“Sai cosa c’è”. Si è esibito ieri sera all’Olimpico davanti a 40mila spettatori e Blanco a soli 20 anni, 4 mesi e 23 giorni ha battuto ogni record: è il più giovane artista ad esibirsi in uno stadio italiano, titolo che prima apparteneva ad Ultimo, che aveva 23 anni quando ha debuttato nel 2019 proprio nello stesso posto.
Inizia con “Anima tormentata”, con un coro di cinquanta voci che riproducono in chiave operistica una delle canzoni del suo ultimo album. E vengono i “Brividi” davanti ai flash accesi come “Lucciole” che lo acclamano a gran voce, cantando insieme a lui 29 brani, “Ancora ancora ancora”. Ma Blanco vuole scrollarsi di dosso l’immagine di “Ladro di fiori” dopo Sanremo, e quelle rose le vuole porgere alla Città Eterna, Innamorato di lei:
Mi sono sempre voluto sentire parte di Roma, anche se non sono nato qui, al contrario di mio padre. Per me è una città troppo importante.
Vedervi qui mi rende la persona più felice del mondo.
Blanco incanta l’Olimpico
Dopo un tour tutto sold out, Sanremo, 60 Dischi di platino e 4 d’oro, Blanco arriva all’Olimpico in un’atmosfera cupa di una cattedrale gotica, resa luminosa dall’affetto e dai telefoni dei suoi fan:
Qui ci vengo da quando ero piccolo a vedere le partite.
Ora questo stadio vi chiedo di illuminarlo tutto.
Voglio che tutti vedano quanto è bella Roma.
E l’altra grande protagonista durante il concerto di ieri sera è proprio la capitale, nominata anche nei testi delle sue canzoni, modificate proprio per l’occasione. In “Sai cosa c’è” Blanco cambia il verso “Sotto il sole del lungomare in Puglia” che è diventato “Sotto il sole del lungotevere” e in “Finché non mi seppelliscono”” la frase “sto con te” del ritornello diventa “Roma alè”.
“Quando il cielo si fa blu penso solo a te”: la dedica di Blanco
Riccardo, oltre a essere Blanco, è un ragazzo di 20 anni che ama Roma e he racconta la sua vita sul palco, dall’amore per la sua famiglia, all’amore che lo fa “impazzire”, fino alla “Nostalgia” per le mancanze e i vuoti che lasciano le persone quando chiudono la porta dietro di sé senza lasciare la chiave per poterli ritrovare.
L’emozione è tanta, incredibile, e sulla magia triste delle note di “Blu Celeste” ha chiesto un minuto di silenzio, anche se “Il cielo è blu come il tuo nome” non ha mai reso pubblico a chi è dedicato questo struggente testo, che non lo ha visto compiere i suoi 17 anni. Ma ieri sera Riccardo/Blanco non ha festeggiato da solo, ma con tutto il suo pubblico, che lo ha accolto a braccia aperte giù dal palco quando ha intonato “Lacrime di piombo”, con lo sguardo rivolto, sempre, verso l’alto.
Blanco all’Olimpico: “Prendete il vostro sogno stasera e realizzatelo”
Blanco si gode il viaggio che ha condiviso anche con Lazza, Mace e il suo braccio destro Michelangelo, che è terminato, esplodendo nei fuochi d’artificio. Ed è sceso nel parterre rincorso dai fan, cadendo e trattenendo con energia le lacrime:
Io non sono un tipo che si mette lì e scrive, preferisco vedervi e fare anche il balbuziente tanta è l’emozione. Ma voglio uscire da qui consapevole di quello che sta succedendo, anche se mi viene da piangere.
Vedere tutta questa gente per me è incredibile. Mi dicono: “Come ti senti ad essere diverso?” Io non sono diverso.
Io sono come te che sei qui sotto (guardando un fan che stava vicino alle transenne) e io ci ho creduto.
Invito anche voi tutti a fare la stessa cosa. Uscite da qui, prendetevi il vostro sogno e dite: “Sì, stasera lo realizzo“.
Mi avete quasi rotto un braccio, ma a me piace stare con voi, e in mezzo a voi. Siete la mia famiglia.
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