Il bonus ristrutturazioni sarà tra le agevolazioni che continueranno a essere incluse nella Manovra 2026. Si tratta di una detrazione fiscale del 50% per chi intende compiere lavori sulla prima casa, mentre del 36% per la seconda abitazione.
L’importo massimo di spesa su cui può essere apportato lo sconto è di 96mila euro e si recupera nella dichiarazione dei redditi, in 10 rate. In vigore dal 1997, il bonus ha subìto una serie di modifiche nel corso del tempo, fino al 2025 quando ha preso due direzioni diverse.
L’agevolazione, infatti, riguarda sia i lavori sulla prima casa che su altri immobili. Vediamo in cosa consiste, chi può richiederlo e quali sono le novità richieste da Forza Italia per i prossimi anni.
Cos’è il bonus ristrutturazioni
Il bonus ristrutturazioni è stato introdotto nel 1997, siccome la maggior parte del patrimonio immobiliare italiano è stato costruito nel 1970, ovvero gli anni del “boom economico”.
Di conseguenza, si è pensato a delle agevolazioni per coloro che desiderassero ristrutturare le proprie case e, nel tempo, tale detrazione ha subìto variazioni, fino a quando lo scorso anno si è diramata.
Dal 2024, infatti, fa sapere Il Corriere della Sera, il bonus ristrutturazioni è pari al 50% per i lavori sulla prima casa e al 36% su quelli della seconda, per una spesa massima di 96mila euro per unità.
L’agevolazione, quindi, rimarrà in vigore anche nel 2026, con una maggiore attenzione del Governo all’estensione dell’iperammortamento, l’ampliamento dell’esenzione dell’ISEE sulla prima casa, l’introduzione di una tassa sull’oro, alcune revisioni sugli affitti brevi.
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Chi può richiedere il bonus
Il bonus ristrutturazioni spetta ai contribuenti soggetti all’IRPEF, sia residenti che non in Italia, che devono sostenere la spesa di ristrutturazione. In particolare, rientrano sia i futuri acquirenti, che hanno già firmato il contratto preliminare di compravendita e registrato il compromesso e:
- i proprietari degli immobili oggetto dell’intervento
- i titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili
- gli inquilini
- il familiare convivente con il possessore o il detentore dell’immobile oggetto dell’intervento
- il convivente more uxorio
L’agevolazione è rivolta anche a soci di cooperative, imprenditori individuali, soggetti che producono redditi in forma associata. Ciò che bisogna considerare è che il contribuente che sostiene la spesa abbia il diritto di proprietà o il diritto reale di godimento sull’unità immobiliare, nel momento in cui iniziano i lavori.
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Quali lavori sono consentiti

Innanzitutto, bisogna sottolineare che il bonus ristrutturazioni può essere utilizzato per i lavori nelle prime case di proprietà, ossia quelle in cui si risiede abitualmente.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, è sufficiente che l’immobile sia adibito a prima casa al termine degli interventi di ristrutturazione. Gli interventi, poi, possono essere relativi al singolo immobile, quindi in forma privata, ma anche a tutto il condominio.
In questo caso, i lavori si dividono in quelli di manutenzione ordinaria, ossia il risanamento conservativo su parti comuni dell’edificio, e quelli di manutenzione straordinaria, cioè ristrutturazione di singole unità immobiliari residenziali.
Novità per il bonus ristrutturazioni
Forza Italia, fa sapere Fanpage, ha richiesto delle modifiche per quanto riguarda il rinnovo del bonus ristrutturazioni. Nello specifico, la proposta è di mantenere la detrazione della prima casa al 50% per quattro anni, a partire dal 2025.
Dal 2027, infatti, senza interventi, la percentuale scenderebbe al 36%. Oltre a tale questione, il partito chiede lo stop al taglio dell’aliquota previsto nel piano di Governo e la copertura finanziaria di 293,25 milioni di euro l’anno dal 2028 al 2037, provenienti dal Fondo per interventi strutturali di politica economica.
L’emendamento è stato presentato dal senatore Roberto Rosso, secondo cui il fine sarebbe “stabilizzare il bonus edilizio” per dare a imprese, professionisti, proprietari e condomìni la possibilità di pianificare in maniera efficiente i lavori. La proposta sarà, ora, discussa in Commissione Bilancio e poi in Aula, dove la maggioranza deciderà quali misure inserire nella prossima Legge di Bilancio.


