Aveva fatto molto discutere l’evasione dal carcere di Nuoro di Badu ‘e Carros di Marco Raduano, detto “Pallone”, il 32enne boss della mafia gargana esponente del clan dei Montanari.
Il filmato del detenuto che si calava dal muro di cinta del penitenziario utilizzando delle lenzuola annodate aveva fatto letteralmente il giro del web, lasciando ipotizzare che quella fuga rocambolesca fosse stata orchestrata con la complicità di qualcuno.
E infatti la Squadra Mobile di Nuoro ha arrestato due persone che, stando a quanto si apprende da ANSA, sarebbero la sorella di un detenuto e un agente carcerario.
Evasione dal carcere di Raduano, due arresti poco prima della visita della commissione Giustizia
Gli arresti della sorella del detenuto e di un agente penitenziario sono arrivati proprio pochi giorni prima della visita al carcere di Badu ‘e Carros di Nuoro della commissione Giustizia della Camera dei Deputati, organizzata dopo le innumerevoli denunce dei sindacati riguardanti i problemi di sicurezza e la carenza di organico.
Gli investigatori avrebbero ricostruito un passaggio di denaro in cambio dell’introduzione nell’istituto penitenziario di un uno o più cellulari, il che ha portato al fermo per corruzione della guardia carceraria e della donna di Napoli dopo alcune perquisizioni.
Gli arrestati sono Salvatore Deledda, 38 anni, assistente capo, di Siniscola, e Carmela Mele, 45 anni, napoletana. L’accusa è di corruzione e introduzione di cellulari nel penitenziario, nel contesto di un’inchiesta che è partita alla fine dell’estate. Numerosi i cellulari introdotti attraverso pacchi che venivano recapitati ad indirizzi concordati, spediti da Carmela Mele.
I due arresti non sarebbero quindi collegati direttamente alla fuga del boss pugliese, ma avrebbero a che fare con le criticità del carcere già finite nel mirino di un’indagine della Procura di Nuoro precedente all’evasione di Raduano. Ci sarebbero anche altri indagati.
Evasione dal carcere di Raduano, cosa era successo
Sull’evasione dal carcere di Raduano sono state aperte due inchieste, una dalla Procura di Nuoro e una interna al Ministero della Giustizia. I fatti risalgono al 24 febbraio 2023, giorno della fuga del boss della mafia gargana, che stava scontando una condanna a 19 anni di reclusione in regime di alta sicurezza. Non si sa più nulla di lui dal 25 febbraio.
Il Questore di Nuoro, Alfonso Polverino, nelle ore successive all’evasione dal carcere aveva dichiarato all’Ansa: “Per potersi calare dal muro ha potuto costruirsi una scala fatta con le lenzuola annodate e dei supporti per reggere il peso, una cosa che sembra difficile da realizzare senza averla programmata e studiata”.
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