L’ultimo saluto a Giulia Cecchettin, il papà Gino: “Uomini, non giriamo mai la testa di fronte ad alcuni gesti”

Per l'ultimo saluto a Giulia Cecchettin molti presenti indossano il fiocco rosso, simbolo della violenza contro le donne. Suo papà Gino la ricorda così: "Grazie per aver mostrato sempre il tuo coraggio. La tua perdita deve essere un punto di svolta".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Oggi è il giorno dell’ultimo saluto a Giulia Cecchettin e sono migliaia le persone sia all’interno sia all’esterno della Basilica di Santa Giustina a Padova. Per l’occasione sono stati installati anche dei maxischermi per far sì che tutti possano seguire la cerimonia

Poco prima delle undici è arrivato il feretro della giovanissima Giulia e ad accoglierla c’erano i sacerdoti di Vigonovo e Saonara, i luoghi in cui ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza, papà Gino, la sorella Elena, il fratello Davide e la nonna Carla.

Tutti indossano un fiocco rosso, simbolo della violenza contro le donne che è stato poi distribuito anche ai presenti nella basilica. A stringersi attorno alla famiglia di Giulia Cecchettin ci sono anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e molti sindaci dei paesi confinanti.

Il vescovo di Padova al funerale di Giulia Cecchettin: “Trasformiamo dolore in impegno”

Monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova, ha iniziato poco dopo le 11 la sua omelia durante il funerale di Giulia Cecchettin, invocando alla salvaguardia dei diritti umani e a tramutare il dolore in impegno civile il dolore:

La conclusione di questa storia lascia in noi amarezza, tristezza, a tratti anche rabbia, ma quanto abbiamo vissuto ha reso evidente anche il desiderio di trasformare il dolore in impegno per l’edificazione di una società e un mondo migliori.

Al centro deve esserci il rispetto della persona e la salvaguardia dei diritti fondamentali di ciascuno, specie quello alla libera definizione del proprio progetto di vita.

Il vescovo è tornato per un attimo alla giornata del 18 novembre: “Non avremmo voluto vedere quello che i nostri occhi hanno visto né avremmo voluto ascoltare quello che abbiamo appreso. Per sette lunghi giorni avevamo atteso, desiderato e sperato di vedere e sentire cose diverse. E invece ora siamo qui”.

Ha poi continuato, onorando la memoria di Giulia in eterno: “Il sorriso di Giulia mancherà al papà Gino, alla sorella Elena e al fratello Davide e a tutta la sua famiglia. Mancherà agli amici, a tutti noi. Custodiamo però la sua voglia di vivere, le sue progettualità, le sue passioni. Il suo volto resterà impresso nell’affetto e nella memoria di chi l’ha conosciuta”.

Monsignor Cipolla ai giovani: “Basta soprusi. Imparate l’amore e il rispetto reciproco”

Durante l’omelia Monsignor Cipolla si è rivolto a tutti, specialmente ai giovani, spiegando cos’è l’amore, un sentimento profondo che non conosce il narcisismo:

L’amore non è un generico sentimento buonista.

Non si sottrae alla verità, non sfugge la fatica di conoscere ed educare se stessi.

È empatia che genera solidarietà, accordo di anime e corpi nutrito di idealità comuni, che nell’ascolto dell’altro trova la via per spezzare l’autoreferenzialità.

E ha detto, a gran voce, che “non possiamo più consentire atti di sopraffazione e di abuso, ma dobbiamo imparare l’amore e vivere nel rispetto reciproco, cercando il bene dell’altro nel dono di noi stessi”. Proprio per questo è necessario “trasformare quella cultura che li rende possibili”.

Gino Cecchettin ricorda la figlia Giulia: “Grazie per questi 22 anni, salutaci la mamma”

Durante il funerale di sua figlia Giulia, Gino Cecchettin ha letto una toccante lettera tra le lacrime: “Giulia era come l’avete conosciuta, una giovane donna, mai sazia di imparare. Dopo la perdita della mamma ha abbracciato la famiglia, si è guadagnata anche il titolo di mamma. Era già una combattente, tenace nei momenti di difficoltà e il suo spirito indomito ha ispirato tutti noi”.

Si è poi rivolto a tutti gli uomini: “Noi tutti dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere. Non giriamo la testa di fronte a determinati gesti. Insegniamo ai nostri figli ad accettare anche le sconfitte, nel rispetto della sacralità dell’altro”.

Ha concluso: “La perdita di mia figlia deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Cara Giulia, ora è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni”.

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Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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