Migranti, raggiunto l’accordo in Ue: cosa ha ottenuto l’Italia

Oggi è stata pubblicata la nota del Consiglio europeo, che riassume i punti salienti concordati che faranno da base al negoziato col Parlamento Ue.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Ieri l’accordo Ue sui migranti raggiunto a Lussemburgo tra i ministri degli Interni dei 27. Oggi la nota del Consiglio europeo che riassume i punti salienti concordati, che faranno da base al negoziato col Parlamento Ue, che avrà poi il ruolo di approvare il Patto su immigrazione e asilo, da anni incagliato a causa delle posizioni contrastanti del Nord Europa.

L’incontro ristretto di ieri sera tra Commissione, Germania, Francia, Italia, Spagna e Olanda, voluto dalla presidenza di turno svedese, aveva il fine di scongiurare il fallimento del negoziato, che non avrebbe permesso al Patto Ue di essere approvato entro la scadenza della legislatura (primavera 2024).

Alla fine, l’accordo Ue sui migranti è stato raggiunto a maggioranza, nonostante l’astensione di Slovacchia, Lituania, Malta e Bulgaria e il voto contrario di Ungheria e Polonia, le quali contestano la procedura adottata e metteranno in dubbio di fronte al Consiglio l’approvazione a maggioranza.

Accordo Ue sui migranti: cosa è stato stabilito e cosa ha ottenuto l’Italia

L’unico testo prodotto dopo l’accordo Ue sui migranti è la nota del Consiglio europeo, tradotta e pubblicata anche sul sito del Governo italiano. Non si registra nessuna novità in merito alla “solidarietà” tra Paesi europei, i quali restano liberi di rifiutare il ricollocamento dei migranti dai Paesi di primo ingresso sottoposti a pressione migratoria (che deve essere confermata dalla Commissione europea). In che modo? Pagando.

L’accordo prevede infatti un bacino di 30mila ricollocamenti l’anno e chi vorrà rifiutarsi di partecipare a tale meccanismo potrà farlo pagando “una tantum” per ogni migrante non accolto. Secondo la ministra della Migrazione della Svezia Stenergard si tratta di 20mila euro per ogni migrante non ricollocato.

Motivo per cui all’inizio l’Italia si era opposta all’approvazione della proposta della presidenza svedese, salvo poi ripensarci: a convincere il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a votare a favore sarebbe stata l’apertura alla richiesta italiana di stringere rapporti con Paesi terzi, a partire da quelli di transito, nei quali verranno espulsi gli irregolari che non si riesce a far rimpatriare nel Paese di partenza.

Il titolare del Viminale ha subito affermato che l’Italia non sarà più “centro di raccolta migranti dell’Unione Europea”. La Penisola ha pure ottenuto un ammorbidimento sul fronte della capacità massima di accolgienza oltre la quale decade l’obbligo di procedura alla frontiera per migranti irregolari con scarse chance di asilo: si tratta di 30mila posti all’anno per tutta la Ue, 12mila per l’Italia.

Non solo: è stato stabilito che nel caso in cui il migrante arrivi attraverso operazioni di ricerca e salvataggio in mare, lo Stato Ue di primo approdo ne sia responsabile (dunque obbligato a riprenderselo in caso si sposti in altro Stato Ue) solo per un anno.

Accordo Ue sui migranti: la novità della collaborazione con Paesi terzi

In breve, l’accordo Ue sui migranti lascia invariato un punto fondamentale: l’Italia rimane un Paese di primo ingresso su cui gravano tutte le procedure di frontiera e verso il quale la solidarietà resta una scelta volontaria. L’unica concessione fatta è appunto la disponibilità dei Paesi Ue a far avviare collaborazioni con Paesi extra-europei dove mandare i migranti.

La Germania pretende che i Paesi extra Ue considerati siano sicuri: qui il migrante deve aver maturato una connessione effettiva, se non familiare. Adesso bisognerà compilare una lista di Paesi sicuri approvata dall’Unione. Ma la procedurà sarà molto complessa, visto che bisognerà appurare l’effettiva connessione del migrante col Paese terzo, oltre a dover stabilire i costi dei trasporti e i tempi tecnici, senza contare le – ormai note – difficoltà dell’identificazione dei migranti.

Leggi anche: Mai più violenza sulle donne, tutte le novità del nuovo disegno di legge: “Interventi severi”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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