Giorno della Memoria, Sami Modiano: “Sono passati 60 anni ma non ho dimenticato niente”

In occasione del Giorno della Memoria riportiamo la testimonianza di Sami Modiano, sopravvissuto al campo di concentramento di Birkenau.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Domani 27 gennaio si celebra da diversi anni il Giorno della Memoria, ricorrenza nata per ricordare le vittime della Shoah, ossia dell’Olocausto.

Questa data è stata istituita per non dimenticare quanto accaduto a 6 milioni di ebrei, umiliati, perseguitati e sterminati nella Germania nazista degli anni ’30 e ’40 del Novecento.

Giorno della Memoria: la scelta della data

La data del 27 gennaio è stata scelta nel 2005 dall’Onu, anche se dal 2000 viene celebrato il Giorno della Memoria, in ricordo del 27 gennaio 1945 quando le truppe dell’Armata Rossa sono giunte nella citta di Auschwitz.

Le milizie hanno scoperto il noto campo di concentramento, divenuto simbolo dello sterminio degli ebrei, ma anche di omosessuali e altre categorie ritenute dai fascisti “inferiori” rispetto alla altre, in particolare in contrapposizione alla razza ariana considerata superiore. Le truppe russe sono state le prime a scoprire questo orrore e a raccontarlo al mondo.

Giorno della Memoria, chi è il superstite Sami Modiano

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Sono tanti ancora i superstiti, oltre a Liliana Segre. Uno di questi è Sami Modiano, a cui il Senato, in occasione del Giorno della memoria, ha dedicato un video inedito, ricco di immagini e di scritti, dal titolo “La lacrima di un sopravvissuto”.

L’uomo a 92 anni, intervistato da “Controcorrente”, programma di approfondimento politico e di attualità condotto dalla giornalista Veronica Gentili, ricorda in modo nitido il periodo trascorso nei campi di concentramento, dal cui inferno dichiara di portarsi ancora tanti interrogativi. Ripercorrendo quegli anni ricorda:

Ho capito di essere diverso quando una mattina il mio insegnante mi dice ‘Sei espulso dalla scuola’.

Il 18 luglio ci prendono, al mio fianco mio papà Giacobbe, tutti i miei famigliari e la comunità ebraica. Siamo stati presi e buttati nelle stive come animali, avevo appena compiuto 14 anni.

Inizialmente, specifica Modiano, nessuno credeva che la destinazione fosse il campo di sterminio di Birkenau: “Le condizioni igieniche erano disumane. Siamo stati chiusi dentro le stive per una settimana con cinque secchi d’acqua. Siamo arrivati alla rampa della morte di Birkenau il 16 di agosto, quasi un mese di viaggio durante il quale abbiamo avuto molti decessi, siamo arrivati in condizioni disastrose”.

La perdita degli affetti più cari e l’impossibilità di dimenticare

Sami Modiano nel campo di sterminio ha perso gli affetti più cari, il padre e sua sorella. Riguardo alla perdita e alla difficoltà di dimenticare tali atrocità, anche se sono trascorsi tanti anni, ha dichiarato:

Birkenau è un campo di sterminio, hai un numero e sei un condannato a morte. Hanno massacrato mio papà per separarlo da mia sorella Lucia.

Nel 2005, quando mi hanno proposto di accompagnare 300 studenti a Birkenau: erano passati 60 anni e non avevo dimenticato niente.

Leggi anche: Isacco Milesi, Giusto tra le nazioni: “Vi racconto come ho salvato gli ebrei dall’Olocausto”

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