa regalare al mondo un po’ più di bellezza e a sé stessi un allenamento che nutre corpo e spirito.
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