Agricoltori deviano corso dell’acqua: “Sommergendo i nostri campi abbiamo salvato Ravenna”

Agricoltori della coop. Cab Terra hanno acconsentito alla deviazione del canale che ha allagato aziende agricole e distrutto canali per salvare il centro storico di Ravenna.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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La cooperativa agricola bracciantile Cab Terra ha scelto di far allagare i propri campi per mettere in salvo Ravenna, impedendo che l’evacuazione di molte meno persone di quelle che, di fatto, hanno abbandonato le proprie abitazioni per mettersi al sicuro dall’acqua.

La città dei mosaici però non è stata esente dagli allagamenti. Decine di migliaia di persone sono state evacuate, ma sarebbero potute essere molte di più senza l’intervento della cooperativa, decisiva non solo per mettere in salvo le persone ma anche i tesori dell’antica capitale bizantina, Patrimonio Unesco.

Qual è la coop che ha salvato Ravenna?

La coop Cab Terra è la cooperativa più antica d’Italia, fondata nel 1888 da Nullo Badini e altri 40 braccianti. Venerdì, quando la città di Ravenna si preparava ai giorni più difficili, la Cab Terra ha attuato una mossa coraggiosa, acconsentendo a una rottura controllata scavando l’argine del canale pieno fino all’orlo, nel quale scorreva impetuosamente l’acqua verso la città di Ravenna. Spiega il presidente della cooperativa Fabrizio Galavotti, come riportato da Open:

Abbiamo acconsentito sperando che serva a qualcosa. Una scelta difficile. Lo è sempre quando si sacrificano 200 ettari di terreno. Ma lo abbiamo fatto consapevoli di dare una mano alla comunità.

Nell’argine rotto, a sinistra del canale che scorre a nord della città, sarebbe stato piazzato un tubo per portare l’acqua nei campi della cooperativa, circa 200 ettari tra campi, frutteti, serre, pineta e aziende agricole. Ad eseguire l’operazione sono stati i tecnici dei consorzi di bonifica. Oggi c’è il sole e l’acqua si sta lentamente ritirando, ed è possibile vedere 50 metri di campo prima allagato, spiega Galavotti.

Direttore della coop.: “Non ci sentiamo eroi ma cittadini normali”

Lino Bacchilega, direttore della coop, racconta a Repubblica:

Non potevamo tirarci indietro se, per un drammatico scontro tra acqua e terra, Ravenna era a un passo dall’essere sommersa.

Il questore Castrese De Rosa ci ha chiesto il permesso di tagliare l’argine e di allagare i terreni dei nostri 70 soci per alleggerire la pressione dell’acqua e tentare di salvare il salvabile. Ci siamo guardati negli occhi, ma sapevamo già che un rifiuto sarebbe stato una vergogna imperdonabile.

Bacchilega ha poi sottolineato di non pensare minimamente di aver compiuto un gesto da eroi: “Al primo posto l’interesse collettivo: ciò significa essere cittadini normali, non eroi”. Aggiunge: “Ogni contadino conosce le conseguenze di perdere i raccolti e di devastare la terra per anni. Veniamo da una siccità gravissima, dalle grandinate e da due alluvioni in due settimane. Ci vorrà molto tempo per tornare a rendere coltivabili i fondi trasformati in una palude”.

Com’è la situazione nei campi attorno a Ravenna

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I territori alluvionati attorno a Ravenna sarebbero centomila ettari, nelle oltre 3mila aziende agricole. Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna, ha così commentato, come riportato da Tgcom 24:

Una quantità biblica. Ora intorno a Ravenna è tutta acqua, al momento resta fuori solo la città e neanche tutta.

Zampini ha spiegato come siano anche saltati acquedotti, e anche dove non ci sono campi alluvionati, le aziende hanno bisogno di mangime e acqua potabile per abbeverare gli animali. Poi dichiara:

A Ravenna facciamo i conti con la seconda alluvione e questo è un colpo mortale per un territorio coltivato ad albicocche, pesche, susine, pere, mele e ciliegie. Dopo 15 giorni sott’acqua le piante sono destinate a morire e sarà un’impresa titanica ripiantarle considerando che per rifare un ettaro di frutteto servono 50mila euro.

Senza contare il disastro sulle sementi, circa 6mila ettari, di cui Ravenna è un distretto importante per tutta Italia e anche per l’Europa per barbabietole, cicoria, carote e cavoli. Speriamo che i vigneti possano resistere.

Il direttore di Coldiretti, infine, tiene a precisare come in questo momento sia essenziale mettere in sicurezza le persone e dopo si penserà alla conta dei danni.

Leggi anche: Alluvione, Gene Gnocchi: “Siamo sfollati. Grazie a mia moglie che ha recuperato le mie figlie”

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