Nel momento in cui si promuove la propria azienda, non si può prescindere dal web. Sono diversi gli asset ai quali fare riferimento. C’è il sito web, che deve essere ben posizionato su Google, e ci sono i social, dove è importante pubblicare costantemente e stanziare un adeguato budget per l’advertising in quanto, al giorno d’oggi, i post organici hanno una visibilità pressoché nulla.
Questi strumenti, però, devono muoversi sulla base di obiettivi ben specifici. Uno di questi è la brand awareness. Cosa si intende nel momento in cui la si chiama in causa? Tutti quegli approcci concreti che consentono a un’azienda di rendere più noto il suo marchio e di migliorare la riconoscibilità dello stesso da parte dei potenziali clienti.
Dal momento che tutto ciò che consente di mettere in mostra il brand di un’azienda contribuisce ad aumentarne la notorietà, anche vendere o regalare dei gadget aziendali personalizzabili con un logo, di cui si può vedere qualche esempio in siti specializzati come fullgadgets.com, rappresenta un’ottima attività nell’ambito di una strategia di brand awareness.
Vediamo, nelle prossime righe, quali sono gli altri step da considerare e come ottimizzarne l’efficacia.
Gli step di una campagna di brand awareness
Una campagna di brand awareness può prevedere step e approcci diversi. Si può, per esempio, partire dal miglioramento della SEO (Search Engine Optimization).
Quando la si chiama in causa, si inquadra tutto quel mondo di approcci strategici tradotti in azioni pratiche che consentono di migliorare il posizionamento organico di un sito sui motori di ricerca a fronte dell’inserimento di specifiche parole chiave.
Non si ricorre ad annunci a pagamento e si fa in modo, attraverso, per esempio, il lavoro sulla qualità dei testi, che il sito sia immediatamente visibile a fronte di una determinata ricerca. In questo modo, il nome del brand gira di più.
Per fare in modo che il marchio sia riconoscibile, è essenziale considerare anche il lavoro sul tono di voce e sull’identità verbale. Definire bene con che mood l’azienda vuole “parlare”, quali termini utilizzare, quali emozioni si ha intenzione di evocare nel lettore sono step essenziali ai fini del miglioramento della riconoscibilità.
Gli step di una campagna di brand awareness possono comprendere pure il restyling del logo. Molto spesso, è necessario rimettere mano a quello che è un asset preziosissimo per qualsiasi azienda per fare in modo che rifletta meglio i valori del brand, che possono andare incontro a forti cambiamenti nel corso del tempo.
Un doveroso cenno va dedicato anche al content marketing. Quando si utilizza questa espressione, si inquadra una branca del marketing strategico basata sulla creazione e sulla distribuzione di contenuti indirizzati a un target ben definito.
A tal proposito è necessario, alla base, avere chiaro le peculiarità della persona a cui ci si rivolge. Quanti anni ha? Che lavoro fa? Quali sono i problemi che ha necessità di risolvere attraverso il prodotto e/o il servizio venduto dall’azienda? Quali i risultati che vuole ottenere? Quale la sua capacità di spesa?: questi sono alcuni degli interrogativi ai quali è basilare rispondere per mettere a punto una strategia di content marketing in grado di fare davvero la differenza dal punto di vista della brand awareness.
Come misurare i risultati ottenuti
Le campagne hanno senso nel momento in cui si procede alla misurazione dei risultati ottenuti. Nel caso della brand awareness, è possibile chiamare in causa, per esempio, i test basati sulla cosiddetta brand recall.
Si recluta un campione di persone e le si invita a elencare i brand che, al primo impatto, associano a una determinata categoria merceologica. Da non dimenticare sono anche quelli di brand recognition, in cui si invitano i soggetti inclusi nel campione a individuare il brand sulla base di dettagli come il logo o il payoff.
