Un mese fa scompariva la piccola Kata: perché non se ne parla già più?

I genitori di Kata, la bambina peruviana scomparsa a Firenze esattamente un mese fa, il 10 giugno, si sentono sempre più soli. Ecco cosa hanno detto.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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I genitori di Kata, la bambina peruviana scomparsa a Firenze esattamente un mese fa, il 10 giugno, si sentono sempre più soli. Questo è ciò che provano a 30 giorni dal momento in cui la figlia, 5 anni, è svanita nel nulla. Inutili i controlli degli agenti all’ex hotel Astor, dove la piccola viveva.

Tra voci di avvistamenti e piste potenziali, del caso, come accade spesso, si parla sempre meno. Motivo per cui i genitori della bambina hanno chiamato a raccolta la comunità peruviana, i cittadini e le istituzioni fiorentine per il presidio in programma oggi alle 21 in piazza Dellapiccola. Un unico appello: “Non lasciateci soli”.

I genitori di Kata: “Non lasciateci soli” L’associazione Penelope: “Bisogna fare di più”

A raccontare lo stato d’animo dei genitori di Kata è stata Emanuela Zuccagnoli, presidente dell’associazione Penelope Toscana, che si occupa di persone scoparse e che ha seguito la vicenda sin dall’inizio. E che ora lancia un chiaro appello alla partecipazione, perché la madre e il padre della bambina scomparsa “si sentono molto soli”.

Durante gli ultimi presidi, infatti, solo una quarantina di persone ha partecipato portando cartelli e striscioni. “Ma adesso bisogna fare di più – sottolinea Zuccagnoli – perché la madre e il padre di Kata hanno bisogno dell’affetto di più persone possibili”.

Una così ridotta partecipazione, tra l’altro, è quasi inspiegabile, visto che “ovunque in Italia ci chiedono degli sviluppi di questa vicenda”, continua la presidente dell’associazione Penelope.

I genitori di Kata e quella paura che il caso si “sgonfi”

Quel che temono i genitori di Kata è che la progressiva perdita della speranza di trovarla, ma pure il possibile legame dell’episodio con la malavita sotterranea di Firenze, possa far sgonfiare il caso. “Ma questo non significa niente – continua Zuccagnoli – Kataleya è una bambina di soli cinque anni, potrebbe essere la figlia di chiunque di noi, è inconsapevole di tutto, dobbiamo assolutamente battere i pregiudizi e l’indifferenza e scendere tutti in piazza per lei.

Non sono ignorabili nemmeno la rabbia e la delusione di parte della comunità peruviana, dimostrate pure dalle parole del padre di Kata. In merito alle quali Lina Callupe, storica del Perù residente a Firenze, ha detto: “Nei giorni scorsi ho sentito le parole deliranti del padre di Kata che diceva che l’Italia fa schifo, io non concordo affatto con queste parole, io amo l’Italia e la rispetto, però è vero che dobbiamo essere in piazza per far arrivare la nostra voce ad una bambina su cui non possono ricadere le colpe dei genitori. E quindi questa sera ci sarò e chiamerò a raccolta altri peruviani”.

Genitori di Kata, l’appello alla vicinanza di don Juan Nunez Rubio

Un ulteriore appello alla partecipazione e alla vicinanza ai genitori di Kata è arrivato da don Juan Nunez Rubio, cappellano della comunità cattolica latinoamericana di Firenze, che stasera sarà in piazza per conto della diocesi e che ha detto:

Bisogna esserci per Kata. Nella cultura latinoamericana, quando succedono questo genere di eventi, le famiglie e le persone coinvolte direttamente hanno bisogno di esprimere pubblicamente il loro dolore e hanno bisogno che la loro sofferenza venga in qualche modo raccolta e condivisa da tante altre persone, lo fanno perché non si dimentichi, ecco perché nascono queste manifestazioni.

In ogni caso, non credo affatto che la comunità fiorentina non sia coinvolta emotivamente dalla vicenda, lo fa a modo suo, seguendo l’evolversi delle indagini nella speranza che riportino Kata dai suoi genitori.

Leggi anche: Bimba scomparsa a Firenze avvistata a Bologna: “Era in un autobus con una donna”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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