Riforma condominio, novità per amministratori e pagamenti: che cosa cambierà

La riforma sul condominio prosegue l'iter parlamentare e presagisce importanti novità sui pagamenti condominiali e la figura dell'amministratore. Quest'ultimo, nello specifico, dovrà possedere obbligatoriamente la laurea.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Novità in vista con la riforma bis del condominio, presentata da Fratelli d’Italia. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, con il nuovo disegno di legge i fornitori potranno usufruire di importanti vantaggi, come attingere al conto corrente condominiale nel caso di condòmini morosi.

La riforma, presentata ieri, 17 dicembre, a firma Elisabetta Gardini, prevede novità anche per il pagamento dei rendiconti condominiali, non più effettuabili in contanti, e per gli amministratori, obbligatoriamente laureati con elenco ufficiale.

Stando a quanto riportato dall’onorevole Gardini, il testo è ancora da definire, ma è già possibile apprendere le novità che comporterà. Vediamo meglio quali saranno le modifiche per quanto riguarda condominio e condòmini.

Cosa prevede la riforma sul condominio

Era già stato presentato dall’onorevole di Fratelli d’Italia Elisabetta Gardini e altre dieci persone, lo scorso 11 novembre, il testo sulla riforma del condominio. Ieri, quindi, il disegno di legge è stato assegnato alla Commissione II Giustizia della Camera dei Deputati, per proseguire l’iter parlamentare.

Come fa sapere Il Corriere della Sera, la riforma bis del condominio arriva 13 anni dopo la prima, attraverso il ddl AC 2691. Previste numerose norme sulla regolarità contabile, soprattutto per quanto i pagamenti condominiali, che dovranno essere effettuati sul conto corrente, postale o bancario, abolendo così il passaggio di contanti.

Rispetto ai condòmini morosi, invece, potranno godere di un vantaggio. L’amministratore, infatti, potrà fare i decreti ingiuntivi non entro 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio contabile, ma solo dopo l’approvazione del rendiconto. D’altra parte, i fornitori, in caso di mancato pagamento dai condòmini, possono attingere direttamente al conto corrente condominiale o rivolgersi agli inquilini in regola con i pagamenti.

Infine, per le strutture con un numero di condòmini maggiore di 20, l’amministratore dovrà eleggere un revisore che attesti la regolarità del rendiconto, seguendo il criterio di cassa. Ciò implica la redazione di una situazione patrimoniale e di uno stato di ripartizione dei costi effettuati nell’anno di esercizio con evidenza dei conguagli di fine gestione e di quelli precedenti.

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Amministratori laureati e qualificati

La novità, forse, principale che apporta la riforma sul condominio riguarda, come fa sapere Il Corriere della Sera, la figura degli amministratori. Questi ultimi, infatti, dovranno possedere obbligatoriamente una laurea, seppure triennale, in materie economiche, giuridiche o scientifiche e tecnologiche.

L’obbligo, però, non scatterà se al momento dell’eventuale entrata in vigore del ddl l’amministratore sia iscritto ad albi, ordini o collegi dell’area economica, giuridica o tecnica. Si fa riferimento, di conseguenza, a periti, geometri, ragionieri e figure affini.

La riforma prevede anche l’istituzione di un elenco presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al quale si dovranno iscrivere coloro che intendono intraprendere tale professione, oltre che i revisori contabili condominiali. Entrambi le attività svolte senza iscrizione saranno punite con un’ammenda tra i 1.032 e i 5.160 euro.

Il lato positivo previsto dal testo è il rinnovo automatico della nomina annuale dei professionisti, a meno che l’assemblea non prenda una decisione differente. In questo modo si risolve il problema della maggioranza delle riunioni di condominio, che spesso presentavano il mancato raggiungimento della presenza della metà più uno dei millesimi degli appartamenti.

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Novità per le manutenzioni del condominio

La sicurezza del condominio sarà certificata da una società specializzata, mentre l’amministratore potrà ordinare direttamente i lavori di messa a norma se l’assemblea rimane inerte.

Nel caso delle manutenzioni straordinarie, invece, si dovrà costituire immediatamente il fondo spese e non sarà più possibile seguire l’andamento dei lavori per chiedere soldi ai condòmini.

Numerose, quindi, le novità che saranno apportate nel caso in cui la riforma condominio dovesse essere approvata. Come riporta Il Corriere della Sera, però, l’onorevole Gardini ha ribadito che il testo è ancora in cantiere, perciò sono accettate ulteriori modifiche.

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