Chi era Goffredo Fofi, attivista e critico culturale dalla parte degli “ultimi”

Addio a Goffredo Fofi, saggista, attivista e critico culturale, che ha dedicato la propria vita a leggere a fondo l'essere umano. È stato tra i primi a rivalutare l'arte di Totò.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Si è spento a 88 anni Goffredo Fofi, saggista, attivista e critico culturale, tra le voci italiane più risonanti. Durante il Novecento ha saputo analizzare l’animo umano, soffermandosi sugli emarginati e gli ultimi.

In particolare, Fofi è stato tra i primi a rivalutare l’arte di Totò, per molto tempo snobbato dalla critica cinematografica. Ripercorriamo insieme i momenti più significativi del lavoro di Goffredo Fofi e il suo pensiero intellettuale.

Gli inizi di Goffredo Fofi

Goffredo Fofi è nato a Gubbio il 15 aprile 1937, anche se a 18 anni si è trasferito a Palermo, affascinato dal pensiero del filosofo Danilo Dolci. Insieme a quest’ultimo, si avvicina all’attivismo, dedicandosi all’aiuto dei disoccupati e alla lotta contro la mafia.

Tra gli anni Sessanta e Settanta, l’attività di Fofi si concentra maggiormente a Napoli, dove si avvicina ai movimenti studenteschi e alla sinistra extraparlamentare. È proprio in questo periodo che diventa uno dei principali intellettuali e critici italiani, soprattutto grazie ai propri studi su Totò.

Nel 1972, inoltre, è stato tra gli animatori della Mensa per bambini proletari, nel capoluogo campano, e ha partecipato al dibattito sulla questione meridionale, confrontandosi con nomi del secondo dopoguerra, come Manlio Rossi-Doria a Gaetano Salvemini.

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I progetti editoriali di Fofi

Dopo aver vissuto per un breve periodo a Parigi all’inizio degli anni Sessanta, Goffredo Fofi è tornato in Italia, dove si è dedicato alla stesura dell’inchiesta giornalistica sull’immigrazione meridionale a Torino. L’articolo è stato pubblicato da Feltrinelli.

Successivamente, sempre nel capoluogo piemontese, ha fondato la rivista dedicata al cinema Ombre rosse, su temi politicamente schierati e vicini ai movimenti studenteschi e operai. Nel 1972, invece, Fofi ha dato vita alla rivista Dove sta Zazà, in collaborazione con Stefano De Matteis.

I campi di interesse dell’intellettuale, quindi, sono stati vari, dai libri alle sale cinematografiche, fino ad arrivare alla gente di strada. Tra i suoi titoli principali si ricordano Prima il pane, Strana gente, Pasqua di maggio, Sotto l’ulivo, Le nozze coi fichi secchi.

Attualmente, Goffredo Fofi dirigeva la rivista Gli asini ed era direttore editoriale delle Edizioni dell’Asino, ma nella sua vita ha creato altre testate culturali importanti, come Quaderni piacentini o Lo straniero, con il relativo premio, assegnato annualmente.

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Il pensiero di Goffredo Fofi

Goffredo Fofi ha concentrato il proprio lavoro intellettuale sul sostegno agli emarginati, agli ultimi della società. Proprio per questo, a volte è stato inteso come un personaggio scomodo ma sempre spinto da un profondo senso di giustizia e dall’etica.

Lo stesso Fofi ha deciso di rimanere ai margini, osservando il Novecento con uno sguardo attento e impegnato nella costruzione di un’alternativa alla cultura del consumismo. Seppure schierato a sinistra, la sua scrittura è sempre stata un atto politico ma neutro, mai legata a dei partiti specifici.

Fofi va ricordato, inoltre, per il contributo dato nella rivalutazione di Totò. La sua arte, infatti, per molto tempo è stata snobbata dalla critica cinematografica. Nel 1977, dunque, Fofi ha dedicato all’attore napoletano il saggio Totò. L’uomo e la maschera.

In quanto critico cinematografico, l’intellettuale si è concentrato sull’analisi della condizione umana e sui cambiamenti sociali del Novecento, scoprendo registi, attori e scrittori, grazie alla propria lungimiranza. Fofi, infatti, non era solito seguire le mode.

La sua scomparsa è avvenuta questa mattina, 11 luglio, presso l’Ospedale Cavalieri di Malta, a Roma, a causa di una crisi cardio-respiratoria. L’intellettuale era già ospedalizzato in quanto, lo scorso 25 giugno, era stato operato, in seguito alla rottura del femore.

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