Faida sui tamponi rapidi: cosa c’è dietro lo scontro tra Zaia e Crisanti?

Andrea Crisanti, microbiologo dell’università di Padova, ha deciso di dimettersi dal suo incarico, in seguito alla pubblicazione di alcune intercettazioni in cui Zaia esprime la propria ostilità nei suoi confronti.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Zaia e Crisanti. La querelle tra il senatore del Pd Andrea Crisanti e Luca Zaia, in questi ultimi giorni sta assumendo dei toni sempre più accesi. Dopo la pubblicazione delle intercettazioni nell’inchiesta padovana sui tamponi rapidi il ricercatore ha lasciato l’incarico all’università di Padova e ha rivolto parole dure nei confronti di Zaia, che a suo dire starebbe facendo di tutto per metterlo in cattiva luce.

Ecco quanto ha dichiarato Crisanti, riferendosi al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, come riportato da Repubblica:

È malvagio, non c’è altra spiegazione. Che un presidente della Regione utilizzi tutta la sua forza e le sue leve per danneggiare in maniera illecita chi sta cercando di metterlo sulla giusta strada a me pare di una gravità inaudita.

Cosa siamo diventati, la Repubblica delle banane? Se fossimo in Inghilterra Zaia sarebbe costretto a dimettersi.

Da dove parte l’astio tra Zaia e Crisanti

zaia e crisanti

L’inchiesta sui tamponi rapidi in Veneto nasce da un esposto di Crisanti il quale aveva pubblicato uno studio scientifico per dimostrare che migliaia di tamponi acquistati nell’autunno del 2020 erano efficaci al 70% e non del 90%. La procura di Padova ha chiesto il processo per Roberto Rigoli, il coordinatore delle unità di Microbiologia del Veneto, che aveva dato l’ok all’acquisto dei test, confermandone l’idoneità clinico-scientifica, e non svolgendo correttamente il compito che gli era stato assegnato.

In seguito le intercettazioni riportate dal programma Report, e depositate agli atti, riportavano le lamentele di Zaia, non indagato:

Sono qua a rompermi i coglioni da 16 mesi, stiamo per portarlo allo schianto e voi andate a concordare la lettera per togliere le castagne dal fuoco al senato accademico, per sistemare Crisanti.

È un anno che prendiamo la mira a questo… adesso fa il salvatore della patria.

L’intercettazione risale alla primavera 2021, quando Zaia parlava con Roberto Toniolo, direttore di Azienda Zero, che all’epoca si occupava della parte operativa della giunta regionale per gli affari sanitari. Però l’astio tra i due nasce durante la prima ondata Covid quando il politico aveva dato una certa immagine di competenza e tempestività mentre il medico che aveva ne messo in dubbio il metodo attribuendosene il merito.

Zaia e Crisanti: la risposta del microbiologo e senatore Pd

Crisanti si è dimesso, spiegando anche le ragioni del suo gesto:

Nelle carte dell’inchiesta padovana sui tamponi rapidi comprati dal Veneto, nata da un mio esposto, sono venute fuori delle circostanze inaspettate che secondo il mio avvocato configurano reati.

Voglio avere quindi le mani libere per tutelarmi legalmente senza mettere in imbarazzo l’Ateneo, che collabora con la Regione. Da quando sono stato eletto al Senato sono in aspettativa, però era opportuno lo stesso dimettermi.

E su Zaia dichiara:

Inseguirò Zaia fino alla fine del mondo per inchiodarlo su qualsiasi responsabilità che possa avere nei miei confronti. Questo regime di intimidazione nel Veneto deve finire.

Leggi anche: Bufera su Conte in vacanza extralusso a Cortina: “Altro che paladino dei poveri, ipocrisia pura”

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