Chi era Stefano Benni, autore di “Bar Sport” ed “Elianto”

Si è spento a 78 anni Stefano Benni, scrittore, sceneggiatore e giornalista bolognese. Tra i suoi libri più rinomati "La compagnia dei celestini" e "Bar Sport".

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Si è spento a 78 anni Stefano Benni, uno degli intellettuali italiani più rinomati degli anni contemporanei. Nella sua carriera si è occupato non solo di romanzi, ma anche di poesie e sceneggiature teatrali e cinematografiche.

Tra i titoli più rinomati di Benni si ricordano La compagnia dei celestini, Bar Sport, Elianto e Margherita Dolcevita. L’autore si è spento a causa di una malattia, che qualche anno fa lo aveva costretto a ritirarsi a vita privata.

Chi era Stefano Benni

Stefano Benni è nato a Bologna il 12 agosto 1947. Viene ricordato principalmente come autore di romanzi di grande spicco, ma nella sua carriera ha scritto anche numerose poesie, sceneggiature teatrali e cinematografiche e ha curato vari programmi televisivi.

Durante gli anni universitari, Benni si è dedicato alla scrittura giornalistica, collaborando con Il Mondo, Panorama, L’Espresso, la Repubblica e il Manifesto. Il debutto in ambito letterario è avvenuto nel 1976, grazie al libro Bar Sport, edito Mondadori, che in breve tempo è diventato un classico della narrativa umoristica italiana. Tradotto in più di 30 lingue, l’anno successivo il romanzo è stato seguito da Bar Sport Duemila.

A questi due titoli ne vanno aggiunti numerosi altri, pubblicati a seguire da Feltrinelli: Terra!, Baol, La compagnia dei celestini, Elianto, Saltatempo, Achille piè veloce, Margherita Dolcevita. I suoi racconti sono popolati da personaggi grotteschi, vittime della società disumanizzante. Il suo tratto distintivo, infatti, era unire umorismo, poesia e satira.

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Non solo romanzi

Stefano Benni non si è dedicato solo alla scrittura di romanzi, ma anche a raccolte di poesia, come quella del 1981 Prima o poi l’amore arriva, e a spettacoli teatrali quali TeatroTeatro 2Misterioso. Viaggio nel silenzio di Thelonious Monk Le Beatrici

Nell’ambito teatrale ha collaborato con Dario Fo, Franca Rame e Angela Finocchiaro. Tra i suoi amici più fidati, invece, bisogna ricordare Daniel Pennac, delle cui opere Benni promosse la traduzione italiana presso Feltrinelli.

L’autore si è dilettato anche nell’attività di fumettista, nella raccolta di Feltrinelli Albo avventura N.2. Come sceneggiatore per il cinema ha lavorato a Topo Galileo, diretto da Francesco Laudadio, Musica per vecchi animali in coppia, diretto da Umberto Angelucci, e all’adattamento di Bar Sport, con la regia di Massimo Martelli.

Negli ultimi anni, invece, aveva iniziato a pubblicare racconti inediti tradotti in arabo sulla rivista Al Doha.

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La scomparsa

Stefano Benni si è spento questa mattina, 9 settembre, a causa di una malattia che da qualche anno lo aveva costretto a stare lontano dalle scene. Secondo quanto riferito dall’amico Goffredo Fofi, l’autore non riusciva più neanche a parlare.

A dare la notizia della scomparsa di Benni è stato il figlio, che in un post su Facebook ha ricordato così lo scrittore:

È con grande dispiacere che devo dare notizia della scomparsa di mio padre.

Era affetto da tempo da una grave malattia che lo aveva tenuto lontano dalla vita pubblica.

Una cosa che Stefano mi aveva detto più volte è che gli sarebbe piaciuto che la gente lo ricordasse leggendo ad alta voce i suoi racconti.

Come alcuni di voi sapranno, Stefano era molto affezionato al reading come forma artistica, lettura ad alta voce – spesso accompagnato da musicisti.

Quindi, se volete ricordarlo, vi invito in questi giorni a leggere le opere di Stefano che vi stanno più a cuore, a chi vi sta vicino, ad amici, figli, amanti e parenti.

Sono sicuro che, da lassù, vedere un esercito di lettori condividere il loro amore per ciò che ha creato gli strapperebbe sicuramente una gran risata.

L’eredità che lascia Stefano Benni alla narrativa italiana è unica. Con il suo humor surreale e la sua satira pungente è stato in grado di raccontare l’Italia, unendo umorismo e profondità. Tutto ciò è stato garantito dall’utilizzo di giochi di parole e neologismi.

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