Oggi a intervenire sulla questione eredità è stato l’ex avvocato di Gina Lollobrigida, Antonio Ingroia. Ospite a Storie Italiane su Rai 1, il legale della diva, con un passato da magistrato, ha rivelato quale fosse lo stato d’animo della Lollo negli ultimi mesi di vita e del dolore arrecatole dall’amministrazione di sostegno che la privava di ogni libertà di scelta.
Le rivelazioni rilasciate da Ingroia sono piuttosto importanti: proprio in questi giorni, infatti, prosegue l’inventario dei beni di Lollobrigida all’interno della sua villa sull’Appia. E, come noto, il suo ricco patrimonio è stato lasciato al figlio Milko Skofic e al factotum Andrea Piazzolla, i quali dal giorno della morte della diva non fanno altro che lanciarsi frecciate velenose e reciproche accuse.
L’ex avvocato di Gina Lollobrigida: “Non veniva mai interpellata e questo la feriva”
In merito all’amministratore di sostegno che era stato affiancato alla diva, l’ex avvocato di Gina Lollobrigida Ingroia ha rivelato a Storie Italiane: “Lei non veniva mai interpellata. A Gina non fu permesso nemmeno di scegliersi l’avvocato nel processo contro il figlio e il nipote, fu il suo amministratore e sceglierne uno senza nemmeno consultarla. Ecco, il fatto di non essere nemmeno interpellata sulle decisioni che riguardavano la sua vita la feriva molto”.
Quanto detto da Ingroia ha lasciato tutti senza parole in studio. La gravità di quelle parole ha costretto la presentatrice Eleonora Daniele a chiarire che l’avvocato se ne sarebbe preso tutta la responsabilità, lasciando spazio a chiunque volesse replicare. Ingroia ha comunque confermato le sue dichiarazioni e ha pure promesso che esaminerà tutte le carte in modo più approfondito.
L’ex avvocato di Gina Lollobrigida e la questione dell’amministratore di sostegno
Insomma: secondo l’avvocato di Gina Lollobrigida, la diva avrebbe avuto un brutto calo dopo l’assegnazione dell’amministratore di sostegno. Sulla questione si è espresso in più occasioni anche il figlio della diva, Milko Skofic, che ha detto in merito:
Andrea Piazzolla non aveva alcuna capacità tale da coprire ruoli nella gestione della vita professionale di mia madre. Si intrometteva in troppe cose, lei mi diceva che Piazzolla acquistava delle supercar per rivenderle.
Le ho spiegato che era una truffa. I soldi andavano a finire nel conto dei suoi genitori. Perciò mi sono reso conto che era rimasta solo la via legale.
L’azione di amministrazione di sostegno che ho promosso lei l’ha vista come un tradimento. Ma non potevo fare altrimenti. L’ho fatto a sua tutela con l’avvocato Michele Gentiloni.
Piazzolla era andato a vivere a casa di mia madre. Le organizzava compleanni con centinaia di invitati. Costavano migliaia di euro. Ma non erano da lei.
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