Buoni pasto, la protesta dei commercianti: ecco da quando non li accetteranno

Non si placa la protesta di esercenti e commercianti sui buoni pasto: nel mirino ci sono le commissioni ed è stato organizzato uno sciopero per mercoledì 15 giugno.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Non si placa la protesta di esercenti e commercianti sui buoni pasto: nel mirino ci sono sempre le commissioni, giudicate troppo elevate. Per questo motivo, è stato organizzato per mercoledì 15 giugno uno sciopero: quel giorno i buoni pasto non verranno accettati.

L’iniziativa è stata proclamata da Confcommercio, Fipe, Fida Confesercenti, Federdistribuzione, Coop e Ancd Conad per richedere una riforma del sistema. “Le commissioni a nostro carico sono insostenibili, per ogni buono da otto euro ne incassiamo poco più di sei”, ha tuonato a Il Gazzettino un esercente.

Buoni pasto: lo sciopero del 15 giugno per richiedere una riforma

Buoni pasto: lo sciopero del 15 giugno per richiedere una riforma

Il 15 giugno, quindi, bar, ristoranti, alimentari, supermercati e ipermercati aderenti ad Ancd-Conad, Ancc-Coop, Fiepet Confesercenti, Federdistribuzione, Fida e Fipe-Confcommercio sospenderanno l’accettazione di buoni pasto. Una mobilitazione, questa, organizzata soprattutto per chiedere una riforma del sistema, come spiegato da Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione:

Abbiamo fatto numerosi appelli pubblici sulla necessità di riformare il sistema dei buoni pasto in modo radicale, ai quali non c’è stata risposta. È una situazione sulla quale occorre intervenire con decisione, ed è per questo che mercoledì 15 giugno gli esercenti pubblici e le aziende della distribuzione non accetteranno i buoni pasto.

Il nostro obiettivo è tutelare un importante servizio di cui beneficiano milioni di lavoratori, che va però reso sostenibile. Chiediamo al Governo, soprattutto in vista dell’imminente gara Consip, di superare un sistema che impone commissioni non eque, le più alte d’Europa, che si avvicinano al 20% del valore nominale del buono pasto.

Tutto ciò grava pesantemente sulle nostre imprese, mettendone a rischio i risultati economici e rischiando di rendere insostenibile la prosecuzione di questo servizio in futuro.

Buoni pasto, le imprese: “Bisogna ridurre le commissioni”

Già lo scorso maggio, le imprese della distribuzione commerciale e della ristorazione avevano chiesto a gran voce una riforma, sottolineando a Consip la necessità di ridurre le commissioni in occasione della prossima gara. Le priorità erano due:

La riduzione immediata dei ribassi sul prezzo richiesti in fase di gara alle società emettitrici dei buoni pasto, e la riforma complessiva del sistema, seguendo l’impianto in vigore in altri Paesi, per assicurare il rispetto del valore nominale del ticket ed eliminare le gravose commissioni pagate dagli esercizi presso i quali i buoni pasto vengono utilizzati.

Nel corso delle ultime due gare Consip, 2018 e 2020, gli esercenti si sono trovati a pagare commissioni medie del 19,8% (BP8) e del 17,80% (BP9). Questo meccanismo finisce per scaricare il risparmio della pubblica amministrazione sui pubblici esercizi e sulla distribuzione commerciale.

Leggi anche: Superenalotto, vincita record a Barletta: il Jackpot raggiunge 216,5 milioni

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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