Post Quota 100: pensione a 63 anni, Ape sociale e lavori gravosi

Tra le questioni che il Governo dovrà risolvere entro la fine dell'anno ci sarà anche il discorso sulle pensioni per il post Quota 100, che si verrà a creare da gennaio 2022.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Post Quota 100. Entro mercoledì 20 ottobre, il Premier Mario Draghi dovrà varare la legge di bilancio, ma tutto fa pensare a uno slittamento. Le risorse in campo non sono molte, si tratta di circa 22 miliardi di euro, che dovranno essere impiegati per fisco, previdenza, welfare, ammortizzatori sociali e sostegni al reddito. L’obiettivo è spingere la crescita economica.

In merito alle pensioni, che secondo La Stampa assorbiranno 5 miliardi, non ci sarà alcuna riedizione di Quota 100, introdotta nel 2019 e in scadenza a fine anno. Adesso l’obiettivo è quello di agevolare lo “scalone” da 62 a 67 anni, che si creerà il 1°gennaio 2022 con il ritorno della Legge Fornero. Una delle strategie messe in campo prevede il rafforzamento dell’Ape sociale, con un ampliamento delle categorie di lavori usuranti, mentre il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha presentato nei giorni scorsi alla commissione Lavoro della Camera una sua proposta di flessibilità in uscita alternativa a Quota 100.

Post quota 100: i possibili scenari

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Il dibattito sul fronte pensioni è stato sollevato da Pasquale Tridico in commissione Lavoro della Camera. Il Presidente dell’Inps ha parlato di una possibile uscita dal lavoro a 63-64 anni, seppur con una pensione ridotta. Vediamo quali potranno essere le novità nel post quota 100.

Post quota 100, Ape sociale rafforzata: Ape contributiva

Si avrà la possibilità di andare in pensione a 63-64 anni, come per l’Ape sociale con un periodo di 20 anni di versamenti contributivi. A variare però sarà la quota e il metodo di calcolo dell’assegno che si intascherebbe. Inizialmente si tratterà di un anticipo di pensione ma solo per quanto riguarda la sola quota contributiva maturata per cui da parte dello Stato il costo sarà zero visto che il lavoratore incasserà in base ai contributi versati.

Per la parte retributiva, calcolata in base agli ultimi stipendi, si dovranno attendere i 67 anni, ossia il raggiungimento pieno della pensione di vecchiaia. Inoltre il prepensionato potrà continuare a lavorare. Un altro aspetto che viene considerato è che al momento della richiesta per l’Ape contributiva è necessario aver maturato una quota di pensione pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale.

Il costo sarà di 453 milioni nel 2022 e 1,165 nel 2025.

Post quota 100: nuovi lavori gravosi

Per quanto riguarda il personale scolastico risultano tra i lavori gravosi, con possibilità di pensione a 63 anni, le maestre delle scuole dell’infanzia.

Tra le mansioni risultanti gravose rientrano gli operatori socio-sanitari, tra cui anche le Oss, i portantini e gli operatori per la cura estetica come le estetiste. Nell’elenco aggiornato delle categorie di mansioni gravose ci sono i conduttori di impianti e macchine e gli operai specializzati.

Leggi anche: Riscatto laurea gratis, via libera dell’Inps che avverte: “Costerebbe 5 miliardi l’anno”

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