Affitti brevi e cedolare secca: quanto pagheranno i proprietari? Tutte le novità

Affitti brevi con cedolare secca, quali sono le novità per chi decide di affittare la propria abitazione? E cosa cambia per il tasso di imposta?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Affitti brevi, che cosa cambia ora? Sempre più persone cercano casa e ci sono importanti novità per chi decide di affittare la propria abitazione a lavoratori, studenti, coppie, come deciso nella bozza di Governo. Quali sono?

Affitti brevi, che cos’è la cedolare secca?

Affitti brevi, che cosa cambia per chi decide di usufruire della cedolare secca? Si tratta di un regime facoltativo che permette ai proprietari di case e abitazioni che stanno affittando di pagare un’imposta sostitutiva all’Irpef e delle addizionali, per “la parte derivante dal reddito dell’immobile”, come esplicitato sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Questo vale per chi sottoscriverà con i nuovi inquilini un contratto di locazione breve, ovvero “un contratto di locazione di immobile a uso abitativo, di durata non superiore a 30 giorni, stipulato da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa. A esso sono equiparati i contratti di sublocazione e quelli di concessione in godimento a terzi a titolo oneroso da parte del comodatario”.

Per i proprietari c’è questa novità: non pagheranno né le imposte di registro né quelle da bollo, ma nemmeno risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione. Con la scelta della cedolare secca, però, si rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione, inclusa la richiesta di aggiornamento all’Istat e altre ed eventuali detrazioni.

Affitti brevi, per quali immobili è valida al cedolare secca?

La cedolare secca può essere impiegata solo per immobili per scopo abitativo, e non solo fino a 30 giorni, ma anche al di sotto di questa soglia. Inoltre, può essere utilizzata anche per i contratti di locazione di tipo strumentale che sono stati sottoscritti nel 2019. E c’è un altro cambiamento da non sottovalutare.

L’articolo 18 del disegno di legge di Bilancio aumenterebbe l’imposta dal 21% al 26%. E cosa comporterebbe questo? La tassa più alta sarebbe destinata solo alle locazioni con il contratto di affitto breve. Però, la nuova percentuale sull’imposta si applicherebbe dal secondo immobile, come affermato nella bozza del disegno di legge.

Affitti brevi, cosa cambia per la tassazione dei redditi delle piattaforme digitali?

Affitti brevi, la tassazione è prevista anche per le piattaforme digitali con cui si può prenotare una casa o un appartamento adibito a uso abitativo, come Airbnb? La risposta è no. Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, fa luce su questo punto, come riportato su il “Corriere della Sera: “Non riguarda anche le piattaforme digitali. Il 26% è a carico dei proprietari, ma la tassazione dei redditi delle piattaforme non cambia“.

Infatti, per le piattaforme digitali con cui si può effettuare una prenotazione vige un’altra regola: “Le piattaforme sono interessate da un’altra norma della bozza del ddl, ed è quella che, attraverso un meccanismo tecnico-tributario, impedisce alle stesse di sfuggire all’obbligo (a partire dal 2017) di riscuotere la cedolare dai proprietari e riversarla allo Stato, rendendo impossibile l’evasione fiscale degli stessi proprietari”.

Affitti brevi, è necessario, obbligatorio o facoltativo accedervi?

La cedolare secca è un regime facoltativo, quindi non è obbligatorio farne uso. Ma conviene per chi possiede un reddito alto. Nel caso contrario, invece, in cui il reddito fosse basso non sarebbe necessaria. Inoltre, c’è anche un tetto massimo per la cedolare secca. Infatti, possono essere dati in locazione al massimo 4 appartamenti con questa procedura.

Cosa succede se gli appartamenti dati in affitto sono superiori ad un numero di 5? L’attività, in questo caso, risulterebbe imprenditoriale, e i tassi di imposta sono ben superiori al 26%.

Affitti brevi, che cos’è il Codice Identificativo?

Forza Italia vorrebbe proporre il Cin, il Codice Identificativo Nazionale, per identificare chiunque decida di mettere in affitto la propria abitazione, per combattere l’evasione. Ma i più scettici temono che questo fenomeno verrà probabilmente incentivato. Come cambierà il mercato immobiliare?

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