Al Gran Teatro La Fenice di Venezia, cuore pulsante della cultura italiana, la scrittrice napoletana Wanda Marasco ha vinto la 63ª edizione del Premio Campiello con il romanzo Di spalle a questo mondo (Neri Pozza), imponendosi con 86 voti. Poche preferenze l’hanno separata dal secondo classificato, Fabio Stassi con Bebelplatz (Sellerio), fermatosi a 83: un testa a testa appassionante che ha reso la serata ancora più vibrante.
L’atmosfera al Gran Teatro La Fenice è stata emozionante. Il pubblico, i giurati, gli altri finalisti: tutti hanno percepito il valore di questa competizione. Oltre a Wanda Marasco e Fabio Stassi, erano in gara Monica Pareschi con Inverness (Polidoro), Alberto Prunetti con Troncamacchioni (Feltrinelli) e Marco Belpoliti con Nord Nord (Einaudi).
Le preferenze si sono distribuite con equilibrio, ma alla fine il voto della giuria popolare ha premiato la scrittura visionaria della scrittrice napoletana. Il premio, deciso dalla “Giuria dei Trecento Lettori anonimi”, ha confermato ancora una volta la natura popolare e partecipativa della letteratura italiana.
Wanda Marasco, voce di Napoli
Nata a Napoli, Wanda Marasco è una delle voci più originali e intense della narrativa e della poesia italiana contemporanea. La sua formazione si radica nella cultura partenopea, che spesso emerge nei suoi scritti sotto forma di memoria, lirismo e attenzione ai margini dell’esistenza.
Non è nuova ai riconoscimenti: nel 1997 ha ricevuto il Premio Montale per la poesia con la raccolta Voc e Poè (Campanotto), mentre nel 2003 ha vinto il Premio Bagutta Opera Prima con il romanzo L’arciere d’infanzia (Manni). Nel 2017 il suo libro La compagnia delle anime finte è entrato nella cinquina del Premio Strega, confermando la sua capacità di unire forza narrativa e profondità poetica.
Il romanzo della vittoria

Di spalle a questo mondo non è un romanzo semplice: è un viaggio nella fragilità umana. Al centro della storia ci sono Ferdinando Palasciano, medico ossessionato dalla lotta contro la morte, e sua moglie Olga Pavlova Vavilova, segnata dall’infanzia e da un corpo imperfetto. La scrittrice intreccia le loro vicende trasformandole in una meditazione sulla caduta e sulla possibilità o meno di riscatto.
È un’opera che, come spesso accade con i libri di Marasco, parla tanto al cuore quanto all’intelletto, lasciando domande sospese più che risposte definitive. Non a caso il romanzo aveva già fatto discutere al Premio Strega 2024, da cui fu escluso dalla cinquina finale. Il Campiello, dunque, rappresenta non solo una vittoria, ma anche una sorta di rivincita letteraria.
“Sostenere la cultura è una restituzione e un investimento”, ha dichiarato Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Veneto, che promuove il Campiello. Una frase che ben sintetizza lo spirito del premio: ogni libro che nasce e viene letto diventa un dono condiviso che rimane nel tempo. E in questo senso la vittoria di Wanda Marasco è un invito a leggere la sua opera.
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