Il Beccaria da carcere minorile modello, ritenuto fiore all’occhiello del sistema penitenziario milanese, negli anni è divenuto una polveriera. Già nel 2018 c’è stata una rivolta per cui lo storico cappellano si era così espresso:
C’è il caos, o il ministero si muove o ci scappa il morto.
Il sindaco di Milano, dopo l’evasione di sette detenuti e la rivolta il giorno di Natale ha invocato l’intervento del Governo. Intanto tre dei sette detenuti in fuga sono rientrati in carcere, convinti dai genitori, da una sorella e dalla nonna.
L’evasione dal Beccaria
Tutto è iniziato intorno alle 16, raccontano fonti sindacali, quando i sette evasi si trovano nel cortile dei passeggi per l’ora d’aria. Con una scusa distraggono l’agente e si staccano dal gruppo. Poi, approfittando di un’area di cantiere per lavori di ristrutturazione nel cortile dell’istituto, scavalcano la recinzione esterna usando un lenzuolo poi ritrovato in via Calchi Taeggi, la strada che costeggia il Beccaria.
Dopo l’evasione nel carcere è scoppiata una protesta. I ragazzi hanno appiccato il fuoco ad alcuni materassi in un reparto, rendendolo inagibile. La situazione è tornata sotto controllo dopo l’intervento dei vigili del fuoco, in tarda serata. I dodici detenuti nel reparto sono stati poi trasferiti in altri istituti.
Quattro agenti di Polizia penitenziaria sono rimasti intossicati dal fumo, causato dalle fiamme dall’incendio appiccato nelle celle, e portati in ospedale. Si tratta di giovani d’età compresa tra 25, 26, 27 e 34 anni, ma nessuno sarebbe in condizioni gravi.
Beccaria, qual è la situazione della struttura
Sia don Gino Rigoldi, storico cappellano, sia il sindaco Beppe Sala lamentano il fatto che nella struttura manchi un direttore da 20 anni e ci siano lavori in corso da circa 16 anni, che non finiscono mai. In un post su Facebook il sindaco ha ricordato di aver manifestato più volte negli anni, insieme a don Rigoldi, quale fosse la situazione:
Continui richiami ai governi che si sono succeduti per mettere mano a questo problema ormai fin troppo evidente.
Sindacato Sappe: “Segnali preoccupanti non solo del carcere Beccaria”
Secondo il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) si sarebbe trattato di un’evasione annunciata. In una nota diffusa ha scritto:
Adesso è prioritario catturare gli evasi ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del Beccaria.
Sappe ha poi precisato come i problemi riguardino più strutture penitenziarie:
Da troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile. Beccaria, Casal del Marmo a Roma, Nisida, Bologna, Airola…
abbiamo registrato e registriamo, infatti, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia.
È da sottolineare, infatti, che nell’ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione.
La nota poi si conclude con un accenno ai vari Governi che negli anni non hanno adottato provvedimenti e garantito l’ordine e la sicurezza nelle carceri. Il problema sarebbe quindi strutturale, relativo al sistema e non riconducibile a un caso specifico.
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