Ghosting e orbiting: cosa sono e che problemi causano in chi li subisce

Vediamo di comprendere meglio il ghosting e l'orbiting, fenomeni sempre più diffusi soprattutto tra i giovani. Perché fanno male e cosa ci fanno capire di chi li pratica.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Sta divenendo sempre più un’abitudine tra i giovani quella di iniziare una relazione o un’amicizia e poi scomparire nel nulla, magari bloccando anche l’altra persona sui social in modo da far perdere le proprie tracce. Oppure viceversa evitare un soggetto nella vita reale mentre si continuano a commentare post o storie sui social.

Si tratta del ghosting o orbiting, fenomeni che possono causare problemi portando in chi li riceve depressione, ansia e bassa autostima.

Ghosting: cosa significa e perché dovrebbe essere punito

ghosting

Il ghosting e l’orbiting interessa principalmente i giovani, essendo questi coloro che trascorrono la maggior parte del tempo sui social. Infatti secondo un’indagine svolta da Generazioni Connesse su 2.400 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado il 42% degli adolescenti passa in media tra le 5 e le 10 ore al giorno connesso.

Il ghosting, con il verbo ghostare e le sue declinazioni, è entrato a far parte dello slang giovanile e significa letteralmente diventare un fantasma per qualcuno, non essendo rintracciabile. Ma cosa si nasconderebbe dietro questo atteggiamento?

Essendo un fenomeno che crea malessere, a volte anche profondo, in chi ne è vittima nelle Filippine ad esempio lo si vorrebbe rendere illegale. L’idea alla base è che l’offesa, anche se solo emotiva, causi pur sempre dolore. Per questo il deputato Arnolfo Teves Jr., membro del Nationalist People’s Coalition delle Filippine, ha deciso di depositare in parlamento la proposta per far diventare il ghosting illegale, classificandolo come un vero reato. Ecco cosa ha scritto Teves nella proposta di legge:

L’ambiguità del ghosting è che non c’è una vera conclusione tra le parti coinvolte, e in questo modo può diventare una forma di crudeltà emotiva, dovrebbe essere punito come offesa emotiva per il trauma che causa alla parte ghostata.

Il ghosting è una forma di dispetto che sviluppa sentimenti di rifiuto e abbandono.

Inoltre la pena prevista non sarebbe il carcere ma potrebbe riguardare un periodo di servizio in comunità.

Perché fa male il ghosting?

Vediamo cosa accade in chi è vittima di ghosting. Un articolo di Newscientist ne ha approfondito l’aspetto psicologico cercando di capire perché fa male e quel è il profilo di chi sparisce senza dare spiegazioni.

Secondo la psicoterapeuta Jennice Vilhauer il ghosting può essere inteso come una forma di rifiuto sociale, tale da attivare nel cervello le stesse regioni che vengono stimolate quando si sperimenta dolore fisico.

La sofferenza deriverebbe dal lasciare le cose in sospeso, non mettendo un punto sulla fine della relazione con l’altra persona.

Paradossalmente un no fa meno male del non essere considerati e trattati come se non esistessimo. Ecco cosa ha spiegato al riguardo lo psicologo sociale Arie Kruglanski:

Quando qualcuno ti ignora significa che non meriti nemmeno di ricevere una risposta: è un duro colpo al nostro senso di valore sociale.

Ghosting: i tratti tipici di chi lo pratica

Uno studio dell’Università di Padova ha associato al ghostatore tre tratti tipici:

  • machiavellismo,
  • narcisismo
  • psicopatia

Ciò non vuol dire che coloro i quali chiudono una relazione senza farsi sentire sono tutti psicopatici ma sicuramente hanno dei tratti accentuati di machiavellismo e psicopatia.

D’altra parte il coordinatore dello studio Peter Jonason sottolinea che chi non presenta questi tratti non intrattiene solitamente relazioni brevi quindi di conseguenza ha meno probabilità di praticare ghosting.

Che cosa significa orbiting

Nell’orbiting invece il soggetto non sparisce nel nulla ma continua ad orbitare, usando il medesimo termine, attorno alla persona, non volendo però avere con lei alcuna relazione, sia telefonica e sia per messaggi diretti.

Si tratta di una tattica che si basa sull’ambiguità e sull’assenza di comunicazione. Le uniche iterazioni avvengono sui social, e si traducono nel continuare ad esempio a guardare le storie su Instagram o nel mettere like alle foto, a volte anche commentandole come se nulla fosse.

Questo fenomeno è stato definito per la prima volta con il termine orbiting da Anna Iovine, dopo averlo sperimentato in prima persona. La blogger avrebbe descritto tre profili di orbiter:

  • colui che ama esercitare il controllo sugli altri
  • l’ingenuo che non è consapevole di quello che sta facendo
  • colui che non sa quello che vuole e nel dubbio non chiude del tutto i rapporti


A prescindere dalla consapevolezza o meno è chiaro che nell’orbiting la relazione sana non è affatto contemplata ma è evidente che si tratti di un rapporto tossico.

Leggi anche: Genitore tossico, chi è e come riconoscerlo per vivere meglio

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