10 esperti sostengono la fine dell’emergenza Covid. Ma la task force non è d’accordo

Il documento firmato dai 10 medici sostiene che il virus sia più debole e anche meno contagioso. Ma i colleghi della task force insistono sulla prudenza: “Non è finita”.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Tra i medici italiani i pareri sono discordanti. L’emergenza Covid è stata superata? Secondo 10 esperti di varia estrazione medica si può dire che il virus sia meno aggressivo e che il drastico calo dei ricoveri confermi quanto detto. Le loro argomentazioni sono state raccolte in un documento unico e rese pubbliche. Mentre altri colleghi non sono affatto d’accordo. Sostengono che il virus sia ancora altamente contagioso e che il calo delle ospedalizzazioni sia da attribuire al distanziamento sociale che ne ha impedito la circolazione. E non per questo si può dire che l’emergenza Covid sia finita. A chi credere?

“La carica virale è molto bassa”

La carica virale di Sar-Cov-2 è più debole e anche meno contagiosa. È quanto sostengono i 10 medici firmatari del documento unico diffuso da Il Giornale in cui compaiono i nomi di Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti, Arnaldo Caruso, Massimo Clementi, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Lucà Lorini, Giorgio Palù, Giuseppe Remuzzi e Roberto Rigoldi. Sono virologi, anestesisti ed epidemiologi. Secondo quanto si legge nel documento:

Il ricorso all’ospedalizzazione è un fenomeno ormai raro e interessa pazienti asintomatici o paucisintomatici. Le evidenze virologiche in totale parallelismo hanno mostrato un costante incremento di casi con carica virale bassa e molto bassa.

Dunque, l’aumento dei casi di pazienti “debolmente positivi” e il crollo dei ricoveri ospedalieri secondo i 10 sarebbero l’evidenza che l’emergenza Covid sia terminata.

Leggi anche: Remuzzi: “In Italia ci sono tre ceppi di Covid”. Il virus del Sud batte quello del Nord?

Merito del distanziamento sociale

Di altro avviso sono, invece, i colleghi della task force di supporto al governo. Silvio Brusaferro, Franco Locatelli, Giuseppe Ippolito e Giovanni Rezza, membri del comitato tecnico scientifico, continuano a raccomandare prudenza. Il virus c’è e non sembra essere meno aggressivo dicono. Circola di meno ma quando trova ospitalità continua ad aggredire. Grazie al distanziamento sociale si è riusciti a fermarne la circolazione, ma i focolai che di tanto in tanto compaiono nel Paese sono prova della sua ancora alta contagiosità. Anche osservare l’andamento che si registra in altri stati è utile per rendersi conto, dicono. Di nuovo Germania e Portogallo contano numerosi nuovi i casi, senza parlare di paesi come gli Stati Uniti, ma anche India e Brasile dove l’epidemia è in piena espansione. Secondo quest’altro schieramento di medici, del coronavirus dobbiamo ancora conoscere tanto.

Leggi anche: Dichiarazione shock Prof Zangrillo: “Il virus non esiste più”

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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