Arrestato in Italia il ricercato ex nazista Falkenberg: uccideva e torturava per Pinochet

Reinhard Doring Falkenberg è fuggito dal Cile nel 2005 dopo essere stato accusato di rapimento e torture risalenti al 1976. Al momento del suo arresto, era in vacanza a Forte dei Marmi. Ora, la giustizia cilena ne chiederà l'estradizione.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Reinhard Doring Falkenberg è accusato di crimini commessi nella cosiddetta Colonia Dignidad, una comunità trasformatasi poi in una vera e propria setta nazi, costruita da rifugiati nazisti in Cile negli anni ’60 fino poi a diventare nel 1976, durante la dittatura di Augusto Pinochet, luogo di torture e omicidio per gli oppositori del regime.

Caso Falkenberg: uno dei capitoli più oscuri sulla terribile vicenda dei desaparecidos in Sud America

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Colonia Dignidad (dal 2005 si chiama Villa Baviera ed è un normale villaggio posto 35 km a sud-est di Parral, Provincia di Linares, nella regione del Maule) è stato un vero e proprio insediamento fondato da tedeschi che scappavano in Cile nel 1961. In particolare il fautore di questa colonia degli orrori fu l’ex membro della Gioventù Hitleriana prima e delle SS poi, Paul Schafer

Il progetto era iniziato a Siegburg (Germania) come ente di beneficenza per aiutare tutte le famiglie finite in miseria negli anni a causa della guerra. Schafer attirò centinaia di seguaci e lasciò la Germania nel 1961 fuggendo dalle accuse di pedofilia che in quel periodo gli erano state mosse

Era accompagnato da più di 200 persone, tra cui diversi bambini i cui genitori erano stati indotti con l’inganno ad autorizzare il viaggio, come spiega giornale tedesco Deutsche Welle

La nascita di Colonia Dignidad e il ruolo di Schafer e Falkenberg

La nascita di Colonia Dignidad e il ruolo di Schafer e Falkenberg

Il folto gruppo aveva acquistato un terreno nel comune di Parral, provincia di Linares, regione di Maule, in Cile, fondando la Sociedad Benefactora y Edulaciones Dignidad, una comunità nata con l’identità e il principio d sostentarsi attraverso lavoro agricolo. La folta colonia di persone dopo un pò di tempo aveva costruito case, una scuola, un ospedale e un sistema di sorveglianza in ferro (una recinzione molto alta) per evitare il contatto con l’esterno

La voce si sparse e arrivo fino in Germania. Molte famiglie tedesche furono spinte nel sorvolare l’oceano per tentare di cambiare vita. Una volta arrivati però si faceva l’amare conoscenza di quella che era la vera realtà di Colonia Dignidad.

Le famiglie erano separate: uomini, donne e bambini vivevano in case diverseSchafer aveva creato una vera e propria setta all’interno della quale aveva istituito un vero e proprio sistema macabro di sottomissione per intimidire i suoi fedeli e abusare sessualmente dei loro bambini. Per i molti abusi sui minori, Schafer verrà condannato nel 1997 a 33 anni di carcere, nel carcere poi ci morirà nel 2010.

I crimini di Falkenberg

Indagini di Amnesty International e il Rapporto Rettig della Commissione Nazionale per la Verità e la Riconciliazione hanno dimostrato che la colonia era anche utilizzata dalla DINA, la polizia segreta cilena, durante la dittatura di Augusto Pinochet. Secondo gli atti del tribunale, i prigionieri politici sono stati detenuti, torturati e uccisi lì. Si stima che i corpi di circa 100 persone siano stati sepolti in tombe, poi riesumati e fatti sparire definitivamente. Tra questi detenuti torturati e uccisi ci sono quelli fatti “desaparecer” per mano di Falkenberg.

Reinhard Doring Falkenberg, che oggi ha 75 anni, è fuggito dal Cile nel 2005, prima di essere processato per i rapimenti di Juan Maino, Elizabeth Rekas e Antonio Elizondo, avvenuti nel 1976 nell’insediamento di Colonia Dignidad.

Da allora fino al suo arresto ha vissuto nella città di Gronau, in Germania. Il giudice cileno che indaga sulle violazioni dei diritti umani nel periodo 1973-1990 dovrà a breve decidere se richiedere l’estradizione di Falkenberg, tante le pressione dell’attuale governo cileno affinché questo accada

Durante gli anni della dittatura di Pinochet la Colonia è stata dunque usata anche come centro clandestino di tortura e sterminio per gli oppositori politici. Tra i cittadini scomparsi al suo interno anche Juan Maino Canales, indicato come una delle vittime nel Processo Condor sui cittadini italiani spariti durante le dittature sudamericane, conclusosi lo scorso luglio a Roma con la condanna all’ergastolo per tutti gli imputati.

Maino era un fotografo, studiava ingegneria meccanica ed era militante del Mapu, partito politico della sinistra cilena. Il 26 maggio 1976, a 27 anni, fu sequestrato dagli agenti della Dina insieme a due colleghi e amici, Antonio Ormaechea ed Elizabeth Rekas.

I tre sono stati sequestrati e torturati prima a Villa Grimaldi, centro di detenzione di Santiago, e poi a Colonia Dignidad proprio da Falkenberg. Da allora i tre sono “desaparecidos” e di loro si è persa ogni traccia.

Fonti del governo italiano hanno fatto sapere:

Il ministero della Giustizia ha chiesto alla Corte d’appello di Firenze di mantenere misure di custodia cautelare in carcere per Reinhard Doring Falkenberg, cittadino tedesco arrestato a Forte dei Marmi e ricercato dal Cile, per il sequestro di persona commesso nel 1976

Proprio per scappare dal processo sulla sparizione di Juan, Elizabeth e Antonio, nel 2005 Falkenberg si è rifugiato in Germania. Ma la famiglia Maino, non ha mai smesso di chiedere giustizia, come spiega Mariana sul Manifesto:

È un cammino che comincia e non finisce mai quello della ricerca. Perché è così importante continuare? Credo che noi lo faremo fino alla fine della nostra vita.

Si è fatto scomparire qualcosa che in fondo non è scomparso. È fondamentale parlare sempre di ciò che i desaparecidos sono stati costretti a vivere, sono situazioni così dure che l’unico desiderio è che nessun’altra persona debba mai più viverle.

Ciò che di più importante possiamo fare è far sì che i desaparecidos non scompaiano mai e per questo dobbiamo ottenere giustizia per loro.

Leggi anche: CPR, i luoghi senza via d’uscita che imprigionano i migranti

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