Il 12 maggio 1995, trent’anni fa, il panorama musicale italiano perdeva una delle sue più grandi e talentuose artiste: Mia Martini.
La sua carriera inizia nei primi anni Sessanta quando, dopo aver convinto la madre ad accompagnarla a Milano in cerca di un contratto discografico, incide nel 1963 il suo primo 45 giri per l’etichetta CAR Juke Box e, nel 1964, vinse il Festival di Bellaria con Il magone.
Personalità introversa e riservata, ha lasciato alla musica italiana una delle eredità artistiche più importanti e preziose. La potenza e l’eco della sua voce ancora risuonano negli animi di chi ha avuto il privilegio di ascoltarla e apprezzarla.
Le origini e i primi passi nella musica
Mia Martini, pseudonimo di Domenica Rita Adriana Bertè, nasce a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria, il 20 settembre 1947, da un professore di latino e greco e da una maestre elementare. Secondogenita di quattro figlie, muove i primi passi nella musica insieme alla sorella Loredana Bertè, tre anni più piccola.
Dopo aver vinto il Festival di Bellaria nel 1964, nei primi anni Settanta incontra l’avvocato Alberigo Crocetta, fondatore del Piper, produttore discografico e talent scout, che le fa svoltare la carriera lanciandola nel mercato internazionale. A lui si deve l’idea del nome d’arte della cantate: “Mia” per l’attrice Mia Farrow e “Martini” per l’omonimo marchio delle bevande alcoliche, al tempo molto famoso.
Nel 1971 incide per la RCA Padre davvero… e nel 1972 pubblica Piccolo Uomo, con cui vince il Festivalbar. Il successo è istantaneo: subito viene invitata nelle migliori trasmissioni televisive e il 45 giri raggiunge le posizioni più alte in classifica, facendole ottenere il suo primo disco d’oro per le vendite.
A settembre dello stesso anno, partecipa alla Mostra internazionale di musica leggera di Venezia con Donna Sola, brano soul dal significato profondo, che si rivela essere l’opera di punta dell’intera rassegna, con 270 000 copie vendute, tanto da farla premiare l’anno successivo con l’illustre Gondola d’Oro.
Nel 1973, partecipa e trionfa di nuovo con Minuetto, affermandosi come l’unica cantante donna ad aver vinto due Festivalbar consecutivi. Questa è la canzone più venduta in assoluto della sua carriera, tanto da guadagnare un disco d’oro e un disco di platino.
La sua particolare e intensa vocalità cattura sempre di più l’attenzione dell’opinione pubblica e di diversi cantanti e compositori, tra cui Lucio Battisti, che la invita nel suo speciale televisivo Tutti insieme.
La consolidazione del successo e la relazione con Ivano Fossati

Nel 1974 Mia Martini viene considerata dalla critica europea come la cantante dell’anno. I suoi brani vengono pubblicati in diverse nazioni e i suoi testi tradotti in inglese, tedesco, spagnolo e soprattutto francese. In Francia, infatti, la cantante ha un enorme successo, tanto da essere paragonata a Édith Piaf.
Man mano che passano gli anni, la Martini viene riconosciuta sempre di più come una delle principali voci italiane. La Rai realizza per lei uno special a colori per il lancio dell’album Che vuoi che sia…se t’ho aspettato tanto e anche in Francia, un suo concerto viene registrato dal vivo e trasmesso in televisione.
Proprio in questa occasione, Mia Martini, grazie alla sua forza interpretativa, attira l’attenzione di Charles Aznavour che la invita a condividere con lui una tournée in diversi teatri europei, tra cui il Sistina e l’Olympia di Parigi, dove esordisce trionfalmente nel 1978.
L’anno prima, nel 1977, partecipa all’Eurovision Song Contest con Libera, brano che viene pubblicato anche in Canada e Giappone.
Nello stesso periodo, durante la realizzazione dell’album Per amarti, incontra il cantautore Ivano Fossati, con il quale inizia una travagliata storia d’amore. La loro è stata una relazione complessa e travolgente, fatta di rinunce e dolore per l’interprete.
Mia Martini si è ritrovata con un raro problema alle corde vocali e con due interventi da affrontare prima di poter tornare a cantare. Per fortuna, ha risposto positivamente, ritornando sulla scena a piccoli passi e secondo le proprie esigenze, affermandosi anche come cantautrice.
Gli anni difficili
All’inizio degli anni Ottanta, dopo la fine della relazione con Fossati e l’allontanamento dalla sorella Loredana, Mia Martini decide di ritararsi dalle scene.
Il motivo riguarda anche l’etichetta di “portatrice di sfortuna” che le viene attribuita per ripicca 10 anni prima da Fausto Paddeu, un impresario soprannominato “Ciccio Piper”. Come racconta lei stessa:
La mia vita era diventata impossibile.
Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia.
C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io.
Si sa che anche i momenti difficili, con il tempo, si superano. Così nel 1989 il musicista e discografico Gianni Sanjust rilancia la cantante e le fa firmare un contratto con la casa discografica Fonit Cetra, grazie alla quale recupera il brano rimasto inedito Almeno tu nell’universo.
Con questa canzone viene ammessa al 39° Festival di Sanremo, dove vince per la seconda volta il Premio della Critica, ponendo fine al periodo buoi che l’aveva segnata sia artisticamente che personalmente fino a quel momento. Come afferma la cantante, a proposito del nuovo inizio:
Erano sette anni che non potevo più fare il mio lavoro, per cui ho avuto dei momenti di grande depressione.
E in quel momento ho sentito “fisicamente” questo abbraccio totale di tutto il pubblico, l’ho sentito proprio sulla pelle.
Ed è stato un attimo indimenticabile.
Il trionfo di Sanremo la spinge a organizzare una nuova tournée dal vivo e a parteciparvi ancora nel 1990, nel 1992 con Gli uomini non cambiano e nel 1993 con Stiamo come stiamo, cantato insieme alla sorella.
Inizia anche una serie di importanti collaborazioni musicali come quella con Roberto Murolo, che porta alla nascita di uno dei loro più grandi successi: Cu’ mme.
L’ultimo periodo
Nel 1994, Mia Martini, incide il suo ultimo disco intitolato La musica che mi gira intorno, nel quale reinterpreta le canzoni dei suoi autori preferiti.
Non sarebbe dovuto essere l’unico progetto in porto perché, due mesi prima della sua morte, annuncia la produzione di un nuovo album e di un’imminente collaborazione con Mina.
Purtroppo, però, prima di poter realizzare tutto ciò, il 12 maggio 1995, Mia Martini decede nel suo appartamento a Cardano al Campo, in provincia di Varese.
La vita dell’interprete si è interrotta troppo presto, lasciando un vuoto profondo nel mondo della musica italiana. Eppure, nonostante il dolore e le difficoltà, Mimì ha saputo donare all’arte e al pubblico un patrimonio immenso fatto di intensità, autenticità e talento puro.
La sua voce inconfondibile e la passione incrollabile con cui ha vissuto la musica continuano a emozionare, ispirare e parlare al cuore di chi l’ascolta.
Mia Martini non è solo una delle più grandi cantanti italiane di sempre: è un’anima che ha saputo trasformare la sofferenza in bellezza, e che ancora oggi vive nelle sue canzoni.
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