L’aspartame è cancerogeno? Ecco in che alimenti si trova e cosa dice l’Oms

Dopo settimane di indiscrezioni, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha chiarito che questo edulcorante artificiale è "possibilmente cancerogeno per l'uomo”.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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È ormai da tempo che l’aspartame è entrato a far parte delle nostre diete, spesso utilizzato come dolcificante nelle bibite “zero” o “light”. E, dopo settimane di indiscrezioni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha chiarito che questo edulcorante artificiale è “possibilmente cancerogeno per l’uomo”.

Nonostante questo, il livello di assunzione giornaliera considerato accettabile è rimasto invariato: a “rischio” sarebbero infatti soprattutto i grandi consumatori. Ecco come si è pronunciata, nel dettaglio, l’Oms.

Aspartame, l’Oms lo inserisce tra le sostanze “possibilmente cancerogene per l’uomo”

Durante un incontro a Lione tra il 6 e il 13 giugno scorsi, L’Iarc, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms, ha effettuato la sua prima valutazione della cancerogenicità dell’aspartame.

Queste le conclusioni: “Il gruppo di lavoro ha classificato l’aspartame come possibilmente cancerogeno per l’uomo”. In breve, l’Oms ha inserito l’aspartame nella categoria Gruppo 2B, sulla base di test che riguardavano specificamente il carcinoma epatocellulare, un tipo di cancro al fegato.

Tale classificazione fa riferimento ai criteri utilizzati dallo Iarc, che suddivide le sostanze in quattro categorie: cancerogene per l’uomo (gruppo 1), probabili cancerogeni (gruppo 2A), possibili cancerogeni (gruppo 2B), non classificabili come cancerogeni (gruppo 3).

Mentre Mary Schubauer-Berigan della Iarc ha affermato che le prove riferite al carcinoma epatocellulare provengono da tre studi, condotti negli Stati Uniti e in 10 Paesi europei. “Questi sono gli unici studi epidemiologici che hanno esaminato il cancro al fegato”, ha detto alla stampa.

Oltre all’aspartame, rientrano nel Gruppo 2B – quello dei “possibili cancerogeni” – anche l’estratto di aloe vera e l’acido caffeico presenti nel tè e nel caffè. Lo ha sottolineato Paul Pharoah, professore di epidemiologia del cancro presso il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, aggiungendo che “il ‘pubblico’ in generale non dovrebbe essere preoccupato per il rischio di cancro associato a una sostanza chimica classificata come gruppo 2B”.

Aspartame “possibilmente cancerogeno”, ma la dose giornaliera accettabile resta invariata

Aspartame "possibilmente cancerogeno", ma la dose giornaliera accettabile resta invariata

Qualche giorno dopo l’incontro di Lione, ne è avvenuto un secondo a Ginevra tra il 27 giugno e il 6 luglio, sempre con l’obiettivo di valutare i rischi associati all’aspartame. A riunirsi, un altro gruppo di professionisti, il Jecfa, ovvero il comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari, formato dall’Oms e da un’altra agenzia delle Nazioni Unite, l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura.

Questo gruppo ha concluso che non c’è alcun motivo per modificare la dose giornaliera accettabile stabilita nel 1981, ovvero da 0 a 40 milligrammi di aspartame per chilogrammo di peso corporeo.

Considerando che una lattina di bibita analcolica senza zucchero contiene 200 o 300 mg di aspartame, un adulto del peso di 70 chili dovrebbe consumare più di 9-14 lattine al giorno per superare il limite, supponendo che non venga assunto ulteriore aspartame da altre fonti. Una quantità certamente elevatissima, motivo per cui ad essere considerati davvero a rischio sono i grandi consumatori di aspartame.

Aspartame, gli esperti: “Non stiamo dicendo di non consumarlo più, stiamo consigliando moderazione”

Di certo, gli approfondimenti voluti dall’Oms dimostrano una sempre crescente attenzione verso i consumatori e la loro salute. Anche se Francesco Branca, direttore della nutrizione e della sicurezza alimentare dell’Oms, ha ridimensionato i risultati delle ricerche e ha chiarito: “Non stiamo consigliando alle aziende di ritirare i prodotti, né stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli. Stiamo solo consigliando un po’ di moderazione”.

In ultimo, Branca ha concluso: “Abbiamo, in un certo senso, lanciato un segnale, indicando che dobbiamo chiarire molto meglio la situazione, ma non è nemmeno qualcosa che possiamo liquidare. Il problema è per i grandi consumatori, quindi chi beve una bibita ogni tanto non dovrebbe preoccuparsi”.

In quali prodotti si trova l’aspartame

Ma in quali prodotti si trova esattamente l’aspartame? Questo edulcorante, circa duecento volte più dolce dello zucchero, viene impiegato fin dagli anni Ottanta come additivo alimentare e va segnalato con la sigla E 951.

Si trova in prodotti come bevande (lo impiegano le ricette del 95% di quelle analcoliche gassate ma anche del 90% dei tè pronti), gelati, gelatine, prodotti di pasticceria e confetteria, prodotti lattieri come lo yogurt, cereali per colazione, gomme da masticare, prodotti dietetici e per il controllo del peso – ma anche in dentifrici e alcuni farmaci. Viene impiegato pure come edulcorante da tavola.

Leggi anche: Colpo di calore: quali sono i sintomi, quanto durano e come gestirli

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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