Bajani vince il Premio Strega 2025: “Con il mio libro contesto il patriarcato”

Andrea Bajani vince il Premio Strega 2025. A trionfare è stato il superfavorito, con "L'anniversario", una contestazione al patriarcato e una narrazione del coraggio di non tornare più a casa.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Il vincitore della 79esima edizione del Premio Strega è Andrea Bajani con L’anniversario, edito Feltrinelli. Il testo non è solo il racconto di un figlio che si allontana dalla propria famiglia, ma è anche una contestazione al patriarcato, attraverso la descrizione di un uomo che rimane soggetto parziale.

La cerimonia di consegna del premio si è tenuta ieri, 3 luglio, presso il Ninfeo di Villa Giulia, a Roma. Dopo Bajani si sono classificate Elisabetta Rasy, Nadia Terranova, Paolo Nori e Michele Ruol.

La cerimonia del Premio Strega 2025

Si è tenuta ieri sera, 3 luglio, la finale della 79esima edizione del Premio Strega 2025, presso il Ninfeo di Villa Giulia, a Roma. Forse, come riportato dal Collegio Romano, questa sarà l’ultima edizione dell’evento nella villa, in quanto l’80esima edizione si sta pensando di spostarla a Cinecittà.

A ogni modo, durante la serata è spiccata l’assenza del ministro della Cultura Alessandro Giuli, impegnato in questioni istituzionali a Berlino. Presente, invece, il presidente della Commissione Cultura della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, il quale ha dichiarato:

Il Premio Strega è una festa alta e popolare.

Qui c’è tutto il sistema editoriale che deve essere sostenuto e rafforzato.

Con il ministro Giuli e con il Parlamento abbiamo stanziato 44 milioni per aiutare la filiera editoriale e aprire nuove librerie per giovani, soprattutto dove non ci sono.

A trionfare, quindi, è stato Bajani, con 194 voti. Al secondo posto si è classificata Elisabetta Rasy, che ha ottenuto 133 voti per Perduto è questo mare, edito Rizzoli. Terza Nadia Terranova, con Quello che so di te edito Guanda, che ha totalizzato 117 preferenze.

Quarto posto per Chiudo la porta e urlo (Mondadori) di Paolo Nori, che ha totalizzato 103 voti. Ha chiuso la cinquina Michele Ruol, con Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa), il quale ha ottenuto 99 preferenze.

La serata, inoltre, ha visto le esibizioni di Filippo Timi, che ha teatralizzato degli estratti dai cinque libri finalisti, accompagnato dai musicisti Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo. Anna Foglietta, invece, ha ricordato Pasolini, a 50 anni dalla sua scomparsa, in un monologo terminato con l’appello alla “Palestina libera”.

Leggi anche: Premio Strega 2025, annunciata la dozzina: chi vincerà quest’anno?

La vittoria di Bajani

Non è la prima volta che Andrea Bajani trionfa al Premio Strega. Già vincitore del Premio Strega Giovani 2025 e finalista al Premio Strega e Campiello nel 2021 con Il libro delle case, Bajani si è aggiudicato ieri sera il primo posto con L’anniversario. Il testo si articola tra romanzo e autofiction, in cui viene sovvertito il tipico ordine della famiglia tradizionale.

L’intento dell’autore è quello di decostruire, in particolare, la figura del protagonista maschile, che diviene semplice soggetto parziale, il quale attraverso la fuga riscopre il vero sé.

Subito dopo la vittoria, nel momento in cui gli è stato consegnato il premio, Andrea Bajani ci ha tenuto a ringraziare chi lo sostiene da sempre, ossia chi edita e chi legge le sue opere:

Sono ventidue anni che pubblico libri.

Gratitudine a quelli che hanno creduto in me, i lettori, gli editori.

Quest’anno sono i 60 anni della Feltrinelli che ha creduto in me.

Leggi anche: Premio Strega, vince Donatella Di Pietrantonio con L’età fragile: “La mia voce per i diritti delle donne”

Di che cosa parla L’anniversario?

A spiegare in poche parole, ma molto significative, ciò di cui si parla ne L’anniversario è lo stesso Bajani: “La letteratura continua a essere la contestazione delle versioni ufficiali. Oggi questa versione è ancora patriarcale e la mia contestazione è affidata al protagonista del libro“.

E poi, ancora, il testo descrive: “da un lato il racconto dell’inferno domestico, dall’altro il distacco di chi pensa ‘di tutto questo posso dire la mia versione’. L’idea della fuga sta sempre dentro l’idea della colpa“.

La fuga a cui si riferisce l’autore è quella del protagonista del romanzo, il quale ha tagliato i rapporti con la propria famiglia da dieci anni, dimostrando il coraggio necessario per smettere di essere figli e diventare “altro”.

Viene raccontato un uomo che smette di tacere le violenze continue a cui il padre ha costretto tutta la famiglia, prima fra tutti la moglie. A discapito di quanto ci si possa aspettare, però, ne L’anniversario non c’è una riconciliazione, né tantomeno una soluzione al patriarcato.

Un libro contro il patriarcato?

L’anniversario non si presenta esplicitamente come un libro contro il patriarcato, piuttosto ne descrive le dinamiche interne alla famiglia protagonista.

Non c’è, quindi, una morale; solo il racconto di un figlio che rinnega la violenta figura paterna e si libera dagli obblighi affettivi che, probabilmente, lo incatenavano nelle distorte dinamiche familiari.

Il gesto del protagonista è un atto rivoluzionario, di scoperta di sé, in quanto soprattutto figura maschile che può scegliere chi essere e chi no. È lontana la descrizione del maschio alpha, che ostenta la propria forza.

Ne L’anniversario, al contrario, vengono sottolineate le proprie fragilità, i punti ancora irrisolti del proprio carattere. Questo testo, quindi, non dà risposte, ma lascia spazio alle domande e alla descrizione della vita di una famiglia e di un uomo, in una società ancora patriarcale.

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