Inizia oggi, 10 novembre, la COP30, cioè la conferenza annuale sul clima, che riunisce i rappresentanti di quasi tutti i Paesi del mondo, per discutere le politiche volte ad affrontare il riscaldamento globale.
Quest’anno, la conferenza si tiene, fino al 21 novembre, a Belém, in Brasile, nella Foresta Amazzonica, che negli ultimi anni è stata colpita da una forte deforestazione. Inoltre, come riporta Il Post, l’incontro è stato organizzato a 10 anni dall’Accordo di Parigi, ossia il più importante trattato sul clima degli ultimi tempi.
Nonostante ci siano alcuni dubbi che si possano trovare misure veramente incisive sulla questione climatica attuale, al centro delle discussioni rientreranno le procedure per passare dalla teoria degli accordi alla pratica, oltre che le questioni economiche alla base della gestione delle trattative.
Il valore simbolico della COP30
Inizia oggi, 10 novembre, la COP30 in Brasile, tra scetticismo e simbolismo. L’incontro, infatti, si tiene nella città di Belém, nella Foresta Amazzonica, che è sempre più colpita dalla deforestazione. A tal proposito, a presiedere la conferenza sarà il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che ha promesso proprio di ridurre le emissioni di gas serra nel Paese e di rallentare il processo di deforestazione.
Come fa sapere Il Post, inoltre, l’Amazzonia è una delle aree principali per l’assorbimento di anidride carbonica, ma cambiamento climatico e deforestazione potrebbero portarla a una perdita dei suoi ecosistemi, motivo per cui è necessario impegnarsi nella tutela della sua biodiversità.
Accanto a questo importante simbolo rappresentato dalla COP30 che ha come scenario la Foresta Amazzonica è da sottolineare che la conferenza avrà luogo a 10 anni dall’incontro di Parigi, durante il quale è stato posto come obiettivo evitare che entro la fine del secolo la temperatura media globale aumentasse di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, impegnandosi a tenersi al di sotto dei 2 °C.
Secondo alcune stime, la soglia di 1,5 °C è stata superata temporaneamente nel 2024, mentre il rapporto sulle emissioni dell’ONU riporta che con le politiche energetiche attuali si potrà arrivare, alla fine del secolo, a un aumento della temperatura media globale di 2,8 °C, quindi ben al di sopra del limite
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Di cosa si parlerà durante la COP30?

La COP30, la cui sigla sta per “Conferences of Parties“, “Conferenza delle Parti”, è l’incontro che si svolge ogni anno, a cui prendono parte i rappresentanti dei 200 Paesi ed entità che hanno firmato l’accordo sul clima delle Nazioni Unite del 1992.
Si tratta, quindi, di un momento in cui si possono discutere le politiche da adottare sul cambiamento climatico , in base, fa sapere Il Post, alle informazioni riportate dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, inerenti agli effetti del riscaldamento globale e a quelli previsti nel caso di aumento della temperatura media globale.
Ecco, quindi, riassunte in 5 punti le questioni che verranno trattate durante la COP30 in Brasile, con il fine di fare il punto sugli impegni che non sono ancora stati portati a termine dai vari Stati.
1. Aggiornamento dei piani climatici
Uno dei primi punti che verrà affrontato durante la COP30 riguarda l’analisi dei piani climatici, che i vari Governi devono aggiornare in maniera sempre più ambiziosa.
Molti Paesi, inoltre, non hanno rispettato i propri impegni e la conferenza si pone come momento ottimale per allinearsi sulla riduzione delle emissioni e sui fondi da stanziare per le politiche di adattamento agli effetti del cambiamento climatico.
Alla COP30, quindi, si potrebbe decidere un nuovo sistema per gestire i Contributi determinati a livello nazionale, con il fine di assicurare partecipazione e rispetto da parte di tutti i Governi.
2. Come mettere in pratica i NAP
Negli ultimi anni sono stati definiti i Piani nazionali di adattamento (NAP), che determinano il modo in cui i Governi devono prepararsi per reagire al cambiamento climatico.
L’implementazione dei NAP, però, è ancora carente, siccome alcuni Paesi non hanno destinato risorse economiche a sufficienza, ma anche perché non sono state ancora messe a fuoco le priorità su cui incentrare le proprie azioni.
Dunque, durante la COP30 si tracceranno i percorsi attraverso i quali si potrà passare alla pratica con i NAP, in modo semplice per i singoli Governi ma anche a livello globale, identificando degli obiettivi principali comuni.
3. Come affrontare economicamente la crisi
Dal punto di vista economico, molti Paesi non sono propensi a fare ampie cessioni di denaro per affrontare il cambiamento climatico. Durante la conferenza di Baku dello scorso anno, riporta Il Post, è stato definito il Nuovo obiettivo finanziario per il clima (NCQG), che ha previsto uno stanziamento di 300 miliardi di dollari all’anno da parte dei Paesi più ricchi.
Il piano, in realtà, prevedeva fondi per un altro miliardo di dollari, che dovevano essere però ancora stanziati e definiti, perciò non disponibili. Alla COP30 verranno revisionati proprio i finanziamenti nell’ambito di quella che è stata definita “Baku to Belém roadmap“.
4. Cos’è e come accedere al FRLD
Durante la conferenza in Brasile si parlerà dei compiti e delle modalità di accesso al Fondo per le perdite e i danni (FRLD). Si tratta di uno strumento internazionale che ha l’obiettivo di aiutare i Paesi maggiormente colpiti dal cambiamento climatico.
A gestirlo sono i rappresentanti dei Paesi sviluppati e in via di sviluppo, sostenuti dalla Banca Mondiale, mentre si finanzia con i contributi dei Governi e di altre entità internazionali.
L’obiettivo della COP30 è definire le regole che consentano ai Paesi interessati di richiedere un indennizzo, insieme agli altri meccanismi previsti per l’adattamento.
5. Come passare alla pratica
La parte più complessa della conferenza riguarderà l’analisi e la definizione di protocolli e procedure che portino dalla teoria degli accordi alla pratica. Secondo la maggior parte degli osservatori, come fa sapere Il Post, si tratta di un aspetto rilevante dei negoziati.
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