Chiara ha 38 anni ed è alla 22esima settimana di gravidanza quando le viene diagnosticato un tumore al cervello. A causa di improvvise crisi epilettiche, infatti, la donna è stata trasportata d’urgenza alle Molinette di Torino, dove ha ricevuto la drammatica notizia.
Il primo pensiero di Chiara, come riporta La Stampa, è andato al bambino portato in grembo. Tranquillizzata dai medici, che hanno promesso che il piccolo sarebbe tornato a casa con lei e il marito Emanuele, Chiara è stata operata d’urgenza.
L’intervento è stato condotto con celerità e precisione, tali da garantire una minima fuoriuscita di sangue, per evitare di compromettere la perfusione del feto. La 38enne, quindi, ha proseguito la gravidanza e alla 36esima settimana è nato Mattia. Tra pochi giorni mamma e piccolo lasceranno l’ospedale.
La diagnosi di tumore
Chiara, fisioterapista di 38 anni, è incinta del secondo figlio quando, lo scorso agosto, scopre che un voluminoso tumore cerebrale le sta comprimendo i lobi frontali. Alla 22esima settimana di gravidanza, infatti, ha presentato improvvise crisi epilettiche che l’hanno costretta a una serie di accertamenti.
Presso il Pronto Soccorso delle Molinette di Torino, quindi, la donna è stata sottoposta a vari esami, per poi ottenere la diagnosi. Questo è il ricordo di Chiara di quel momento, riportato da La Stampa:
È stata una prova durissima, mai immaginato di avere un tumore fino alla prima crisi.
Quando mi hanno svegliato dall’anestesia ho subito pensato al bambino: inimmaginabile il sollievo nel sapere, dalla ecografia, che anche lui stava bene.
A breve andrà a casa dove troverà il fratellino, un’altra gioia.
I medici hanno garantito il futuro ad entrambi, sarà un Natale veramente speciale.
I dottori, infatti, sono dovuti intervenire in modo rapido, valutando l’opzione migliore per non compromettere la salute né della mamma né del feto. A guidare l’équipe neurochirurgica è stato il professor Diego Garbossa, direttore Neurochirurgia universitaria e del Dipartimento di Neuroscienze.
Il dottor Nicola Marengo, invece, ha eseguito il delicato intervento, con l’accortezza di non alterare la perfusione del bimbo. In meno di tre ore i chirurghi sono riusciti ad asportare completamente il tumore, rivelatosi benigno.
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L’intervento e il parto

L’intervento è andato per il meglio grazie alla collaborazione fra i vari reparti dell’ospedale. Sono stati coinvolti, infatti, il team della Ginecologia e Ostetricia 4, diretta dal dottor Saverio Danese e dalla dottoressa Elisa Picardo.
Il dottor Carlo Maria Carmazzi ha monitorato la vitalità fetale in tutti i passaggi del percorso, mentre l’anestesia è stata calibrata dalla squadra di Anestesia e Rianimazione 2, diretta dal dottor Maurizio Berardino e gestita dal dottor Christoph Meier.
Fondamentale il ruolo di infermieri, ostetriche, tecnici di neurofisiologia e operatori socio sanitari, che hanno sostenuto ogni passaggio dell’intervento e dell’assistenza. A tal proposito, La Stampa ha riportato le dichiarazioni di Livio Tranchida, direttore generale Città della salute:
Il valore aggiunto è consistito nella possibilità di schierare contemporaneamente tutte le competenze mediche e sanitarie di tutte le specialità che erano necessarie per trattare nel migliore dei modi le diverse sfaccettature di questo particolare caso clinico.
Come l’intervento, anche il parto di Chiara è stato condotto al meglio, alla 36esima settimana. Ora il piccolo Mattia è stato preso in carico dalla Terapia Intensiva Neonatale ospedaliera, supervisionata dalla dottoressa Maria Francesca Campagnoli.
Nei prossimi giorni Chiara sarà dimessa con il bimbo. Nel frattempo, la donna proseguirà i controlli con l’équipe neurochirurgica, per monitorare il percorso di completa guarigione oncologica.
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