Luca Ferrari e il fenomeno Bending Spoons: 11 miliardi con strategia Real Madrid

L'azienda "Bending Spoons" ha acquisito in poco tempo un valore di 11 miliardi. Per l'ad Luca Ferrari il successo è nel modello Real Madrid e nell'unicità della sua società.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Luca Ferrari ha iniziato il proprio percorso nel mondo dell’innovazione nel 2010 quando, insieme a Francesco Patarnello e Matteo Danieli, ha puntato sull’intelligenza artificiale, ancor prima che avesse la risonanza attuale.

Dopo un primo progetto non decollato, i tre ingegneri hanno dato vita a Bending Spoons, azienda italiana sviluppatrice di applicazioni per dispositivi mobili iOS e Android.

Attualmente, la software house ha raggiunto una valutazione di 11 miliardi di dollari, rendendo i fondatori miliardari. L’obiettivo, ora, è rendere Bending Spoons la numero uno delle aziende in Italia, con uno sguardo sempre puntato al mercato globale.

La nascita di Bending Spoons

Luca Ferrari, Francesco Patarnello e Matteo Danieli sono tre ingegneri italiani, emigrati a Copenaghen per completare i propri studi. Nel 2010, quindi, hanno dato vita a una prima start-up comune, Evertale. Come riporta Forbes Italia, si trattava di un diario che si scriveva autonomamente, grazie all’intelligenza artificiale, sulla base dei dati presenti sul telefono dell’utente.

Un progetto lungimirante, dunque, che ha colto il potenziale dell’IA, prima che avesse la risonanza attuale. Nonostante la start-up chiuse pochi anni dopo, nel 2013, Ferrari, Patarnello e Danieli investirono in Bending Spoons, letteralmente “piegare cucchiai”, chiaro riferimento alla nota scena del film Matrix. Insieme all’informatico Luca Querella e al designer Tomasz Greber ebbe inizio la storia di una delle principali aziende tech italiane.

Con sede a Milano dal 2014, Bending Spoons ha raccolto lo scorso ottobre 710 milioni di dollari, per una valutazione di 11 miliardi. Da finalizzare, poi, due acquisizioni miliardarie negli Stati Uniti. La prima riguarda Vimeo, piattaforma di condivisione video, dal valore di 1,38 miliardi di dollari. La seconda è Aol, portale web e fornitore di servizi e-mail. Forbes Italia riporta le parole dell’ad Ferrari:

Investiremo in Aol e Vimeo con una prospettiva di lungo periodo.

Entrambe le aziende hanno decine di milioni di utenti attivi e prodotti solidi che riteniamo possano essere migliorati in modo significativo.

Vediamo anche l’opportunità di aumentare l’efficienza dei costi.

A inizio dicembre, invece, l’azienda ha acquistato Eventbrite, principale piattaforma mondiale di gestione eventi, per un totale di 500 milioni di dollari. Qual è, però, la strategia alla base di questo successo?

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La strategia di Luca Ferrari

La chiave del successo di Luca Ferrari e del suo team sta nella scelta accurata delle persone con cui lavorare. Si tratta di quello che l’ad dell’azienda definisce “modello Real Madrid”, ovvero dimostrare costantemente di meritarsi un determinato posto, perché niente deve essere dato per scontato:

Siamo molto più selettivi di tutte le aziende più conosciute.

L’obiettivo è assegnare ogni posizione alla persona che, nel medio-lungo periodo, può fare meglio in quel ruolo.

Poi non c’è niente di garantito, bisogna guadagnarsi costantemente il posto. 

Deve essere come giocare nel Real Madrid: chi firma non ha una maglia da titolare assicurata per dieci anni.

Il principio vale anche per l’ad, che una volta all’anno è valutato dai principali investitori, dai membri del consiglio di amministrazione e dai principali manager.

Sottoponiamo loro un questionario con due sole domande: Dovremmo cercare un altro ad?” e “Perché?.

Se il numero di “sì” superasse una certa soglia, il cda si attiverebbe.

Per quanto riguarda le aziende da acquistare, Luca Ferrari ha sottolineato, in un’intervista a Forbes Italia lo scorso febbraio, come la scelta sia sempre basata sulla lungimiranza e coerente agli obiettivi di Bending Spoons:

Acquistiamo un’azienda tecnologica, immaginiamo come dovrebbe essere per avere il massimo successo possibile nel lungo periodo e lavoriamo per rendere questa visione una realtà.

Gli strumenti che impieghiamo e i principi che seguiamo, però, sono più o meno gli stessi.

Abbiamo costruito un motore che ci aiuta a far andare più veloci automobili anche molto diverse tra loro.

I risultati di questa strategia sono ben visibili. Bending Spoons, infatti, può oggi godere della gestione del servizio di invio file di grandi dimensioni WeTransfer, del software per live streaming StreamYard o dell’app per prendere appunti e organizzare il lavoro Evernote.

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L’unicità di Bending Spoons per Ferrari

Nonostante nel settore siano numerosi gli accostamenti di Bending Spoons ad altre aziende, Luca Ferrari è fermo sull’unicità della propria società. A chi trova delle somiglianze con la canadese Constellation Software, l’ad risponde:

Non è un paragone davvero corretto.

Constellation compra un gran numero di piccole aziende software di nicchia, mentre le nostre acquisizioni sono meno numerose, ma più grandi.

Loro tendono a lasciare operare le imprese senza trasformarle, mentre noi le cambiamo profondamente e le integriamo nella nostra piattaforma.

La migliore sintesi del modello Bending Spoons è 25% private equity, 75% società tecnologica.

È normale che gli osservatori vogliano incasellarci in una categoria, ma, per quanto ne sappiamo, il nostro approccio è unico.

Non siamo la seconda Constellation Software: siamo la prima Bending Spoons.

La sfida, quindi, è applicare il modello di gestione di Bending Spoons con altre aziende, quali Vimeo e Aol. Nessun timore, però, da parte di Luca Ferrari e del suo team. Come riportato da Forbes Italia, infatti, secondo l’adnon è un territorio sconosciuto. Possediamo aziende come Evernote e Brightcove, entrambe fondate nel 2004”.

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