Giubileo 2025, un miliardo da investire nella Capitale

Lo Stato ha istituito una società apposita che si occuperà degli investimenti in vista del Giubileo 2025, alla quale verrà affidato un milione di euro.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Giubileo 2025 sarà un’occasione non solo per rinverdire la fede dei fedeli ma anche per cambiare volto alla Capitale. Un apposito Decreto della presidenza del Consiglio, con la costituzione della società Giubileo 2025, ha stabilito a chi verrà affidato oltre 1 miliardo da spendere entro il 2026.

La società appaltante sarà presieduta da Matteo Del Fante, attuale ad di Poste Italiane mentre l’amministratore delegato sarà Marco Sangiorgio. Si dovranno effettuare una serie di interventi atti a favorire l’approvvigionamento di beni e servizi per favorire l’accoglienza dei pellegrini e la rivitalizzazione del patrimonio artistico e monumentale della città.

L’intero progetto è stato ribattezzato dall’attuale giunta Gualtieri “Caput Mundi”, comprensivo di 335 progetti di riqualificazione.

Giubileo 2025: gli interventi

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale l’istituzione della società appaltante che gestirà gli interventi dello Stato è il primo passo operativo. Il miliardo verrà suddiviso in tranche annuali da 290-330 milioni annui, a partire da questo anno. Gli interventi riguarderanno:

  • Mura Aureliane
  • Museo della Civiltà Romana
  • ex Mattatoio
  • Testaccio
  • Tevere
  • Ville storiche
  • Parco dell’Appia Antica
  • parco di Centocelle
  • Cave di Grotta Oscura

Inoltre una percentuale sarà destinata alla digitalizzazione.

Giubileo 2025: cosa prevede il dpcm

Oltre a Del Fante e Sangiorgio nel consiglio ci saranno Alessandro Tonelli, Nunzia Vecchione e Ivana Guerrera. I membri resteranno in carica tre anni, potranno essere rieletti e avranno una remunerazione di 16 mila euro, mentre al presidente spetteranno 29 mila.

Inoltre è previsto anche un collegio sindacale composto da tre sindaci effettivi: Antonella Carù, Giovanni Battista Lo Prejato, Cinzia Simeone; e due supplenti, Filippo Barbagallo e Emanuela Capobianco. Il dpcm stabilisce anche il capitale sociale pari a cinque milioni, primo assegno su cui si potrà lavorare, e le norme relative allo scioglimento della società nel 2026.

La società si potrà avvalere delle strutture e degli uffici tecnici e amministrativi della Regione Lazio, del Comune e di Roma Capitale, dell’Agenzia del Demanio e dei provveditorati interregionali.

Leggi anche: Caro bollette, approvato nuovo decreto: ecco cosa prevede

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