Driver Amazon viene licenziato dopo la chemio: “Padre di famiglia lasciato senza stipendio”

La storia di Gino, lavoratore Amazon a Pomezia: prima sconfigge il cancro con la chemioterapia, poi viene messo in aspettativa non retribuita. Il sindacato dà battaglia. Ecco cosa è successo.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Driver Amazon licenziato dopo la chemio. Prima il cancro, seguito da due cicli di chemioterapia. Poi, finalmente, la vittoria sulla brutta bestia e il ritorno a lavoro, dove però verrà definito “non idoneo alla mansione” e messo subito dopo in aspettativa non retribuita. Questa è la triste vicenda che ha visto protagonista Gino, un driver assunto presso la filiale di Pomezia (Roma) dall’azienda Unicotras Srl di Bari, che fornisce servizi di consegna per conto di Amazon.

Il lavoratore, dopo aver trascorso mesi di assoluta fragilità a causa del tumore, adesso si trova senza stipendio, con una casa e una famiglia da mantenere. Una situazione di profondo disagio e sofferenza. In una parola? Una beffa. La morale è che se lavori per Amazon, prega di non ammalarti.

Driver Amazon licenziato dopo la chemio: la storia di Gino

Driver Amazon licenziato dopo la chemio. Il dramma di Gino è cominciato nell’ottobre 2020: in quel periodo sono iniziate per lui le prime sofferenze, che si faranno sempre peggiori col passare del tempo. Fino a che non è stato necessario il ricovero d’urgenza, prima al Pronto soccorso di Velletri, poi al Policlinico Gemelli di Roma. Qui i medici gli comunicheranno la triste diagnosi: Gino aveva un tumore maligno.

Seguiranno altri due ricoveri e due cicli di chemioterapia, poi, finalmente, la luce in fondo al tunnel: era riuscito a sconfiggere il tumore. Così, il 13 settembre 2021, Gino è tornato a lavoro, svolgendo le attività di cui si occupava prima della malattia. Ma le cose non andranno come si sarebbe aspettato.

Il sindacato Usb, infatti, ha spiegato che a Gino il 22 settembre è stata “recapitata da Unicotras Srl la comunicazione di licenziamento a causa del superamento del periodo di comporto, in palese violazione della normativa vigente e del CCNL applicato (Autotrasporto Merci e Logistica), che non prevede il cumulo dei giorni di malattia in caso di ricoveri dovuti a patologie oncologiche”. Da qui comincia la battaglia del sindacato, che ha impugnato il licenziamento e ottenuto la reintegrazione di Gino in azienda. Ma nulla sarà più come prima.

Driver Amazon licenziato dopo la chemio: reintegrato ma messo in aspettativa non retribuita

Driver Amazon licenziato dopo la chemio: reintegrato ma messo in aspettativa non retribuita

Il lavoratore, infatti, da quel momento non ha ripreso le sue vecchie mansioni, ma è stato messo in aspettativa non retribuita. Il sindacato Usb ha spiegato:

Il 25 ottobre lo stesso viene sottoposto a visita medica presso il medico competente aziendale, il quale certifica la sua inidoneità alla mansione, nonostante lo stesso avesse regolarmente ripreso l’attività lavorativa nel mese di settembre.

La sua colpa è quella di non essere, a giudizio di Amazon e Unicotras, abile allo sfruttamento, di essere un lavoratore a rischio per la produttività ed il profitto, quindi tanto meglio farlo fuori ed assumere altri drivers alle prime armi, da poter sfruttare mediante contratti a termine per un paio d’anni e sostituirli poi con altri ancora, salvo che nel frattempo non si ammalino, perché nei canoni di Amazon e delle aziende partner la produzione non si può fermare e i lavoratori fragili vanno trattati come la merce difettosa, come i pacchetti riusciti male e mandati al macero.

Driver Amazon licenziato dopo la chemio: la replica di Amazon e Unicotras

Driver Amazon licenziato dopo la chemio. Messa alle strette dopo esser stata contattata da Fanpage.it, Amazon ha dichiarato: “Siamo profondamente dispiaciuti per la situazione che sta affrontando Gino C., l’autista del nostro fornitore di servizio di consegna. Confidiamo che l’azienda coinvolta abbia operato nel rispetto delle normative vigenti e del nostro Codice di Condotta dei Fornitori”.

Da parte sua, Nicola Violante, amministratore delegato di Unicotras, ha replicato di “aver sempre agito nel rispetto delle normative vigenti” e che “al momento all’autista è stata riconosciuta dal medico competente una condizione di invalidità che gli impedisce di adempiere alle mansioni che potremmo fornirgli in azienda”. Poi, ha concluso: “Nell’augurio e nella speranza che si possa ristabilire quanto prima, ci siamo impegnati formalmente a riassumerlo non appena sussisteranno le condizioni per farlo”.

Ma l’Unione Sindacale non si arrende e promette che si adopererà “affinché Gino ottenga giustizia e affinché a pagare il conto di tanta vigliaccheria siano un giorno i padroni, tanto Amazon, quanto le aziende che, attraverso il sistema perverso di appalti e subappalti, si arricchiscono sfruttando e svilendo la dignità di chi ha la sventura di capitare in uno dei magazzini di Jeff Bezos”.

Leggi anche: Ladispoli, donna muore da tre giorni: il marito invalido non riesce a chiamare i soccorsi

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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