Giorgia Meloni: il piano per svincolarsi dall’Europa e acquisire maggior potere

Vediamo in cosa consiste il piano di Giorgia Meloni per svincolarsi dall'Europa e in quali pericoli potremmo incorrere se ciò accadesse.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Sarebbero due gli obiettivi di Giorgia Meloni per acquisire più potere una volta divenuta premier: da una parte il presidenzialismo e dall’altra una riforma costituzionale per far prevalere il diritto nazionale su quello comunitario, avendo così la possibilità anche di fare leggi che contrastino in modo palese i dettami di Bruxelles, cosa che fino ad oggi non è possibile.

Giorgia Meloni: sull’Europa ha idee chiare

Il programma di Giorgia Meloni per il proprio Governo in merito all’Europa, qualora vincesse le elezioni del 25 settembre, è stato presentato ieri dal palco di piazza del Duomo a Milano. Ecco cosa ha detto al riguardo la leader di fratelli d’Italia:

In Europa sono tutti preoccupati per la Meloni al governo e dicono cosa succederà?

Ve lo dico io cosa succederà, che è finita la pacchia e anche l’Italia si metterà a difendere i propri interessi nazionali come fanno gli altri, cercando poi delle soluzioni comuni.

Qualche giorno prima in una lettera pubblicata sul Foglio parlava di un’Europa “Confederale, rispettosa della sussidiarietà e delle sovranità nazionali, che faccia meno cose ma le faccia meglio”.

Di conseguenza non è difficile comprendere le intenzioni della Meloni. L’idea non è quella di staccarsi dall’Europa, come ha fatto la Gran Bretagna, ma svincolarsi dai suoi dettami per divenire più autonoma, nel bene e soprattutto anche nel male. Non avere un organismo che supervisioni il proprio operato può portare a derive estremistiche, quali abbiamo visto nella storia del ‘900 con fascismo e comunismo. Quindi l’autonomia di cui parla la Meloni potrebbe anche farci tornare indietro o chissà dove.

Giorgia Meloni: cosa si intende per presidenzialismo

Non solo Giorgia Meloni, ma tutta la coalizione di centro-destra richiede una modifica della Costituzione per introdurre in Italia il presidenzialismo, che si differenzia rispetto alla nostra Repubblica parlamentare. Per i sostenitori si aumenterebbe la stabilità e l’efficienza decisionale dei governi, oltre a maggior libertà d’azione al presidente.

Chi è contrario invece sostiene che non è la forma di governo a garantire stabilità o l’efficienza decisionale. A tal proposito ne sarebbero un esempio i governi statunitensi, nei quali ci sono state difficoltà nel far approvare alcune riforme, o gli stati dell’America Latina dove regna spesso instabilità.

Nella repubblica presidenziale il potere esecutivo si concentra nella figura del presidente, che è sia capo dello Stato sia capo del governo, e il parlamento non lo può sfiduciare come avviene nei regini parlamentari dove il parlamento è in ultima istanza sovrano.

Giorgia Meloni: in cosa consisterebbe la riforma costituzionale

Come riporta Fanpage Giorgia Meloni nel 2018 aveva illustrato la sua idea di Unione Europea, che poteva concretizzarsi cambiando tre articoli della costituzione: l’articolo 97, 117 e 119. Il primo prevede che il bilancio delle pubbliche amministrazioni sia in equilibrio con l’ordinamento Ue, il secondo che le leggi dello Stato rispettino l’ordinamento comunitario e il terzo che anche regioni e comuni legiferino attenendosi all’ordinamento comunitario.

La visione per la leader di Fratelli d’Italia è quella di rimanere in Europa ma con il principio che le nazioni possano fare anche leggi in contrasto con Bruxelles.

Di conseguenza nei fatti l’Italia potrebbe scegliere di non rispettare le regole de patto di stabilità, secondo il quale il deficit annuo dello Stato non avrebbe potuto superare per il 2% del suo prodotto interno lordo o ancora decidere di attuare una propria politica agricola o dei flussi migratori.

Leggi anche: Insegnanti cercasi: cattedre vacanti a pochi giorni dal suono della campanella

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