Omicidio Civitanova, la famiglia di Alika: “Ferlazzo aveva un tutor, perché non era vigilato?”

I legali del 32enne Filippo Ferlazzo chiederanno per lui una perizia psichiatrica, volta a dimostrare come la rabbia omicida che ha portato alla morte dell’ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu non fosse del tutto consapevole.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Quanto accaduto lo scorso 29 luglio a Civitanova Marche ha lasciato l’intero paese senza parole. A colpire è stata anzitutto l’efferatezza del delitto, perpetrato dal 32enne Filippo Ferlazzo, che ha colpito l’ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu, 39 anni, con la sua stessa stampella in pieno giorno, nell’indifferenza generale.

A parlare oggi è la famiglia di Ogorchukwu, che ancora non riesce a spiegarsi la barbara uccisione. I parenti del venditore ambulante di fazzoletti e accendini hanno affidato poche parole all’avvocato Francesco Mantella, che li assisterà nel processo. Hanno detto: “Le scuse di Ferlazzo non bastano, ora serve solo giustizia e non vendetta. Difficile riuscire a comprendere quello che è successo”.

Filippo Ferlazzo : “Non so come sia potuto succedere”. Richiesta perizia psichiatrica

Il 32enne Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, nato in Austria ma di origini salernitane, non è nuovo a episodi di questo tipo. Che avesse problemi a gestire la propria aggressività era noto da tempo (pare abbia pure piccoli precedenti), ma ultimamente sembrava aver trovato un equilibrio grazie al nuovo lavoro (era stato assunto in una fonderia di Civitanova Alta) e alla sua compagna, una 45enne civitanovese.

Ma è bastato il gesto troppo insistente di un venditore ambulante a far riemergere in un attimo tutta la furia di Filippo Ferlazzo, che è costata a Alika Ogorchukwu la vita. “L’ambulante chiedeva insistentemente l’elemosina e ha anche tenuto per il braccio la mia fidanzata, non so come sia potuto succedere, ripete Ferlazzo dal carcere di Montacuto, ad Ancona. I legali del 32enne chiederanno per lui una perizia psichiatrica, volta a dimostrare come quella rabbia omicida non fosse del tutto consapevole.

Stando a quanto emerso, infatti, proprio a causa di quella rabbia Ferlazzo aveva avuto problemi anche in passato, tanto che per lui era stato nominato un amministratore di sostegno, ovvero la madre. Un’informazione, quest’ultima, che comunque dovrà essere pienamente verificata dagli inquirenti.

La famiglia di Alika: “Se Filippo Ferlazzo aveva un tutor, forse la madre, perché non era vigilato?”

Filippo Ferlazzo : "Non so come sia potuto succedere". Richiesta perizia psichiatrica

In merito ai presunti problemi psichiatrici di Filippo Ferlazzo, l’avvocato della famiglia di Alika Ogorchukwu, Francesco Mantella, ha espresso una posizione chiara. Ha detto: “Se c’è un risvolto psichiatrico che si inserisce nelle cause dell’omicidio di Alika, serve riflettere. Se Ferlazzo aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché questi non era vigilato? Bisognerà avviare una serie di verifiche.

Si attende la giornata di domani per l’udienza di convalida del fermo di Filippo Ferlazzo, accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e della rapina del cellulare della sua vittima. Il 32enne continua a scusarsi dal carcere con la famiglia dell’ambulante, ma la moglie della vittima, Charity Oriachi, non si dà pace e lotta con un unico obiettivo: “Voglio solo giustizia per mio marito.

Leggi anche: Scontro tra Meloni e Formigli sui fatti di Civitanova Marche: “Sciacallo penoso”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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