Decreto aiuti: i partiti rallentano l’ok per il nodo superbonus

Draghi e il ministro Daniele Franco hanno stanziato diversi miliardi per il decreto aiuti e stanno cercando di accelerare l'iter ma i partiti rallentano.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Per il nuovo decreto aiuti Mario Draghi e il ministro dell’economia Daniele Franco hanno messo in campo 6,2 miliardi e mirano a raggiungere il doppio delle risorse per la settimana prossima.

Per mobilitare i fondi è però necessario il via libera del parlamento e in sostanza dei vari partiti. Questi ultimi, impegnati sul nodo degli emendamenti per il Superbonus da inserire nel decreto aiuti-bis o nel nuovo provvedimento, per il quale non riescono a trovare un accordo, stanno trascurando e rallentando l’ok al decreto aiuti che mira a sostenere famiglie e imprese.

Le beghe tra i partiti non possono ancora una volta andare a discapito degli italiani, in un momento così tanto delicato. Inoltre precisano fonti di Palazzo Chigi che i miliardi stanziati riguardano risorse esistenti, quali le entrate tributarie extra come l’Iva incassata dallo Stato nei mesi di Luglio e Agosto e gli incassi sugli extraprofitti, e che non vi sarà nessun scostamento in deficit.

Decreto aiuti: la preoccupazione di Confartigianato

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I partiti sono impegnati nella campagna elettorale e rischiano di allungare i tempi. Il prossimo appuntamento in aula è per giovedì quando i deputati dovranno dare l’ok al decreto aiuti bis, mentre martedì 13 se ne discuterà in senato, quando sarà presentato il testo integrale comprensivo di ben 300 emendamenti. Slitta alla prossima settimana anche il decreto Aiuti ter per sostenere famiglie e imprese alle prese con i rincari energetici. La situazione però va risolta quanto prima.

Un allarme giunge anche da Confartigianato che avverte:

Rischiamo una ecatombe di imprese.

Il caro-energia mette a rischio 881.264 micro e piccole imprese con 3.529.000 addetti, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano.

Servono interventi immediati ma anche altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti.

Decreto aiuti: il nodo sul Superbonus

La soluzione proposta dall’esecutivo per far ripartire il meccanismo delle cessioni del credito per i diversi incentivi edilizi non è piaciuta al Movimento 5 Stelle, che secondo il dem Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, sta proseguendo “con irresponsabile ostruzionismo”. Anche gli altri partiti sembrano dello stesso parere, come Pd e Terzo Polo, i quali parlano di “ricatti” e “ritardi inaccettabili“.

Serve un intervento urgente, sostiene Confedilizia, che chiarisca definitivamente che i cessionari non incorrono in alcuna responsabilità in modo che i crediti potranno liberamente circolare e i proprietari e condomini trovino imprese disposte ad avviare, o a proseguire, i lavori di ristrutturazione.

Il meccanismo della cessione dei crediti prevedeva che un cittadino poteva recuperare i soldi spesi nell’intervento edilizio cedendo a un altro soggetto, impresa, istituto finanziario o banca, il credito maturato nei confronti dello Stato. Con il passare del tempo però si sono verificati dei disallineamenti di cassa tra le imprese e la gestione del credito per le banche, inceppandone di conseguenza il meccanismo.

I partiti accusano il M5S di bloccare il Decreto Aiuti: la risposta di Conte

Giuseppe Conte ha risposto alle accuse rivolte al Movimento 5 Stelle di bloccare il Decreto Aiuti bis per gli emendamenti sul superbonus. Ecco quanto ha dichiarato a margine dell’incontro con Confcommercio:

Gli italiani non sono sciocchi, non bisogna prenderli giro. È una falsità vergognosa. Stiamo parlando di un decreto legge, che entra in vigore quando entra in Gazzetta ufficiale, quindi è già operativo. Stiamo parlando della conversione in sede parlamentare, verrà fatto in tempo martedì prossimo.

Non si capisce come le altre forze politiche rimangano insensibili a un problema che non è mio personale ma un problema di sistema. Oggi stanno saltando almeno 30-40mila aziende con oltre 49mila addetti perché è incagliata la cessione dei crediti, per tutti gli interventi fatti da questo governo tendenzialmente contrario al superbonus.

Lo Stato ha l’obbligo politico, morale, pratico di dare una risposta e oggi le forze politiche che si mascherano dietro questa falsità adoperano un comportamento vergognoso. C’è un emendamento che stiamo presentando, lo possono votare martedì se hanno a cuore il destino, non mio ma di tutte le aziende nella filiera delle costruzioni. E dall’ultimo trimestre abbiamo ancora un piccolo segno positivo del Pil solo grazie al settore delle costruzioni.

Leggi anche: Bonus trasporti 2022: come richiedere il voucher da 60 euro

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