Fratelli d’Italia e Partiti Democratico non sono mai stati così vicini tra loro. Meloni e Schlein, infatti, hanno firmato di comune accordo la nuova norma che definisce chiaramente cosa sia una violenza sessuale.
Nello specifico, l’intesa è nata dalla volontà di riscrivere il testo circa il reato di violenza sessuale, accolto nella proposta di legge presentata dal PD. Come spiega Carolina Varchi di FdI, tra le relatrici della norma: “senza il consenso libero e attuale non c’è alcuna giustificazione possibile“.
Ciò vuol dire che il retorico “lei non ha opposto resistenza” non avrà più spazio nell’ordinamento giuridico italiano, mentre verrà introdotto nel Codice penale il concetto di “particolare vulnerabilità”. Si tratta, dunque, di una norma volta al rispetto della vittima, a cui non verranno più poste domande fuori luogo nelle aule di tribunale.
Meloni, Schlein e la nuova norma

Ha preso forma ieri, 13 novembre, in Commissione Giustizia alla Camera, l’emendamento bipartisan che avvicina centrodestra e centrosinistra. Meloni e Schlein, infatti, si sono trovate di comune accordo circa la modifica dell’articolo 609-bis del Codice penale, rispetto alla violenza sessuale.
Rischierà dai 6 ai 12 anni di reclusione chiunque, riporta Il Tempo, “fa compiere o subire atti sessuali a un’altra persona, senza il consenso libero e attuale“. Con questo si intende che ogni azione compiuta senza il consenso, liberamente espresso e revocabile, delle parti coinvolte è definibile come violenza sessuale.
A firmare nel concreto la nuova norma, in rappresentanza delle leader dei due partiti, le relatrici Michela Di Biase, del PD, e Carolina Varchi, di FdI. Quest’ultima, come fa sapere Avvenire, ha commentato il gesto rivoluzionario con queste parole:
Abbiamo voluto riscrivere il reato di violenza sessuale partendo da un principio chiaro e ineludibile: senza il consenso libero e attuale non c’è alcuna giustificazione possibile.
Chi commette violenza deve sapere che la legge non gli lascerà più scampo.
Il teorema “lei non ha opposto resistenza” non troverà più applicazione nel nostro ordinamento.
Anche la segretaria del PD Elly Schlein, sui propri profili social, si è detta entusiasta di questo “cambio di paradigma“. Ecco le sue parole:
Un passo avanti culturale importantissimo, perché finalmente entra il principio del libero consenso nel nostro ordinamento.
Proseguiremo anche su altre cose.
Abbiamo votato insieme alla destra delle norme che hanno affinato la repressione, abbiamo fatto oggi un grande passo avanti culturale sulla proposta del PD sul libero consenso.
Ora l’obiettivo è votare insieme anche norme necessarie per la prevenzione, a partire dall’educazione alle differenze e alla sessualità che per noi deve essere obbligatoria in tutti i cicli scolastici.
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Il concetto di “particolare vulnerabilità”
Un’ulteriore novità, come riporta Avvenire, riguarda la tutela della dignità della persona. Nel Codice penale, infatti, è stato inserito il concetto di “particolare vulnerabilità”. A spiegare la norma è stata Varchi, la quale ha ricordato come “un quarto delle violenze sulle donne avviene nell’ambito di una relazione e se ci sono condizioni di dipendenza economica si riscontra una «particolare vulnerabilità“.
La stessa situazione si verifica, poi, nel caso di assunzione di sostanze o di alcol, ossia un’ulteriore alterazione delle capacità di intendere e volere. Quindi, ha spiegato la deputata del PD, Di Biase:
Abbiamo scritto una norma primaria che recepisce la giurisprudenza della Cassazione, colmando il vulnus che si era creato.
In questo modo si eviterà di ascoltare nelle aule di tribunale domande scabrose e infanganti alla vittima, sul tipo di abiti che portava, sull’alcol assunto.
Basterà un’unica domanda: “Ha dato il consenso?“.
Di fatto si tratta del recepimento del principio giuridico riconosciuto dalla Convenzione di Istanbul, che definisce cosa è il consenso.
Questo nuovo paradigma ha suscitato entusiasmo nel resto della politica, tanto che Mara Carfagna, segretaria di Noi Moderati, ha dichiarato: “Una bella immagine. Il coraggio di fare squadra“. In tema di violenza sessuale, come è apparso, non ci sono ideologie politiche ma si parla tutte una stessa, unica voce.
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