Buon compleanno Google! Il Dio del web oggi compie 20 anni

Valentina Cuppone
Valentina Cuppone
Valentina Cuppone, classe 1982. Caporedattore de Il Digitale. Formazione umanistica, una laurea in Lettere Moderne e una specializzazione in Comunicazione della cultura e dello spettacolo all’Università di Catania. Curiosa e appassionata di ogni cosa d’arte, si nutre di libri, mostre e spettacoli. Affascinata dal mondo della comunicazione web, il suo nuovo orizzonte di ricerca è l''innovazione.
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E sì, perché le date che conviene ricordare sono due. Il 4 settembre, giorno in cui viene registrata la società Google Inc., e il 27 dello stesso mese in cui si festeggia l’inizio di una nuova epoca. Perché una nuova era? Tutto sembra partire da un post pubblicato il 26 settembre 2005 in cui l’azienda esprimeva l’entusiasmo per essere riuscita ad ampliare di 1000 volte l’indice di ricerca web. Il giorno dopo, il 27 appunto, iniziava così una nuova fase. Era il primo giorno di vita di un diverso modo di intendere la navigazione in rete e non solo. Una nuova dimensione in cui Google sarebbe diventato il punto di riferimento di chiunque per la ricerca sul web. L’archivio virtuale più grande che si possa immaginare.

BackRub, la scintilla da cui tutto ebbe inizio

Parte tutto da lì. Un incontro all’università di Stanford. Due dottorandi di 25 anni e una necessità a cui si cerca di dare una soluzione. Anche se sembrava impossibile e visionaria. Sì, perché l’intenzione di Larry Page e Sergej Brin era quella di cercare di raccogliere in un unico grande archivio tutte le pagine presenti nell’universo enorme della rete. Organizzare le informazioni mondiali e renderle universalmente accessibili. Un progetto mastodontico su cui pochi avrebbero scommesso. La scintilla inizia con un piccolo esperimento, BackRub. Usato sui server dell’università, questo progetto embrionale aspirava a raccogliere le infinite informazioni presenti sul network. Un’operazione volta a rendere velocemente e facilmente disponibili la vastità dei dati. Più agevolmente e rapidamente di altri motori di ricerca. Quest’idea sarebbe diventata Google. Un gigante che scansiona, indicizza e ci restituisce la risposta a ogni nostra domanda attingendo da fonti di qualsiasi natura. Dalle pagine web ai contenuti condivisi dagli utenti, dai libri scansionati ai database pubblici, BigG raccoglie tutto per poter soddisfare ogni esigenza e curiosità. Negli anni ha anche differenziato l’offerta dei suoi prodotti, creando servizi per le email, mappe virtuali, sistemi operativi per il mobile. Insomma, ora è un’azienda che non si occupa più solo di ricercare informazioni sul web ma che abbraccia ogni settore dell’innovazione tecnologica. Leggi anche: Fake News, è guerra aperta: YouTube investe 25 milioni per premiare i contenuti di qualità

Chi di noi non usa Google?

Effettivamente, se ci fermassimo un attimo a pensare, pochi di noi usano un motore di ricerca diverso da BigG. È quasi un’azione spontanea. Quando si apre il pc e ci si connette alla rete, sullo schermo della gran parte degli utenti del web, la pagina iniziale è quella di Google. Sì, quella pagina bianca con il rettangolo stretto e lungo per digitare le parole chiave della nostra query. In evidenza solo il logo. Un nomignolo, che metaforicamente si rifà al termine matematico utilizzato per indicare un numero formato da 1 e da 100 zeri, a simboleggiare la vastità delle informazioni che è possibile ottenere attraverso i suoi algoritmi. Un nome che è diventato talmente comune da farsi emblema della navigazione in rete e addirittura un neologismo per indicare quest’azione. Poche ed essenziali parole che invitano ad iniziare la ricerca. In alto a destra, tre comandi che ti rinviano ad ulteriori servizi del gruppo. Insomma, quella di Google è una storia di un successo che dura da vent’anni. Di una scommessa vinta che è diventata una realtà che vale milioni di dollari.

La storia di un successo scritta in vent’anni

Dal 1998 al 2018. Una storia scritta in vent’anni che ha rivoluzionato il modo di intendere la navigazione, riuscendone a diventarne quasi sinonimo. Perché chiunque cerchi qualcosa in rete, fa la sua query utilizzando Google. Perché qualsiasi azienda, prodotto o servizio che voglia avere visibilità sul network si rivolge a Adwords e Adsense. Una realtà talmente importante che non ha bisogno di orpelli di nessuna natura nella sua home page. Poche essenziali parole. Deduttivi e veloci comandi. Unico lusso grafico concesso? I doodle, quei simpatici e a volte geniali “scarabocchi” che si divertono a trasformare il logo in occasione di precise ricorrenze.

Una delusione social tra tanti successi

Con il suo Page Rank, Google mette a punto una modalità vincente per determinare l’importanza di una pagina e di un sito. Così diventa uno strumento fondamentale per chi volesse fare pubblicità sulla rete usando un metodo mirato, smart e localizzato a seconda delle esigenze. Acquisisce aziende, crea i servizi più disparati. Diventa enorme e prova ne sia la sede di Mountain View in California nella Silicon Valley dall’evocativo nome Googleplex! In mezzo a tanti successi anche alcune delusioni. Come il tentativo di concorrere con la piattaforma social più frequentata dagli utenti della rete. Leggi anche: Facebook sta invecchiando: gli adolescenti preferiscono Snapchat. Non riesce a sfondare Orkur né Google+. Ma poco male, diremmo. Perché ciò che sono riusciti a fare Page e Brin è comunque un’impresa eccezionale. Dalla robotica alla distribuzione di internet, dalla domotica alla ricerca scientifica, dal mobile alla creazione di auto dalla guida autonoma. Tra acquisizioni eccellenti, pubblicità localizzate e contestuali e tanto altro, BigG è diventato un colosso. Ci sarà un motivo perché, a qualsiasi dubbio che ci viene posto, con tanta ovvietà, certezza e spontaneità rispondiamo: «Ma chiedi a Google, no?»   di Valentina Cuppone

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