Palermo, disabili torturati nella casa di cura lager, 35 arresti: “Un manicomio nazista”

La Guardia di finanza del comando provinciale di Palermo ha scoperto un terribile scenario di violenze rivolte ai disabili all'interno della casa di cura "Suor Rosina La Grua” di Castelbuono: 35 arresti. Sequestrati beni per oltre sei milioni.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Disabili torturati: una nuova storia di violenza ai danni di chi non può difendersi torna a monopolizzare le pagine di cronaca. La Guardia di finanza del comando provinciale di Palermo ha fatto emergere un terribile scenario di maltrattamenti e violenze rivolti a pazienti disabili all’interno della casa di cura “Suor Rosina La Grua” di Castelbuono. La onlus in questione gestisce, in regime di convenzione pubblica “a ciclo continuo”, servizi di riabilitazione per 23 pazienti con disabilità grave.

Le ordinanze cautelari eseguite sono 35 in tutto e sono rivolte verso altrettante persone attualmente accusate, a vario titolo, di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Dieci indagati sono stati trasferiti in carcere: si tratta del presidente della Onlus, Gaetano Di Marco, e degli operatori accusati di tortura. Sette sono ai domiciliari: tra loro il funzionario dell’Azienda sanitaria di Palermo Vincenzo Prestigiacomo, accusato di corruzione per aver assunto figlio e nuora nella Onlus. Cinque sono invece stati sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza e tredici sono stati interdetti dall’esercizio di attività professionali per un anno.

Disabili torturati, l’orrore testimoniato dalle intercettazioni: “Questo è un manicomio, un lager nazista”

La realtà raccapricciante vissuta dai disabili torturati nella casa di cura è emersa dalle intercettazioni raccolte dalla Guardia di finanza. Nella sala “relax”, una zona vuota e priva di servizi igienici, i pazienti venivano portati di peso, rinchiusi senza acqua e cibo, presi a calci e pugni: “dottoressa mi faccia uscire, avevamo detto cinque minuti, si mantengono i patti, i patti si mantengono”, queste le parole di disperazione di un ospite. Numerose anche le offese verbali pronunciate dagli inservienti verso i disabili: si va dal “frocio” al “devi buttare il veleno dal cuore”.

Non sapendo di essere intercettate, alcune operatrici del centro commentavano i maltrattamenti in questo modo: Questo è un manicomio, è un lager nazista. In un’altra registrazione si sente una donna al telefono che dice: “Io ne ho certezza al 99% gli alzano le mani ai ragazzi, fin quando non ci sono le telecamere sta cosa noi non ce la togliamo e vedi che è un reato penale. I ragazzi erano vestiti come gli zingari, visto che non li lavavano, visto che il mangiare faceva schifo, visto che la struttura non era pulita”.

Mentre un’altra inserviente commentava: “Tu ce l’hai presente un manicomio? Uguale, identico, gli ho detto, ci manca solo che li legano ai letti e poi siamo a posto, siamo pronti per la D’Urso, ci sono cose che sono oggettive. I bilanci non sono mai stati presentati, nella contabilità c’è manicomio, la struttura non è adeguata e non è a norma. Lì se campano o se muoiono non interessa niente a nessuno”.

La struttura usata come “cassa” e i 6,2 milioni di soldi pubblici

Disabili torturati, ma non si trattava solo di violenze. L’altro filone di indagine sulla Onlus riguarda l’attività degli amministratori che, con documenti falsi, sarebbero riusciti ad accreditarsi con la Regione Siciliana e convenzionarsi con l’Asp di Palermo: negli ultimi 5 anni avrebbero ottenuto soldi pubblici per 6,2 milioni. Una parte del denaro, pari a 470mila euro, invece che essere utilizzata per i pazienti o per una riqualificazione della sede, veniva distratta per fini privati. A prova di ciò, ci sono sempre le intercettazioni.

Un’operatrice intercettata, parlando a una delle indagate, le contestava: “20mila euro, quelle di parcelle tra lui e sua moglie, 60mila euro lui e 70mila euro l’anno sua moglie, senza che sua moglie a Castelbuono mettesse un piede, tutto quello che tu hai sciupato e che non vi spettava, rimborsi chilometrici, rimborsi quando tua figlia se ne andava a Catanzaro all’università, i pannolini dei tuoi nipoti, i confetti, le autovetture”.

La onlus era convenzionata con il Servizio Sanitario e gli sperperi di denaro dei responsabili erano cosa arcinota tra i dipendenti: la struttura, di fatto, veniva utilizzata come una vera e propria “cassa” per esigenze personali degli indagati. Uno degli operatori diceva: “Fino a quando si pagavano le vacanze e le facevano, bevevano cocktail, spritz, coca cola, per 1.000-1.500 euro perché sono come porci”.

E continuava: “Noi siamo sotto scopa dell’Asp di Palermo, perché il padre del nostro amministrativo è una specie di funzionario dell’Asp di Palermo che ci tiene sotto. Quando tu compri 40mila euro di autovettura a nome del Centro e il Centro li paga, tu lo sai che non sono soldi soltanto tuoi? Quando tu in quattro anni cambi quattro autovetture, racimoli 120-130mila euro di autovetture tutte pagate dal Centro. A me mi rompe se ci revocano la convenzione perché quella è una gallina dalle uova d’oro”. E ancora: “Abbiamo preparato le ceste per l’Asp, si aggiravano attorno a 300 euro di ceste”.

Disabili torturati: “Campionario aberrante di crudeltà”. Sequestro casa di cura e di disponibilità finanziarie pari a 7 milioni

Disabili torturati: "Campionario aberrante di crudeltà". Sequestro casa di cura e di disponibilità finanziarie pari a 7 milioni

Il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della Guardia di Finanza, ha commentato l’inchiesta e ha detto su quanto emerso: “Abbiamo dovuto documentare un campionario aberrante di crudeltà e nefandezze disumane, comportamenti già di per sé estremamente gravi, ma ancora più intollerabili poiché commessi a danno di soggetti psicologicamente e fisicamente fragili e indifesi”.

Il gip ha disposto il sequestro della casa di cura e di disponibilità finanziarie pari a 7 milioni di euro: questo il valore della truffa ai danni del servizio sanitario.

Leggi anche: Valanga in Valfurva uccide Jacopo Compagnoni, fratello dell’olimpionica Deborah

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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